Bohème col cuore in gola

note Pavarotti e la Freni provati dal rogo che ha distrutto la Fenice Bohème col cuore in gola Prove ok, e domani la prima i cento anni di rodolfo e mimi' E' un conto alla rovescia dai mille e talora tristi colpi di scena, questo di «Bohème». Prima lo sciopero dei vigili del fuoco, a mettere in forse la prima. Poi, il rogo che ha distrutto «La Fenice»: una nota sinistra che s'aggiunge alla sana tensione del debutto. Già ieri sera Pavarotti ha annunciato che terrà un concerto in piazza San Marco per raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione del tempio veneziano della lirica. E domani, alla «prima» un istante di riflessione - forse un minuto di silenzio - getterà un ideale ponte fra due teatri accomunati dalla stessa sorte: l'antico Regio di Torino (divorato dalle fiamme nel 1936) la cui nuova vita, nel momento del dolore, è un augurio per la Fenice che deve risorgere dalle ceneri dell'altra notte. E già oggi il sindaco Castellani esprimerà la commozione di Torino durante la cerimonia dell'intitolazione del Piccolo Regio a Giacomo Puccini. «Avvertiamo con ancor maggiore intensità il valore di ciò che rappresentano la musica e i suoi luoghi», dice il sovrintendente Elda Tessore. Quanto a Pavarotti, l'intera stampa italiana lo ha braccato telefonicamente per tutta la mattinata di ieri, a caccia di dichiarazioni sulla fine della Fenice. Il tenore, fiutando l'aria infida, l'altra sera aveva raccommandato al direttore del Principi di Piemonte: «Niente telefonate prima dell'una». E all'una in punto la camera di Lucianone s'è trasformata in un centralino. Alle due e mezzo il povero Pavarotti è fuggito in teatro, per la prova generale. Non ha avuto una mattinata migliore Mirella Freni, nel suo minialloggio del residence Du Pare: «Che dire? - rispondeva triste ai cronisti - la mia prima "Bohème" l'ho fatta proprio lì, a Venezia. A ricordarla, oggi, con davanti agli occhi le immagini dei tiggì e delle fiamme assassine che divorano il tempio, mi vengono i brividi. Meno male che ci resta un giorno. Se fosse accaduta 24 ore dopo non so se io e Luciano avremmo trovato il coraggio di salire sul palco». Stati d'animo a parte, la prova generale di ieri pomeriggio s'è svolta senza imprevisti, a parte una doccia fuori programma per Pavarotti, che s'è rovesciato addosso un bicchiere d'acqua che credeva vuoto. Ora, molti si domanderanno quanto costerà al Regio la bella festa. La spesa maggiore è per l'allestimento e i costumi: sui 600 milioni. Ma i materiali (acquistati, non affittati) potranno essere riutilizzati dall'ente lirico: questa «Bohème» entrerà nel repertorio del teatro. Ma l'aspetto strabiliante dell'operazione sta nei cachet degli artisti: sia Pavarotti, sia Freni si accontentano del compenso massimo previsto dai tariffari dell'Anels, l'Associazione nazionale enti lirici e sinfonici. Morale: le due superstar canteranno per 35 milioni a testa. Una miseria. Prendeva di più Fiorello. Dalle pieghe del budget, sono saltati fuori anche gli omaggi per gli spettatori della «prima» che arrivando a teatro riceveranno ricche regalie: una copia anastatica del libretto originale dell'opera, un volume di saggi pucciniani e infine il ed «Torino per Puccini» con le registrazioni di grandi interpreti che si sono esibiti in città nell'ultimo mezzo secolo. Terminata la gran soirée, i circa duecento invitati speciali (si sono aggiunti Donatella Pecci Blunt, Giorgio Armani, nonché il principe libico Idris Al Senoussi, amico personale del direttore Daniel Oren) si trasferiranno a Palazzo Barolo per il banchetto offerto da Castellani. Anche i sindaci delle città sede d'enti lirici siederanno a quei tavoli: unici assenti (giustificati dalle tragedie che hanno colpito Napoli e Venezia) Bassolino e Cacciari. Ai nove illustri superstiti, domani pomeriggio, toccherà pure lavorare: su idea del sindaco Castellani, parteciperanno a una riunione sul futuro delle telecomunicazioni. Quanto ai comuni mortali esclusi dal banchetto di Palazzo Barolo, essi potranno consolarsi con i menù a tema offerti da alcuni ristoranti cittadini. La maratona gastronomica dedicata a Puccini durerà fino al 15 febbraio. I ristoranti che partecipano all'iniziativa sono nove (nomi come «La Cloche» o il «Montecarlo»). Chi non vuole restare a digiuno di specialità bohémiennes s'affretti a prenotare. Gabriele Ferraris Emanuela Minacci Forse sarà osservato un minuto di silenzio I conti dell'opera: per i due protagonisti cachet di 35 milioni IL BANCHETTO OFFERTO DALLA CITTA' * Aperitivi Olive farcite Frittelline alle erbe Croquettes di ricotta e speck Eclaire ai gamberi Bottoncini alla crema tartufata Rollè al salmone affumicato Tartellettes con ovetti di quaglia al cerfoglio Crostini al lardo e melograno Fiorellini al filettuccio affumicato Bignoline alla spuma di tonno Agnolottini alla salsa di fonduta e tartufo Filetto in crosta di erbe aromatiche Panachè di legumi Sorbetto all'uva con uva brinata e melograno VINI Gavi La Battistina Dolcetto Ceretto Moscato La Caudrina [*] Cucina Daturi & Motta Un momento delle prove di ieri svoltesi a porte chiuse Tutto è andato secondo le previsioni a parte un curioso incidente che ha visto come protagonista Pavarotti Il tenore si è rovesciato addosso un bicchiere d'acqua Pensava si trattasse dei solito oggetto di scena, vuoto Luciano Pavarotti (Rodolfo) e Mirella Freni (Mimi) in un tenero atteggiamento I due protagonisti si sono accontentati di un cachet minimo, per rendere omaggio ai cento anni della Bohème: percepiranno 35 milioni a testa, meno di quanto hanno preteso molti cantanti di musica leggera

Luoghi citati: Bassolino, Montecarlo, Napoli, Piemonte, Torino, Venezia