l'airone nero ha riaperto le ali di Lorenzo Soria

31 Il ritorno in campo di Magic Johnson: sieropositivo, si era ritirato nel '92 I/airone nero ha riaperto le ali Segna 19 punti, applausi BASKET LOS ANGELES HA RIACCESO UNA STELLA LOS ANGELES. Quando martedì sera, passato da poco il 2', l'allenatore Del Harris lo ha guardato in faccia e gli ha fatto cenno di entrare in campo, Magic Johnson per un attimo è apparso disorientato. Aveva", l'espressione di lino che sembrava voler chiedere: «Io? Sèi sicuro?». Mentre l'altoparlante annunciava quel nome che non aveva bisogno di presentazioni, il pubblico del Forum di Los Angeles si è alzato in piedi per rendere omaggio al suo campione, al protagonista di innumerevoli trionfi, tornato in campo dopo 55 mesi di inattività con addosso 36 anni, una dozzina di chili di troppo e, soprattutto, quella bomba pronta a esplodere chiamata Hiv. Con la sua vecchia maglia, con il leggendario numero 32, pochi secondi dopo il suo ingresso in campo Magic si è trovato sotto il canestro dei Golden State Warriors, ma ha sbagliato un gancio che in altri tempi avrebbe realizzato a occhi chiusi. Troppo corto. Migliaia di cartelli con la scritta «Welcome Back Magic» si sono quasi abbassati e nella mente dei fans dei Lakers e di milioni di americani attaccati ai televisori è corso un pensiero: che il Grande Ritorno del grande Magic sia soltanto un sogno irrealizzabile e un po' patetico? «Ero estremamente nervoso avrebbe poi confessato il giocatore a fine partita -. Mi sono sentito come un esordiente di 36 anni». Ma dopo aver preso una botta da Joe Smith, giocatore dei Warriors che nell'80 - quando Magic vinse il suo primo titolo - aveva ancora addosso i pannolini, il campione è finalmente entrato nel gioco. Ha fatto dapprima un perfetto assist, il numero 9922 della sua carriera. Due minuti dopo, un suo gancio è entrato nel canestro avversario. Poi, con una spettacolare finta che ha completamente diso- rientato Latrell Sprewell, Magic ha fatto capire ai suoi fans e ai suoi avversari che quella non era una trovata pubblicitaria, che lui era tornato per giocare davvero e per vincere. E infatti a fine partita, in 27' di gioco, l'«airone nero» ha collezionato 19 punti, 10 assist e 8 rimbalzi, regalando ai Lakers il più alto punteggio di questa stagione: 128 a 118 (sabato alle 0,30 registrata tv su Tmc). Magic ha finito la serata dimostrando che di contagioso, ieri sera, c'era soltanto il suo sorriso di gigante buono e generoso. «Ho aspettato questo giorno molto a lungo» ha dichiarato ringraziando Dio, la famiglia, gli amici, i compagni di squadra e gli avversari che lo hanno incoraggiato. «E' già il solito Magic. - ha scritto invece sul Los Angeles Times il commentatore sportivo Mike Downey -. Quello con le braccia da polipo e gli occhi dietro la testa». Nell'euforia del ritorno, un po' di retorica non guasta. Magic, oltre che appesantito, è apparso arrugginito e stanchissimo nell'ultimo quarto di gara. «Mi sentivo stanco e so di non essere ancora in forma - ha raccontato -. Per sentirmi davvero a posto mi ci vorranno da una a sei settimane. Devo ancora abituarmi a giocare con i compagni e viceversa». Gli avversari lo hanno trattato con i guanti bianchi e spesso sono apparsi intimiditi di fronte alla sua leggendaria figura. Ma nel secondo e nel terzo tempo Magic Johnson si è inserito nel gioco con sicurezza e spesso con U tocco, la velocità e l'intelligenza di un tempo. «E' incredibile, è come se non fosse mai partito», sostiene il serbo Vlade Divac, l'unico dei Lakers che era in squadra con lui ai vecchi tempi. «Con Magic in campo, giochiamo tutti meglio - ha aggiunto Cedric Ceballos, la nuova star della squadra di Los Angeles che ieri ha segnato 33 punti -. Non sarà quello di quando aveva 26 anni, ma ha ancora il tocco magico. E' un leader e la sua esperienza ci aiuterà ad andare molto lontano». Da quando Magic Johnson annunciò il suo ritiro per il virus dell'Aids, i Lakers hanno annaspato a metà classifica e quest'anno sono stati una delle squadre meno seguite dal proprio pubblico. Ma da quando lunedi è stato confermato che Magic Johnson sarebbe tornato in campo, per trovare posto al Forum è stato necessario ricorrere ai bagarini. L'atmosfera l'altra sera era quella dei play off, non certo quella di una partita di metà stagione contro una squadra medio- ere come i Warriors. Sugli spalti mancava solo Jack Nicholson, il fan più famoso dei Lakers, che è rimasto a soffrire a Miami dove sta girando un film. «Questa è una squadra già da playoff e pronta a vincere di tutto», ha dichiarato Magic a fine partita. E i fans, come i suoi colleghi, sembrano volerci credere. Lontano dal campionato da quasi 5 anni, Earvin Johnson non si è mai scontrato con nuove stelle come Shaquille O'Neal, Grant Hill o Jason Kidd. Ma già domani si troverà di fronte al più bravo di tutti, un vecchio amico e avversario tornato come lui dopo aver annunciato il ritiro: è Michael Jordan dei Chicago Bulls che arrivano a Los Angeles con un ruolino impressionante di 39 vittorie su 42 partite. Lorenzo Soria Quando l'allenatore gìi ha dato il via, lui l'ha guardato smarrito: «Chi, io?» A fianco. «Magic» Earvin Johnson prima del match con i Golden State A sinistra affronta Joe Smith

Luoghi citati: Chicago, Los Angeles, Miami, Stella