Servono due «corsetti» e l'ospedale non paga

Tra burocrazia e solidarietà Tra burocrazia e solidarietà Servono due «corsetti» e l'ospedale non paga Bambini ustionati costretti a rimanere in corsia, «Basta un milione e 850 mila» Due bambini di 3 e 14 anni ustionati nel rogo della loro casa in provincia di Cuneo potrebbero essere dimessi dal Regina Margherita dopo un mese di ricovero, ma il Servizio Sanitario non paga i corsetti protettivi per proteggerli dalle infezioni, e li «imprigiona» in ospedale spendendo il doppio per la loro degenza. E' la storia di Radovan e Zaccaria Maarouf, marocchini, che il 27 dicembre sono scampati per miracolo alla morte nel rogo della loro casa di Castelletto Stura. Nell'incendio sono rimasti ustionati anche i genitori e un fratello maggiore, tutti ancora in ospedale. Scongiurato il dramma, arriva la beffa: «Radova e Zaccaria potrebbero essere dimessi, ma col corsetto: la loro pelle è troppo delicata» spiega un medico dell'Infantile, parlando di ustioni di 2° e 3° grado su mani, piedi e collo. Però i genitori dei due bambini sono sul lastrico e non hanno il denaro per comprare i corsetti che permetterebbero ai figli di lasciare l'ospedale e andare a vivere da parenti. Giulia Ferro, assistente sociale, lancia un appello alla solidarietà: «Serve 1 milione e 850 mila lire». E denuncia: «E' assurdo: quei corsetti vengono utilizzati abitualmente per dimettere pazienti ustionati, eppure il servizio sanitario si ostina a non prevederli nell'elenco delle terapie e delle attrezzature mutuatali». Pagare o .neno la spesa ai pazienti è in sostanza una decisione che lo Stato affida alla sensibilità e ai bilanci delle singole Usi. ((Alcune almeno rimborsano la spesa - prosegue la Ferro - Altre come la nostra invece non fanno neppure quello». ((Aiutateci, per favore» implora la madre dei due bambini, Hilani Zahara. Chi cancella questo paradosso sanitario senza dover sempre ricorrere all'aiuto di Specchio dei tempii «Non è umano costringere un bimbo a stare in ospedale, quando potrebbe vivere in famiglia». Im. acc] La madre Hilani Zahara con il piccolo Zaccaria di appena tre anni che non può lasciare l'ospedale

Persone citate: Giulia Ferro, Zaccaria Maarouf, Zahara

Luoghi citati: Castelletto Stura, Cuneo