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Manolo, pena leggera Manolo, pena leggera Killer di Pontevico: 15 anni Lui: ho collaborato con i Savi BELGRADO. Ljubisa Vrbanovic, detto Manolo, è stato condannato a 15 anni di carcere per l'assassinio di 4 componenti della famiglia Viscardi (padre, madre e 2 figli) la notte di Ferragosto '90 a Pontevico, vicino a Brescia. La pubblica accusa e la parte civile, che rappresenta gli interessi di Guido Viscardi, unico superstite della famiglia, avevano chiesto la pena di morte. Il pm ha presentato ricorso in appello, l'avvocato di parte civile Sekulovic e Guido Viscardi hanno lasciato l'aula del tribunale di Rragujevac, in Serbia, amareggiati. «Questa sentenza equivale a una licenza di uccidere - ha commentato Sekulovic - in vita sua Manolo non ha fatto altro che uccidere persone». Manolo ha ascoltato la lettura della sentenza impassibile. Il pm ricorrerà in appello. Guido Viscardi ha criticato le autorità italiane per gli aiuti non forniti durante il caso. «Ringrazio tutti a nome della mia famiglia, mio padre, mia madre, mio fratello e mia sorella per aver fermato un grande mascalzone», ha detto con dolorosa ironia prima di lasciare la Serbia per tornare in Italia. Ha annunciato che chiederà di potersi autodifendere nel caso che Manolo, una volta libero, riuscisse a tornare in Italia. Una preoccupazione fondata. La condanna a 15 anni potrebbe essere ridotta per buona condotta e Manolo proprio ieri - durante la trasmissione «Chi l'ha visto?» dove era intervistato - ha minaciato Viscardi: «Ha commesso uno sbaglio chiedendo per me la pena di morte, lui ha minacciato me, io minaccio lui». Il killer slavo ha aggiunto che conosceva i frateli Savi e la banda della Uno bianca: «C'eravamo divisi il territorio per compiere le rapine, io tenevo i contatti. Quando nel '90 venni arrestato in Italia diedi un falso nome e furono i Savi a l'anni uscire dal carcere di Rimini», [r. cri.]