«Non sono una giornalista-spot»

«Non sono una giornalista-spot» POLEMICA «Sono parte lesa», rischia di finire in tribunale la reclame di un detersivo «Non sono una giornalista-spot» La Parodi: avevo detto no alla pubblicità nel Tg5 REGINA DEL VIDEO NEL MIRINO ISCHIA di finire in tribunale lo spot del Dash con la k telegiornalista Cristina Parodi inserito nel Tg5 dell'altra sera. «Sono stati violati gli accordi dice la Parodi - non so di chi sia la colpa, ma io mi considero parte lesa e prenderò i provvedimenti del caso». A due giorni dai fatti, la polemica non accenna a placarsi: protestano i giornalisti del Tg5, si dissocia Enrico Mentana che già giovedì sera in diretta ne aveva criticato la collocazione, mentre domani la Parodi è stata convocata da Franco Abbruzzo, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia. In base alla «carta dei doveri» «il giornalista non può prestare il nome, la voce, l'immagine per iniziativa pubblicitarie incompatibili con la tutela dell'autonomia professionale». Anche il presidente dell'Ordine del Lazio e Molise Bruno Tucci ha espresso forti critiche: «E' un caso emblematico, non è il primo e dobbiamo sperare e far sì che sia l'ultimo. Ogni professione impone limiti: quella del giornalista non deve essere un'eccezione. Se la notizia e l'informazione devono avere la priorità assoluta, una pubblicità può stravolgere questi principi. Cosa dovrebbe fare la Parodi se in avvenire il suo direttore le affidasse un'inchiesta sui detersivi?». Alla vigila della convocazione dell'Ordine la Parodi è tranquilla: «Mi fa piacere spiegare esattamente come stanno le cose. Mi ritengo danneggiata e confido nel fatto che le mie ragioni vengano capite». Il contratto firmato con la Dash conteneva, spiega, due importantissime clausole: «Prima di tutto la durata molto breve della campagna: solo tre settimane. Poi si precisava che lo spot era incompatibile con il tg e che quindi non poteva mai essere trasmesso in quell'ambito. C'è stata una leggerezza imperdonabile: l'altra sera stavo guardando il tg in redazione quando, vedendo lo spot, ho avuto un tuffo al cuore». La prima occasione di chiarimento è stata offerta alla Parodi da Striscia la notizia: «Siamo vicini di redazione, hanno visto quanto ero seccata e mi hanno proposto di spiegare tutto subito, in diretta». Ma chiarimenti e prese di posizione non hanno impedito al caso di scoppiare: se il direttore gene¬ rale dell'Upa (Utenti di pubblicità associati) Felice Lioy ha definito l'episodio «un bel colpo per la Dash», il Tg5 lo giudica grave «perché genera una pericolosa commistione tra informazione e pubblicità, commistione lesiva della credibilità della testata e della professionalità dell'intera redazione». Secondo il direttore Mentana «quella che viene messa in gioco, per garantire 0 prodotto, è la credibilità non del prodotto, ma del tg. Questo è il punto. Io non metto il "marchio del Tg5" a garanzia di nessun prodotto se non del Tg5». La Parodi racconta di avere accettato la proposta solo dopo averci pensato a lungo: «NeÙo spot recito me stessa e fornisco notizie completamente vere. Non mi sembrava dannoso per la mia immagine. Costanzo ne fa altre da tanto e nessuno si è mai sognato di mettere in dubbio la sua professionalità». Fulvia Caprera La giornalista televisiva Cristina Parodi del Tg5

Luoghi citati: Ischia, Lazio, Lombardia, Molise