Fiat sprint e arriva la Palio

Boi sprint, e arriva la Palio Boi sprint, e arriva la Palio Nuovi record, ad aprile debutto della world car a Belo Horizonte SAN PAOLO DAL NOSTRO INVIATO Il Brasile, ma non solo il Brasile, attende il debutto della Palio, la prima world car della Fiat. Un evento importante, che avverrà a metà aprile nel cuore del sistema produttivo del gruppo italiano in America Latina: Belo Horizonte. Qui sorge un impianto che potremmo definire «storico», perché rappresentò il primo grande insediamento Fiat fuori dall'Europa e il primo passo di una audace scommessa, via via sviluppata attraverso un forte impegno finanziario e tecnologico. Una scommessa che oggi possiamo dire vinta e che ben si inserisce in quel processo di internazionalizzazione che la Fiat Auto, sotto la spinta di Cesare Romiti e Paolo Cantarella, ha avviato e intende portare avanti con determinazione in questi anni verso il Duemila. «Noi - dicono alla Fiat Autómoveis, l'azienda che rappresenta il gruppo in Brasile e che è guidata da Gianni Razelli - ci sentiamo parte del sistema economico e sociale brasiliano, cui contribuiamo con il nostro patrimonio di tecnologie, utilizzando la nostra esperienza organizzativa e applicando i nostri criteri di efficienza, innovazione e qualità». E aggiungono: «Il nostro sviluppo è stato anche aiutato dalla simpatia e dal rispetto tra italiani e brasiliani. Non per nulla il nostro motto in Brasile è: Fiat, il suo posto è qui». La Fiat Automoveis, al 100 per cento di proprietà della Fiat, ha la sede a Betim, nello Stato di Minas Gerais: ha 18 mila dipendenti, fabbrica una gamma di modelli che va dalla Mille e dalla Uno alla Elba, dalla Tempra alla Tipo al Fiorino e cura l'importazione del Fiat Coupé e delle Alfa Romeo 164 e 155 (cui si aggiungeranno presto la 145 e la 146). L'impianto di Belo Horizonte risale al 1976 e oggi è diventato una delle più efficienti realtà industriali del Sud America. «Questo stabilimento - dicono con orgoglio in Fiat - è una fabbrica integrata, con la stessa organizzazione del lavoro di Melfi. E' un sistema che ai brasiliani è piaciuto molto». Dal '76, allorché dalle linee di Belo Horizonte cominciarono a uscire le prime 147, la società di Betim ha compiuto passi da gigante. Ha prodotto oltre 4 milioni di vetture, è passata, in breve, dalla quarta alla seconda posizione nella classifica delle industrie brasiliane e ha più che raddoppiato in 5 anni la sua presenza nel mercato: dal 12% dell'89 al 28,3% (pari a 389 mila immatricolazioni) del '95. L'anno scorso la Fiat Automoveis ha registrato nuovi record in termini di fatturato lordo (oltre sei miliardi di dollari), di produzione (433.713 unità), di vendite (la Uno, 212 mila consegne, la Tipo, 85 mila, e la Tempra, 39 mila, sono tra i 7 modelli più amati) e di produttività: 1700 auto al giorno, che diventeranno 2000 con l'arrivo della Palio. Ma non solo: l'azienda è anche il principale esportatore privato del Brasile (oltre il 52% del totale) ed è leader nelle importazioni (92 mila vetture). Non per nulla nel '95, e per la terza volta consecutiva, la Fiat Automoveis è stata premiata dagli economisti brasiliani come miglior impresa del settore. Un riconoscimento che sottolinea anche il ruolo di pioniere svolto dalla società nell'industria dell'auto locale con l'immissione nel mercato interno di tecnologie e processi produttivi un tempo disponibili solo nei Paesi più industrializzati. E di cui la Palio rappresenta un concreto esempio, con la sua configurazione di prodotto d'avanguardia. La world car, infatti, nasce secondo i più elevati standard qualitativi della produzione europea, frutto di un progetto modulare che comporta 5 vetture: due volumi a 3 e 5 porte, berlina a tre volumi, station wagon, pick-up e furgonetta. In aprile si partirà con la Palio due volumi, disponibile fin dal lancio nelle versioni a 3 e 5 porte, con tre livelli di allestimento e due motorizzazioni (1.5 e 1.6 Multipoint a 16 valvole). Il Brasile sarà il primo Paese in cui verrà costruita e commercializzata: ma la Palio sarà prodotta anche in Argentina, Polonia, Venezuela, Marocco e Sud Africa. E poi, magari, in Cina. Un futuro da 900 mila unità all'anno. Per i i brasiliani anche un motivo di orgoglio che la Pano cominci dal loro splendido Paese. Per simpatia e per interesse, [m. fe.] i: V

Persone citate: Cesare Romiti, Gianni Razelli, Minas, Paolo Cantarella