Austria,15 scheletri fermano la megacentrale di Tito Sansa

Austria/15 scheletri fermano la megacenfrale VIENNA In ballo un progetto miliardario, il perito tedesco sostiene che sono resti di soldati della Wehrmacht Austria/15 scheletri fermano la megacenfrale Per Simon Wiesenthal erano deportati ebrei: stop ai lavori VIENNA NOSTRO SERVIZIO Dipenderà dalla origine razziale di una quindicina di scheletri trovati in un terreno del convento dei benedettini di Lambach (circa a metà strada tra Linz e Salisburgo) se una centrale idroelettrica sul fiume Traun verrà costruita oppure no. Se i periti accerteranno che le ossa sono quelle di soldati della Wehrmacht o delle Ss naziste morti in un campo di internamento americano che si trovava in quel luogo, verrà autorizzata la continuazione dei lavori in corso da un mese. Se invece, come suppongono il cacciatore di criminali nazisti Simon Wiesenthal e il perito necroscopico israeliano Shalom Fried in spoglie sono di ebrei vittime dei nazisti, diga e centrale non verranno costruite. «Una tomba deve rimanere una tomba!» ha infatti ammonito Shalom Fried, richiamando le autorità austriache a rispettare le tradizio¬ ni religiose ebraiche e a non riesumare i poveri resti per trasferirli nel vicino cimitero dell'abbazia benedettina. A costo di far perdere al governo dell'Austria Superiore e alla società elettrica Oka un affare di decine di miliardi. «Che i lavori continuino» ha ordinato il capo del governo regionale Puehringer. Ma da Vienna il ministro socialista degli Interni Caspar Einem, uomo sensibile ai diritti dei diversi e delle minoranze, ha opposto un deciso divieto («Il trasferimento delle ossa è fuori discussione»), se sono di ebrei. La parola è ora ai periti, con grande sollievo degli ecologisti, dei verdi e del Wwf che da un mese si oppongono alla centrale idroelettrica e in circa 50 occupano in permanenza il terreno in discussione sfidando nelle tende del campo «Siberia» temperature notturne fino a 15 gradi sotto lo zero. E già, appena quattro giorni dopo la scoperta delle ossa, c'è la prima perizia di parte, ordinata dai fau¬ tori della diga. E' stata affidata al più famoso dei necrofori europei, il tedesco Horst Littmann, 69 anni, il quale a prima vista ha detto che «senza ombra di dubbio» i resti sono di soldati tedeschi. «Escludo - ha detto Littmann che i resti siano di popoli dell'Est europeo. Quelli usavano masticare semi di girasole e avevano perciò i denti guasti. Questi teschi, invece, appartenenti tutti a giovani tra i 19 e i 22 anni (cioè di ragazzi di leva) hanno denti sani, erano soldati tedeschi. E il fatto che accanto agli scheletri non sono stati trovati né abiti né bottoni, dimostra che erano nudi o quasi, cioè che sono morti di malattia». Indirettamente vengono così chiamati in causa gli americani, che nel '45, subito dopo la fine della guerra, su quel terreno di Lambach avevano organizzato un campo di internamento per 40 mila prigionieri tedeschi. Il ministro degli Interni Einem ha pertanto chiesto alla ambasciatrice Usa, si- gnora Swai.ee Hunt, informazioni sui campi di prigionia. E a Vienna è scoppiata una polemica di periti necroscopi e di antropologi nei confronti del riesumatore tedesco Littmann, al quale viene contestata la possibilità di stabilire «a prima vista» l'appartenenza razziale di uno scheletro. I benedettini del vicino convento, che dovrebbero sapere, non parlano. «Per forza - ha detto il pensionato Richard Haschke, 66 anni, che all'età di 15 anni vide passare colonne di reclusi moribondi trasferiti dal campo di sterminio di Mauthausen a quello di Ebensee -. Se dovessero tirar fuori i documenti in loro possesso, i monaci perderebbero la montagna di soldi che hanno guadagnato vendendo il loro terreno per la diga». Tito Sansa «Se fossero israeliti dovrebbero rimanere sepolti dove sono» Il celebre «cacciatore di nazisti» Simon Wiesenthal

Persone citate: Caspar Einem, Einem, Horst Littmann, Hunt, Linz, Shalom Fried, Simon Wiesenthal

Luoghi citati: Austria, Salisburgo, Siberia, Vienna