«Così l'Alitalia non si salverà» di Bruno Gianotti
La commissione Trasporti censura i vertici: nessuna volontà di intervenire La commissione Trasporti censura i vertici: nessuna volontà di intervenire «Così l'Alitalio non si salverà» Iti, risanamento ancora lontano ROMA. Alilalia nell'occhio del ciclone, Iri con molte nubi nere all'orizzonte, Rai ancora «congelata» in attesa di nuovi sviluppi della situazione. E' stata una giornata nera, ieri, per l'istituto di Michele Tedeschi. Unica nota diversa, Stet International proporrà il 19 febbraio un aumento di capitale di 1033 miliardi. Ma la compagnia di bandiera e il suo azionista sono usciti con le ossa rotte dall'audizione in Commmissione trasporti della Camera. Mentre il personale manifestava davanti a Montecitorio e i 9 sindacati annunciavano l'ultimatum, un protocollo definitivo da proporre nella trattativa che riprende oggi, i commissari emettevano una sentenza che sa di condanna: «L'Alitalia può essere salvata, ma - hanno detto in coro - pare che non ci sia la reale intenzione di farlo». Commenti brucianti: «Pare che si voglia affossarla per venderla al miglior offerente» (Annamaria Biricotti, pds). «E' stata una cosa a metà tra un processo e un funerale» (Publio Fiori, an). Sul piano finanziario, l'istituto ò al bivio. Ieri, dal consiglio di amministrazione che ha esaminato anche la situazione Rai, sono emerse due ipotesi: se continua senza privatizzazioni va incontro ad una perdita di 1650 miliardi e ad un indebitamento di 23.600, con il rischio di ricorrere a riduzioni di capitale per coprire le perdite; se cede la Stet e altre società, può risolvere in parte i suoi problemi: l'ipotesi è di incassare circa 16.400 miliardi, ridurre l'indebitamento a 6600 miliardi e chiu¬ dere il bilancio in rosso per mille miliardi. Nel migliore dei casi, Tiri non arriverebbe comunque a centrare l'obiettivo di ridurre l'indebitamento al livello stabilito da Bruxelles su quota 4562 miliardi. Le due possibilità sono contenute in un documento distribuito ieri ai consiglieri dal presidente Michele Tedeschi. L'agenzia Radiocor ne ha diffuso una sintesi e subito è arrivata la precisazione dell'Ili: «E' un documento istruttorio». Ma l'agenzia ha ribattuto di aver avuto la conferma da «ambienti del Consiglio stesso»: il testo costituirà la base per la discussione sul futuro dell'istituto «in occasione del Consiglio convocato per il prossimo 8 febbraio». Il primo scenario è drammatico: chiuso il '95 con una esposizione lorda di 25.100 miliardi, e un risultato di esercizio in miglioramento (perdita ridotta da 1471 a 421 miliardi), Uri senza privatizzazioni andrebbe a perdere altri 1650 miliardi a fine '96. E in totale, con le perdite '95 riportate a nuovo, raggiungerebbe i 2100 miliardi, poco meno di un terzo del capitale sociale (6370 miliardi). Se dovesse arrivare qualche aggravio, come un aumento dei tassi, le perdite sarebbero superiori al terzo del capitale e ne andrebbero di mezzo la quota eccedente il controllo di Stet e il 20% detenuto in Autostrade: valore complessivo sui 2400 miliardi, ma un semplice palliativo, perché lo stesso problema tornerebbe «a distanza di pochi mesi», ma soprattutto «non sarebbero rispettati gli impegni as¬ sunti a livello comunitario» visto che l'indebitamento si attesterebbe intorno ai 23.600 miliardi. Nel secondo scenario, ecco l'ipotesi di privatizzazioni da completare entro il '96: Stet, Fintecna, quota Autostrade, Finmare, Sme (15%), Sofinpar, Cr Roma Holding e Bancaroma. Ma l'Iri non riuscirebbe a completare il piano di risanamento e dovrebbe ricorrere ancora alle partecipazioni di terzi con l'eventuale dismissione delle residue partecipazioni: Finmeccanica, Alitalia e Rai. Tutto con una condizione: prezzi «più realistici di quelli attuali che, in taluni casi, risultano addirittura inferiori ai prezzi di carico». E' il caso Stet: l'ultima valutazione Jp Morgan-Albertini stima l'ordinaria almeno sulle 6500 lire, mentre oscilla in Borsa sulle 4670 lire. E gli analisti Iri prevedono che le Stet debbano raggiungere le 6700-7000 lire, per essere messe sul mercato a condizioni remunerative. Bruno Gianotti 11 presidente dell'lri Michele Tedeschi
Persone citate: Annamaria Biricotti, Holding, Michele Tedeschi, Publio Fiori
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