Una donna nella banda dei rapitori Hanno subito confessato trovato anche il cascinale della prigionia-lampo

Una donna nella banda dei rapitori Hanno subito confessato: trovato anche il cascinale della prigionia-lampo Una donna nella banda dei rapitori Brescia, arrestati in sei per il caso Camozzi BRESCIA. E' finito tutto come era iniziato: in un batter d'occhio. I sequestratori di Marco Camozzi, il giovane imprenditore bresciano rapito nella serata di martedì e rilasciato ventiquattr'ore dopo, sono già nelle mani della giustizia. Si tratta di quattro sardi e due bresciani finiti in carcere con l'accusa di sequestro di persona e detenzione d'armi. I loro nomi: Massimiliano e Giovanna Melis, 32 e 36 anni, residenti a Lumezzane e Casal Pusterlengo, in provincia di Lodi; Davide Carta, 21 anni, e Claudio Mariotti (38), originari della Sardegna e residenti a Sarezzo, in Valle Trompia; Massimiliano Kastlunger e Gregorio Trimboli, tutti e due ventenni, pregiudicati e residenti a Lumezzane, dove è avvenuto il sequestro di Camozzi. I due Melis, Carta e Mariotti sono stati sorpresi in una casa di Sarezzo; gli altri due a Lumezzane. Tutti hanno confessato ai magistrati Guglielmo Ascione e Fran¬ cesco Piantoni, che hanno coordinato l'inchiesta. La fase decisiva dell'operazione è avvenuta nelle prime ore di ieri, tra le 0,30 e l'I,45. In un casolare sito ad Agnosine, i militari hanno trovato chiari segni della gestione del sequestro: un fucile a canne mozze, un passamontagna bruciacchiato. Contemporaneamente al ritrovamento del luogo del breve soggiorno di Camozzi, un altro gruppo di tutori dell'ordine bloccava in una casa di Sarezzo i due Melis, Carta e Mariotti. Poco più tardi, nella limitrofa Lumezzane, sono stati catturati Kastlunger e Trimboli. Durante quest'ultima operazione, Kastlunger opponeva resistenza. A farne le spese, il maresciallo Vito Vigliotti, 35 anni, che ha riportato lesioni ad una mano e ad un polso, guaribili in un paio di settimane. Marco Camozzi, 25 anni, figlio di un industriale di Polpenazze, paese dell'entroterra gardesano, era stato rapito nella serata di martedì. I banditi lo avevano prelevato appena fuori dà un bar di Lumezzane, dove Camozzi aveva appena chiamato la fidanzata per confermarle un appuntamento per le 21. Tre quarti d'ora dopo il rapimento, Camozzi aveva chiamato la famiglia, annunciando di essere stato rapito e comunicando che i malviventi chiedevano un riscatto di 900 milioni: una prassi davvero inusuale per i sequestri di persona. L'indagine era scattata subito dopo la notizia del sequestro e in¬ tensificata dopo il rilascio dell'ostaggio. Con tutta probabilità, i rapitori si sono sentiti braccati. Temendo di non poter portare a termine il loro progetto criminoso, hanno cercato di completare il sequestro in breve tempo. La tempestività del lavoro degli investigatori li avrebbe mdotti a chiedere un riscatto relativamente modesto, 900 milioni. Ma ora i rapitori di Camozzi sono in carcere. La vicenda, insomma, s'è chiusa come s'era aperta. In un lampo. Vincenzo Cornetta Non sono professionisti del crimine Mario Camozzi, il giovane imprenditore rapito e rilasciato dopo appena 24 ore