Le ROSE ROSSE del sabato sera

Il gruppo di Pingitore e del Bagaglino su Canale 5 dal 3 febbraio Il gruppo di Pingitore e del Bagaglino su Canale 5 dal 3 febbraio Le ROSE ROSSE del sabato sera ROMA. Nel «giardino Italia» sbocciano le «Rose rosse» di Pierfrancesco Pingitore e della squadra del «Bagaglino»: l'appuntamento è fissato per sabato 3 febbraio su Canale 5 in prima serata, ci saranno Valeria Marini, Pippo Franco, Oreste Lionello, Leo Gullotta e tutti gli altri personaggi che hanno fatto la fortuna teatrale e televisiva dello storico «Salone Margherita». La satira sulla politica italiana sarà naturalmente al centro dello show, anche se, nel confezionare quest'ultima edizione, gli autori (Pingitore insieme con Mario Castellacci e Carla Vistarmi) hanno riservato un'attenzione particolare alla figura del cittadino italiano, estenuato dall'inconcludente balletto dei politici e quindi bisognoso di cure, consolazioni e soprattutto risate liberatorie. Sulla struttura dello spettacolo non si sa ancora molto. Pingitore punta sull'effetto sorpresa, conta sull'attualità e si limita a descrivere, in anticipo, solo l'atmosfera che ispirerà le gag dei suoi attori: un'aria un po' stagnante, in cui è tangibile la delusione generale verso partiti e governanti e in cui diventa pressante il bisogno di reagire anche solo con una battuta. I soliti qualunquisti? Certamente anche quest'anno ci sarà chi sparerà a zero contro la satira «di regime» proposta dal Bagaglino e contro il modo troppo facile e troppo poco aggressivo con cui vengono rappresentati i politici. Ma Pingitore e compagni hanno imparato da tempo a ignorare le critiche andando avanti per la propria strada. Dalla loro parte hanno gli ascolti a valanga: una media di circa dieci milioni messa in crisi l'anno scorso solo dal fortissimo «Papaveri e papere» di Baudo. E poi c'è la filosofia, quieta e concreta, di Pierfrancesco Pingitore: il filo rosso che lega l'ancheggiare della Marini con la battuta greve in stile Martufello; la parodia di Lionello con la marcetta di Pippo Franco; il virtuosismo di Gullotta con le somiglianze strappa-risate di Manlio Dovi e Carlo Frisi. «Sfoglio i giornali e annuso l'aria - ha spiegato Pingitore -. Cerco di avere un'informazione esauriente su quello che accade nel nostro Paese, ma evito gli approfondimenti specialistici. Per far ridere bisogna affrontare gli argomenti in un modo vicino al grande pubblico». E per spiegarsi meglio Pingitore non esita a citare il futurista Marinetti e la sua concezione di teatro di varietà. «Una forma di teatro moderno, sintetico ricorda - basato su battute e sketch immediati». L'erede diretto, insomma, di quel «caffè concerto» tanto in voga agli inizi del secolo: un genere scomparso, subissato dal varietà formato video che è cosa completamente diversa. Anche quest'anno la squadra del Bagaglino, in onda per otto sabati, dovrà vedersela con la concorrenza di Pippo Baudo che, in coppia con Magalli, guida su Raiuno «Millelire al mese». Ma stavolta, forse, Pingitore e compagni avranno un nemico in meno: quelle interruzioni pubblicitarie che nella passata stagione sicuramente non giovarono a uno spettacolo di impianto completamente teatrale come era «Champagne». Naturalmente anche quest'anno ci saranno gli spot, ma sul modo con cui saranno distribuiti nel tessuto dello show Pingitore ha molto discusso e riflettuto. Le elezioni politiche sono il pericolo numero due che minaccia il tranquillo svolgimento di «Rose rosse»: in caso di campagna elettorale le norme della «par condicio» riguarderebbero inevitabilmente anche le caricature dei politici proposte sul palcoscenico del Salone Margherita. «Per il momento - ha osservato Pingitore - mi sembra inutile preoccuparsi. E poi noi da anni prendiamo in giro tutti, senza distinzioni e quindi la "par condicio" l'abbiamo già applicata». Insomma lo spettacolo va avanti e se un finto Bossi o un finto Berlusconi dovranno ma¬ gari ridurre i loro interventi nello show o comunque farli durare esattamente lo stesso numero di minuti, troveranno più spazio altri personaggi: per esempio l'eroina disneyana Pocahontas nella personale versione di Oreste Lionello; oppure il principe Carlo d'Inghilterra riveduto e corretto da Manlio Dovi; o anche l'Emilio Fede visto da Carlo Frisi e naturalmente l'impareggiabile signora Leonida inventata da Leo Gullotta. Nessun problema, infine, per Pippo Franco che in «Rose rosse» sarà soprattutto il «giardiniere, specializzato nella coltivazione delle rose, simbolo dell'amore e di un linguaggio che per esprimersi fa a meno delle parole. Dice e non dice. Proprio come va di moda oggi tra i nostri politici». [f. c.J Squadra che vince non si cambia Tornano: la satira le forme della Marini le battute di Martufìello e si aspetta il record d'ascolto «Noi del Salone Margherita non abbiamo paura di nessuno applicheremo la par condicio» Il regista: «Sfoglio i giornali e annuso l'aria Per far ridere bisogna affrontare gli argomenti più vicini al grande pubblico» A OLI braio SE a | |i Una foto di gruppo dei protagonisti del Bagaglino, amatissimi dal pubblico tv. A destra Valeria Marini, sex symbol nostrano

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