Fisco, gli autonomi contro Fantozzi

Sotto tiro le dichiarazioni che si discosteranno più del 25% dai criteri stabiliti Sotto tiro le dichiarazioni che si discosteranno più del 25% dai criteri stabiliti Fisco, gli autonomi contro Fantozzi Commercianti e artigiani: no ai nuovi parametri ROMA. Promette di essere un altro tormentone di polemiche e di disquisizioni su numeri astrusi, questo nuovo tentativo di combattere l'evasione fiscale intrapreso dal ministro delle Finanze Augusto Fantozzi: i «parametri contabili» per farla breve. Le prime reazioni delle categorie interessate sono negative ma non battagliere: il decreto approvato ieri l'altro dal Consiglio dei ministri contiene il (complicatissimo) metodo, non ancora gli effettivi parametri. Alcuni esempi diramati ieri dal ministero non chiariscono molto chi dovrà pagare di più. Il punto fermo è che si chiederà di pagare più tasse - nelle dichiarazioni relative al '95 e retroattivamente per il '94 - a un terzo circa dei contribuenti con redditi da lavoro autonomo e impresa minore (commercianti, artigiani, professionisti). Saranno quelli i cui redditi dichiarati si discosteranno più del 25% da quelli risultanti dai parametri; il versamento minimo sarà di 500.000 lire. Con ampio uso di dati risultanti dall'Anagrafe tributaria e strumenti matematico-statistici impenetrabili ai più, al ministero sono convinti questa volta di essere andati assai più vicini a individuare i veri reprobi. «Rozza» fu definita la minimum tax di tre anni fa (governo Amato) che chiedeva a tutti i contribuenti autonomi di conformare le loro dichiarazioni a dei valori minimi schematicamente calcolati, sotto pena di accertamenti automatici. «Vessatorio» era secondo i suoi critici il concordato di massa appena concluso (governi Berlusconi e Dini). Questa volta il discorso non è rivolto a tutti, ma solo a chi si discosta sostanzialmente dai parametri. Chi si metterà in regola retroattivamente per il '94 avrà gli stessi vantaggi previsti dal concordato. I nuovi parametri sono ricavati dalle dichiarazioni stesse dei contribuenti; cercano su questa base di configurare una azienda-tipo che fa il suo dovere verso il fisco, e di far allineare ad essa quelle sospette. Come già per il concordato di massa, il ministro Fantozzi ha cercato di muoversi con la collaborazione, o almeno la non ostilità, delle associazioni di categoria interessate. Prudente, guardingo, è il primo commento della Confcommercio: «La notizia ancora non c'è perché il Consiglio dei ministri si è limitato a prendere atto di un metodo che si basa su indicatori poco significativi, ma nessuno conosce realmente quali siano i parametri fissati». Più polemica è la Confartigianato: «La collaborazione con noi è stata tentata, ma non consumata - dice il presidente Ivano Spalanzani perché non sono state accolte richieste sostanziali, come la possibilità di avere fidejussioni per gli importi da versare». Secondo Marco Venturi, segretario generale della Confesercenti, i parametri sono «rozzi» e «i lavoratori autonomi si trovano a misurarsi con richieste di circa 15.000 miliardi in pochi mesi, 7000 già pagati con il concordato, 5000 dai parametri, 1000 dal con¬ cordato previdenziale e circa 2000 dalle rate '96 del concordato». Il principale parametro sarà, per le imprese minori, il ricarico sui costi. Ci sono poi gli acquisti di servizi, il valore dei beni strumentali, le spese per il personale, le quote ai collaboratori familiari e così via. Per i professionisti, compaiono i compensi a terzi, i consumi, le spese per i collaboratori, le altre spese. Il sistema dei parametri è destinato ad essere transitorio. Dall'anno prossimo lo sostituiranno i più particolareggiati «studi di settore», [s. 1.] A sinistra il presidente del Consiglio Lamberto Dini e accanto Piero Giarda, sottosegretario al Tesoro

Persone citate: Augusto Fantozzi, Berlusconi, Dini, Fantozzi, Fantozzi Commercianti, Ivano Spalanzani, Lamberto Dini, Marco Venturi, Piero Giarda, Prudente

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