PANE AL PANE Le vie storte del «sacro» di Lorenzo Mondo

r— PAm M. PANE PAm M. PANE Le vie storte del «sacro» un anno di distanza .dalle «lacrimazioni» della Madonna di Civitavecchia, la commissione di teologi insediata dal Vaticano sta ancora indagando. Ma monsignor Grillo, il vescovo di Civitavecchia, non ha saputo trattenersi ed ha steso un provvisorio bilancio del fenomeno. Parla di molte guarigioni attri• buite all'intercessione della Madonna, di due ritorni - «pare» - da coma irreversibile. Parla di migliaia di convertiti, in buona percentuale Testimoni di Geova. Si esalta per i trecentomila pellegrini arrivati da ogni parte del mondo. E per gli ex voto: anelli di coppie separate e riconciliate, siringhe di drogati, scarpette di bimbi: tanto da concludere che la Madonna sembra privilegiare le coppie, i giovani e gli infanti (senza escludere benefici, c'è da credere, per altre turnazioni). Pur mettendo le mani avanti, in ossequio alla pronuncia della Chiesa, lascia intendere che lui non ha dubbi. Ha perfino praticato un esorcismo sulla statuina ed ha escluso, da intenditore, la presenza di influssi demoniaci (una possessione diabolica che, stando a quei risultati, sarebbe da considerarsi benefica). Ha raccontato che, prima di piangere tra le sue mani, la Madonna gli è apparsa in sogno. Peccato che il mattino dopo non ricordasse più nulla. % , Non occorre négare^estrema permeabilità del sacro... Non occorre chiudere ;gli occhi sulla diffusa esigenza religiosa che si esprime nelle forme più vaghe e anche torbide, scarsamente impegnative sul piano morale... Non occorre negare a priori la buona fede di nessuno... Si può dire di sì a tutte queste cose, senza privarsi di un salutare, e tutt'altro che blasfemo, scoppio di riso: quale robusto antidoto al «nostro» pianto. Sarà che Dio ha scelto spesso di rivelarsi ai semplici, ma raramente causa, miracolistica fu lasciata a mani più inesperte, a ragioni più deboli. Ci si chiede se la fermezza vaticana deve essere esercitata soltanto contro i teologi scavezzacolli e non contro i ■ vescovi chiacchieroni. La storia delle lacrime di sangue è tornata sui giornali mentre ancora si dibatte, con lusso e miseria di argomentazioni, sulla proposta, ventilata dalla Cei, di cambiare in qualche parte la traduzione italiana del Padre Nostro. E' in discussione il «sia santificato il tuo nome» (Dio è da sua natura santo... Ma non è auspicabile che sia proclamato tale anche da chi non crede?). Si discetta sul «nostro pane quotidiano» (è il pane vero o quello spirituale?) e sul «rimetti a noi i nostri debiti» (espressione, anche questa, troppo terrena). Soprattutto sul «non indurci in tentazione». Sono questioni che hanno fatto versare agli specialisti fiumi di inchiostro ma non hanno mai turbato i credenti, gli umili cristiani, che pronunciano quelle parole con la confidenza e insieme la serena fermezza che è propria dei figli. Che non hanno mai separato le preoccupazioni quotidiane da quelle ultime, e non hanno mai messo in dubbio, per quante prove siano costretti a patire, la bontà del Padre. La traduzione che conosciamo1 ricalca con' àssbTirta dignità, con cristallina aderenza di lessico e immagini, il latino di San Girolamo. Per questo, e per la forza suggestiva che nasce da una pronuncia secolare, da una catena solidale che unisce i vivi e i morti, c'è da augurarsi che non sia toccata. Troppi guai sono già stati fatti, con rese affrettate e banali, nella liturgia e nell'orazione cristiana. Conviene usare prudenza neh" aggiornare i valori accertati, la stessa che occorre nell'aprire le porte a nuove devozioni. Non dimenticando che il Padre Nostro ha ben più importanza, per la fede di tutti, semplici e colti, delle lacrime incerte di una Madonna di gesso. Lorenzo Mondo 1LÌ

Luoghi citati: Civitavecchia