«Siamo qui per farà conoscere» di M. Ven.
«Siamo qui per farà conoscere» «Siamo qui per farà conoscere» L'entusiasmo di Valeria e Sabrina due bellissime all'ombra del boss SANREMO. Ormai un classico. Baudo al centro del tavolo, sepolto da una montagna di fiori: alla sua destra una bionda vestita di nero (qualsiasi, dalla Nielsen alla Falchi), alla sua sinistra una bruna vestita di bianco (da Cannelle alla Koll: fate voi). Quest'anno le due caselle sono riempite, in identica divisa, da Valeria Mazza e Sabrina Ferilli. Bellissima - più bella e più giovane della Schifferl - la prima; intrigante e simpatica la seconda. Educate, di poche parole, saranno loro soprattutto a far spettacolo per una settimana, fra probabili papere e cambi vertiginosi d'abito. Il padre-patron le blandisce con galanteria: «Ho conosciuto Sabrina Ferilli al Sistina in "Alleluja brava gente", dove cantava anche assai bene: l'ho invitata a "Numero Uno" e le ho fatto un provino dal vivo, senza che lo sapesse: si è rivelata originale e spiritosa anche nell'intervista. Invece ho saputo di Valeria Mazza dai giornali, poi l'ho vista su "Target": parla l'italiano benino, con un bell'accento di Argentina, e poiché il Festival sta diventando internazionale, ed è importantissimo nei calendari generali, ho pensato che sarebbe andata bene». Abbassano gli occhi le due bellezze. La bruna Ferilli raccoglie l'ingombrante eredità della Koll: secondo la vox po- puli, l'attrice di Brass sarebbe diventata l'Anja Pieroni di Berlusconi e Sabrina si starà forse chiedendo chi le toccherà, dopo Sanremo. Bertinotti, magari? Lei è comunque un tipo da opposizione e a Pippo dà rigorosamente del «lei» anche se lui protesta: «Mi fa sentire vecchio». Grandi seni e statura minuta su tacchi altissimi, dice subito parole veraci: «Un Festival era l'unica cosa che mi mancasse. I film che ho girato hanno avuto l'apprezzamento della critica ma non del pubblico: qui c'è un palco da esportazione e con l'Eurovisione ho la possibilità di farmi conoscere. Conosco i miei biniti ma non mi preoccupano: partecipo al minestrone e spero di scodellarlo senza sporcare la tovaglia. Però, che ritmi da manicomio: ci vogliono salute e nervi, per reggerli. Non sono abituata, non so come faccia Pippo a sopravvivere». Mentre lui se la ride silenziosamente, è la volta di Valeria. Molto stringata: «Pippo Baudo ha chiamato la "Riccardo Gay", la mia agenzia di modelle: ma io non avevo mai pensato di fare cinema né tantomeno tv. L'agenzia però ha dato l'Ok e a dicembre ho conosciuto finalmente Pippo. L'ho trovato simpatico davvero. Nella mia terra, l'Argentina, tutti conoscono il Festival: ora voglio divertirmi e farmi conoscere anch'io», [m. ven.]
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