« D'Alema va destituito » di Pierluigi BattistaValentino Parlato

« « D'Alema va destituito » Parlato: è un leader senza princìpi PROCESSO ML SEGRETARIO CROMA ONTRO il «mutante tricefalo», contro il «mostro dell'intesa tra il fascista Fini, il superinquisito Berlusconi, l'ex comunista D'Alema». Stavolta il linguaggio della prima pagina del manifesto non nasconde nemmeno il tono della scomunica nei confronti della scelta dalemiana, tanto da non esitare a «mettere sotto accusa il gruppo dirigente del pds e il suo segretario senza princìpi». E il direttore Valentino Parlato auspica oggi la «destituzione» del segretario del pds. Direttore, siamo all'acusa di «tradimento»? «No, tradimento proprio no. Da quando siamo stati messi fuori dal pei, per noi del manifesto la categoria del "tradimento", di staliniana memoria, è diventata una categoria infrequentabile e repellente. E poi il tradimento è un momento che precede il plotone d'esecuzione. E' una sequenza che rifiuto». Non rifiuta però di considerare addirittura «moralmente aberrante» una linea politica che non condivide. «E' la gravità della situazione che ci impone toni così netti. Questo non è un normale dissenso politico. E' uno scontro frontale tra chi è disponibile a ogni contorcimento pur di approdare al governo e tra chi non può nemmeno concepire l'idea di un Consiglio dei ministri in cui possano sedere assieme Napolitano e Tatarella. Per di più in un governo che si propone di stravolgere la Costituzione e di spianare la strada al presidenzialismo autoritario. No, qui c'è una trincea che non può essere espugnata». E' l'abbandono di questa «trincea» che vi fa parlare di Massimo D'Alema come di un «segretario senza princìpi»? «Sì, senza princìpi. Ma ad esser senza princìpi mica è solo D'Alema. E' dallo strappo della Bolognina che il pds va avanti senza una bussola e procede bordeggiando avendo fisso in mente un unico scopo: andare al governo». E che male c'è se un partito aspira a governare? «Non c'è niente di male. Ma bisogna avere come minimo una vaghissima idea degli scopi per realizzare i quali o, non voglio fare il solito massimalista, almeno una parte dei quali, si va al governo. Stavolta abbiamo passato la soglia della decenza. Voglio ricordare che anche in passato abbiamo avuto scontri duri col pei, a cominciare dal periodo della "solidarietà nazionale". Ma almeno c'era la sicurezza democratica di un grande pei. La sinistra poteva contare su un solido ancoraggio, sulla forza di alcuni princìpi, appunto. Oggi l'ancorag- gio non c'è più. E non ci resta che chiedere a quei compagni che sono rimasti nel pds di sconfessare apertamente una linea destinata alla rovina. Ecco il senso della nostra messa sotto accusa di D'Alema». Nel pds Gloria Buffo sostiene però che avete adottato un tono «rozzo e ulti¬ mativo». «Non capisco in che cosa consisterebbe la rozzezza. Se siamo d'accordo che la scelta del segretario del pds porta al suicidio non resta che sconfessare la sua linea attraverso un congresso che termini possibilmente con la destituzione del segretario Massimo D'Alema». Destituzione? «Certo: un atto che sancisca la sconfessione della linea impersonata dal segretario. Destituzione mi sembra il termine più appropriato per definire il senso di questo atto». Più che di un errore politico, sembra che stiate accusando D'Alema addirittura di aver portato la sinistra sulla strada del disonore. Una scomunica, più che un'accusa. «Siamo laici e non scomunichiamo nessuno. Il vecchio pei che veleggia senza princìpi resta però un brutto spettacolo». Intanto il pidiessino Salvi dice che voi restate a guardia del bidone. «Dipende che cosa c'è dentro il bidone: se c'è la Costituzione allora sì, montiamo la guardia. Se con questa espressione soldatesca Salvi intende dire che vogliamo difendere il bidone del passato, allora Salvi deve sapere che chi butta il passato si fotte l'avvenire». Pierluigi Battista «La sua linea politica porterà alla rovina chi non lo sconfessa» il manifesto La prima pagina del «Manifesto» di ieri A sinistra: il direttore Valentino Parlato In alto, Antonio Maccanico