«C'è chi vuole spegnere la voce amica dei nonni»
Telesoccorso, allarme contro l'aumento-tarifife Telesoccorso, allarme contro l'aumento-tarifife «C'è chi vuole spegnere in voce amica dei nonni» C'è amarezza, alla centrale di telesoccorso del Cilte di via San Marino 10 (tel. 310.09.09), che combatte dal '93 contro uno dei problemi più sentiti e irrisolti dei torinesi con i capelli bianchi: la solitudine dell'anziano, la sua carenza di relazioni abbinata alla preoccupazione di malori o incidenti, affrontati senza sapere a chi rivolgersi in caso di bisogno. Riassume la vicepresidente Eugenia Crespi: «Si tratta di problemi che il telesoccorso riesce a risolvere e tenere sotto controllo con una formula estremamente semplice. Basta un telecomando a portata di mano, in diretto contatto con un apparecchio ricollegato al telefono di casa». Il risultato è la garanzia di un pronto intervento di soccorso 24 ore su 24 per tutti i giorni dell'anno, cui si accompagna la sicurezza di un cornvolgunento immediato di medici e ambulanza. A fianco del telesoccorso, che implica una spesa di 2 mila lire al giorno per l'abbonato, un'offerta gratuita di compagnia garantita da telefonate di amicizia e supporto psicologico. Sei i dipendenti della Centrale operativa, regolarmente stipendiati. E una trentina i volontari che gestiscono le chiamate di telefonia sociale, a fianco di tecnici pensionati che si occupano di allacciamenti e manutenzione delle apparecchiature. Sostiene Eugenia Crespi, che è responsabile amministrativo del CUte: «Il forte inasprimento di costi e tariffe, nonostante i dinieghi di chi li ha promossi e autorizzati, ricade come una pioggia salata sui già magri bilanci delle famiglie di operai e impiegati, penalizzando i nonni pensionati combattuti tra i bisogni reali e la rinuncia di chiedere aiuto ai figli, di cui conoscono le attuali difficoltà economiche. Questa situazione verrà fa¬ talmente a incidere sullo sviluppo del "telesoccorso", riducendo una domanda che punta non solo su tecnologia e sicurezza ma anche su conforto e solidarietà». Lo dimostrano le statistiche '95 del Cilte, che attualmente serve tra capoluogo e provincia un 52 per cento di utenti privati rispetto a un 48 per cento di anziani sov- venzionati dai Comuni. Gli enti pubblici (capeggiati nell'ultimo biennio da quello dell'amministrazione di Torino, che ha riconosciuto l'utilità e la serietà del servizio in grado di garantire canoni agevolati alle fasce più deboli) stanno adoperandosi con ottimi risultati per gli anziani più indigenti, mentre analoghe conven- zioni sono state stipulate con le Associazioni che mettono a contatto anziani e volontari. I dati confermano un Piemonte che continua ad invecchiare: sui 79 anni l'età media degli abbonati al TeleCilte, con un 81 per cento di donne contro un 18 per cento di uomini. Tra di loro, l'85 per cento vive solo, il 41,7 soffre di cardiopatie, il 24 per cento confessa il bisogno di sentirsi meno solo e quindi più sicuro. E il 94 per cento richiede anche il servizio di telefonia sociale dei volontari, che garantiscono almeno due chiamate di compagnia alla settimana. Come inciderà in questa rete di solidarietà il ventilato aumento delle tariffe telefoniche? Al Cilte (che opera come cooperativa sociale senza finalità di lucro, destinando ogni aiuto a sostegno dell'attività svolta) nessuno minimizza previsioni buie. Limare i costi non si può, causa una ridda di aumenti che pesano non solo sul servizio telefonico ma anche su elettricità e affitto, riscaldamento e benzina. Di conseguenza non resta che stringere i denti sperando che, una volta di più, la sensibilità dei piemontesi aiuti a non troncare quello che, per il mondo dei capelli bianchi, è un sostegno vitale. [r. a.] Saranno colpite le fasce più deboli Un appello: rendiamo più viva la solidarietà il centro operativo telefonico per gli anziani del Cilte
Persone citate: Eugenia Crespi
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