I vescovi politici fate presto

I vescovi; politici/ fate presto Documento della Cei: il dibattito è lontano dagli interessi della gente I vescovi; politici/ fate presto «Troppe discussioni, questa crisi va superata» CITTA' DEL VATICANO. Fate presto, per favore: i vescovi italiani chiedono alla politica tempi rapidi, e la fine di una fase di ambiguità, confusione, incertezza che li rende preoccupati. La settimana scorsa si è riunito il consiglio della Conferenza episcopale italiana, il «governo allargato» dei vescovi. Non poteva mancare la situazione del Paese, dall'ordine del giorno sul tappeto. E le conclusioni non sembrano orientate all'ottimismo. «Speriamo che si vada sollecitamente verso una chiarificazione conclusiva della situazione politica - ha dichirato mons. Ennio Antonelli, segretario della Cei - per poter recuperare slancio verso una politica realmente al servizio dei problemi concreti della gente». Dal che si deduce un primo giudizio su quanto sta accadendo ora, e cioè che le polemiche e le discussioni sembrano, per i presuli, ben lontane dagli interessi reali del Paese. Insomma, questa crisi ai vescovi non piace per nulla. La Chiesa è legata dalla sua decisione di non in- terferire e «non deve coinvolgersi con alcuna scelta di schieramento politico o di partito, e nemmeno esprimere preferenze per l'una o l'altra soluzione istituzionale o costituzionale, a patto che sia rispettosa dell'autentica democrazia». Questa la premessa. I presuli, ha detto Antonelli, «sono consapevoli della crisi, grave, ma non possono dare suggerimenti sul piano concreto delle riforme di carattere istitu¬ zionale». Ma le modifiche future dovranno avvenire «in forme veramente democratiche, che assicurino la governabilità, ma anche il controllo, e la partecipazione dei cittadini». Sembra di intuire che le proposte di carattere accentratore e super-decisionista avanzate negli ultimi giorni non convincano i vescovi italiani. E' importante che si sia «animati dalla ricerca dell'interesse generale. E' questo l'atteggiamento che vorremmo vedere». In un'ipotetica graduatoria di priorità dei malanni nazionali, e delle preoccupazioni episcopali, al primo posto c'è «la situazione fluida e confusa della politica, con un continuo e confuso variare di prospettive», seguita dalla «crisi occupazionale, con il rischio che si allarghino le distanze fra le diverse aree geografiche e le categorie sociali», e poi dal problema dell'«unità nazionale». Poi c'è la «crisi demografica, che preoccupa per il futuro stesso del popolo italiano, oltre che per ragioni previdenziali». [m. t.] Monsignor Ennio Antonelli segretario della Conferenza episcopale italiana

Persone citate: Antonelli, Ennio Antonelli

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