E diventato un corridore per restare in Italia di Giorgio Viberti
E' diventato un corridore per restare in Italia Il marocchino del Cus primo ai societari di cross E' diventato un corridore per restare in Italia Grande impresa del marocchino Abderrahim Zitouna ai Societari di cross di Salsomaggiore. L'atleta africano del Cus Torino ha stupito tutti precedendo sul traguardo alcuni fra i migliori specialisti italiani, come Baldini, il promettente Mazzara, Carosi, Modica, Bettiol, Togni, Arlati, Di Lello e Alliegro, giunti nell'ordine alle sue spalle. Zitouna, venticinquenne di Khouribga (120 km da Casablanca), è parso rigenerato dai recenti allenamenti in altura nel suo Marocco, grazie ai quali spera di ben figurare anche ai prossimi campionati nazionali di fine febbraio e soprattutto ai Mondiali di cross a marzo in Sud Africa. Quello sarà l'esame di maturità per Abderrahim: «Se riuscirò ad arrivare nei primi venti - conferma Zitouna allora potrò coronare il mio sogno di andare alle Olimpiadi di Atlanta per disputare i 10 mila». Ma c'è un altro desiderio che il piccolo e simpatico marocchino vorrebbe realizzare: «Da anni sono in Italia, ma non ho ancora ottenuto il permesso di farmi raggiungere da mia moglie, che poco più di due mesi fa mi ha regalato una splendida bimba. Mi mancano molto». La storia italiana di Zitouna intenerisce. Abderrahim, sull'esempio dei suoi due cugini Miloude e Abdellkader, arriva a Torino per cercare lavoro. Comincia come venditore ambulante di occhiali, ma la polizia lo ferma e gli contesta alcune irregolarità, requisendogli la merce e affibbiandogli una multa salata per pagare la quale Zitouna resta senza un soldo. L'immediato ritorno in Marocco sembra l'unica possibilità per Abderrahim, che tuttavia grazie a un suo connazionale che sa qualche parola di italiano viene a sapere da una rivista sportiva di una gara di cross a Borgaro. Zitouna, abituato a correre da quando aveva 12 anni, deci¬ de di provarci: si presenta all'iscrizione in maglietta con le maniche corte, ma siamo in novembre e Remo Cerutti, patron della società organizzatrice, preso quasi a compassione gli presta una divisa del suo club. Abderrahim sente che quella è la sua grande occasione e, subito dopo il via, impone alla gara un ritmo indiavolato. Nessuno sa resistergli: il signor Cerutti, al traguardo, sentendo che in testa alla corsa c'è uno dei suoi, gioisce cercando di immaginare chi mai possa essere diventato cosi forte fra i suoi ragazzi. Poi, in fondo al rettilineo finale, vede la sagoma non certo familiare di Zitouna, che conclude da trionfatore la gara: da quel giorno Abderrahim sarebbe stato per due anni un atleta della Cerutti. La sua storia di podista era cominciata. «Devo moltissimo a Remo Cerutti - ci tiene a precisare Zitouna - e senza di lui non sarei mai diventato un atleta. Prima di essere tesserato dal Cus ho gareggiato anche per le Valli di Lanzo, quindi a Brescia, ma avevo troppa nostalgia di Torino e dei suoi dintorni. Qui ci sono colline, spazi verdi, strade lontane dal traffico su cui allenarsi. E poi al Cus ho trovato una seconda famiglia». Dunque non soffre del mal d'Africa? «Del Marocco mi mancano molto la mia famiglia e i miei genitori, ma ormai mi sento un po' torinese. Anche la vostra lingua mi è diventata familiare. Questo per me è l'anno decisivo, nel quale capirò se posso diventare qualcuno nella corsa. Per adesso continuo con il cross, poi cercherò di far bene i 10 mila per andare alle Olimpiadi, ma nel mio futuro c'è un altro obiettivo: la maratona. Sono nato per correre e le lunghe distanze non mi spaventano». Giorgio Viberti Zitouna ha due sogni: gareggiare ad Atlanta e portar qui la famiglia mnn Abderrahim Zitouna ha cominciato a gareggiare quasi per caso
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