La guerra implacabile degli assassini eli Rajiv

La guerra implacabile degli assassini eli Rajiv La guerra implacabile degli assassini eli Rajiv IL, CASO IL SOGNO INSANGUINATO DEGLI Bf INDÙ Ri ITORNEREMO». L'avevano promesso anche l'altra volta, nell'ottobre '87. Le truppe indiane, inviate da Rajiv Gandhi in soccorso al governo singalese, le avevano sconfitte e avevano preso la loro tana, Jaffna. La vendetta delle Tigri Tamil giunse dopo 4 anni, il 21 maggio del '91, quando un terrorista suicida mise al collo di Rajiv Gandhi una corona di fiori e tritolo. , «Ritorneremo», avevano ruggito le Tigri quando, nel dicembre scorso, la loro capitale era caduta per la seconda volta, sotto i colpi di 20 mila soldati del governo. Ieri, le «Black Tigers», nome di battaglia dei commando Tamil, hanno ricordato al loro nemico, Chandrika Kumaratunga Bandaranaike, che il duello continua. La tragedia che ha fatto di Sri Lanka, l'Isola Splendente edificata dal dio del vento Vaju per fare da reggia al dio della ricchezza Ruberà, un crogiolo di odio e sangue, è racchiusa nella guerra che oppone un popolo a una famiglia. Il popolo sono i Tamil, tre milioni di hindu che da 13 anni combattono la maggioranza singalese buddhista. Incarnata da una famiglia, i Bandaranaike. Il patriarca, Solomon (che i sostenitori chiamano con le iniziali, S.W.R.D.), porta il suo Freedom Party (Slfp) al potere cancellando un'altra dinastia, i Senanayake. E' il 1956: sono passati 2500 anni dalla morte di Buddha e dalla mitica fondazione di Sri Lanka. L'esaltazione religiosa per l'anniversario e la politica nazionalista di Bandaranaike accendono la protesta dei Tamil. Ma non è per mano loro che Solomon cade assassinato, tre anni dopo, bensì di un bikkhu, un monaco buddista. Il secondo Bandara- naike della dinastia è la vedova, Sirima vo, che governerà il Paese per 12 anni, alleandosi con trotzkisti e stalinisti. Chandrika, l'attuale presidente, accento francese (è stata educata a Parigi) e animo di ferro, è la figlia dei due ex padroni di Sri Lanka. E la vedova di Vijaya Kumaratunga, un divo della tv con la passione della politica, assassinato sei anni fa. Come quasi tutti gli aspiranti leader. A forza di farli saltare in aria con i sistemi più fantasiosi (comprese bici-bombe e barca-bombe), i Tamil sono accusati di complicità con il presidente, Ranasinghe Premadasa. Sospetto che il capo delle Tigri, Vellupilai Prabakharan, si incarica di dissipare, facendo assassi¬ nare prima lui (maggio '93), poi l'erede designato, Gammi Dissanayake (ottobre 1994). La guerra dei Tamil contro lo Stato .singalese era cominciata nel luglio '83. Dopo che le Tigri uccidono 15 soldati in un'imboscata, a Colombo si scatena un pogrom contro la minoranza hindu. Le loro case vengono bruciate, le scuole distrutte, 387 innocenti massacrati. Le Tigri scelgono la soluzione militare. Si battono per uno Stato proprio, il Tamil Eelam, il regno Tamil. E ne conquistano una parte, la penisola di Jaffna. Il governo deve combattere due nemici mortali. I guerriglieri hindu, a cui Prabakharan raccomanda di portare sempre con sé una capsula di cianuro, per evitare di essere presi vivi; e i terroristi marxisti del «Jvp» (Fronte di Liberazione popolare), che già nell'aprile '71 avevano tentato un'insurrezione e ora danno la caccia ai leader politici (tra cui il marito di Chandrika Bandaranaike). Il presidente Premada- sa, che sogna di fare della sua isola la Singapore del subcontinente indiano, scatena contro gli oppositori gli squadroni della morte, che fanno 40 mila vittime. Salita al potere, l'ultima dei Bandaranaike cerca un compromesso con le Tigri. Offre a Prabakharan di trasformare lo Sri Lanka in uno Stato federale. Ma i Tamil rifiutano: vogliono l'indipendenza. La presidente muove l'esercito, che il 17 ottobre stringe d'assedio Jaffna. Sembra una mossa per fare pressione sulle Tigri; invece i soldati attaccano con carri armati e bombardieri, e travolgono i Tamil. Centinaia di migliaia di hindu fuggono, i guerriglieri scompaiono nella giungla, verso le coste orientali, per proseguire la lotta. «Le mie proposte sono state respinte troppo presto, ma restano sempre sul tavolo li blandisce con una nota di sarcasmo la Bandaranaike -. Attendo una risposta». Ieri l'ha avuta. AldoCazzullo Primì soccorsi davanti alla sede della Banca centrale luogo dell'attentato

Persone citate: Chandrika, Chandrika Kumaratunga Bandaranaike, Freedom, Kumaratunga, Rajiv Gandhi, Ranasinghe Premadasa

Luoghi citati: Parigi, Singapore