Milano Cusani sfida la Procura«False le prove contro di me Borrelli non merita risposta»

Milano, Cuscini sfida la Procura Milano, Cuscini sfida la Procura «False le prove contro di me» Borrelli: non merita risposta BRESCIA. Nell'inchiesta Cusani, l'allora pm Antonio Di Pietro avrebbe utilizzato due documenti bancari falsi per accusare il finanziere. Lo ha sostenuto ieri al processo all'ex presidente vicario del tribunale di Milano, Diego Curtò, in corso a Brescia, lo stesso Sergio Cusani, che ha chiesto di produrre la documentazione. Il tribunale, presieduto da! giudice Roberto Pallini, ha respinto l'istanza. Ora Sergio Cusani sta valutando con i suoi avvocati se presentare una nuova istanza per la riapertura del procedimento contro Antonio Di Pietro, da lui accusato di calunnia e abuso d'ufficio, e già archiviato lo stesso anno dal gip Anna Di Martino. Cusani, già condannato a sei anni di reclusione per la vicenda Enimont, al termine della sua lunga deposizione davanti ai magistrati bresciani ha spiegato ai giornalisti la vicenda. Di Pietro, secondo il racconto del finanziere, avrebbe utilizzato due ricevute di altrettanti pagamenti con la data contraffatta. Secondo Di Pietro i pagamenti (un milione e 20 mila franchi svizzeri e 750 mila dollari), pagati dal banchiere svizzero Francesco Pacini Battaglia per conto dell'Eni a Vincenzo Balzamo e a Severino Citaristi, rispettivamente segretari amministrativi del psi e della de, sarebbero avvenuti nell'ottobre 1990, cioè poco prima della decisione del fermo giudiziario delle azioni Enimont. «Non ho nessuna dichiarazione da fare in proposito», ha detto il procuratore capo della Repubblica di Milano, Francesco Saverio Borrelli, dopo aver avuto notizia delle affermazioni di Cusani fatte a Brescia. [Ansa]

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