Altro che sorpasso
In una giornata-trappola, i rossoneri vincono a Udine e allungano In una giornata-trappola, i rossoneri vincono a Udine e allungano Altro che sorpasso Milan spietato, Juve in ripresa DOVEVA essere il giorno del grande sgambetto. Molti, troppi, indizi sembravano annunciarlo: se non, addirittura, propiziarlo. La Fiorentina impegnata in casa contro il Vicenza, temibile sì, irresistibile no, il Milan di scena sul terreno minato di Udine. La squadra di Ranieri aveva tutto dalla sua: il fattóre campo, l'orario, le assenze trasversali di Baresi e Weah, la gamma dei risultati (anche un pareggio degli acerrimi rivali avrebbe potuto garantirle l'agognato sorpasso). Contrordine, compagni. Imbattuto da quattordici giornate, il Milan ha vinto (2-0, parole e musica di Maldini e Boban), la Fiorentina no ( 1 -1, botta di Batistuta, sprechi di Otero, risposta di Di Carlo). Complimenti a Guidolin e alla sua ciurma. E così la forbice si allarga: tre punti sulla compagnia di Cecchi Gori, cinque sul Parma, rimontato a San Siro dall'Inter (però, i cugini). La Fiorentina paga l'angosciosa sindrome da rincorsa e, squalificati Amoruso, Bigica e Cois, la modesta qualità delle alternative. Il solco lo tracciano proprio i rispettivi forzieri. Capello gongola: quella che per mezz'ora sembrava una formazione cervellotica (Albertini in panchina, Eranio terzino destro, Maldini centrale, Savicevic gregario), si è trasformata, strada facendo, nell'ennesima miniera d'oro. Vero, il Milan non ha brillato: e allora? Il calcio è un mistero, buffo. Dopo lo 0-0 di Cremona e 10 stitico 1-0 con il Padova, si era gridato alla Weah dipendenza. E non a caso, pur dì averlo indietro in tempo utile, la società aveva gufato contro la Liberia (missione compiuta) e speso milioni di e in telefonate (missione fallita). Per tacere della dolorosa rinuncia a Baresi. Desailly ne aveva rifiutato la supplenza. Capello, allora, ha ripiegato su Maldini, che da centrale aveva giocato (male) a Vicenza. Morale: Maldini è stato di gran lunga il migliore in campo. Per carità, nel momento del bisogno gli dei hanno dato una mano al Milan, 11 cui primo tempo, orribile, mai e poi mai avrebbe giustificato il premio del gol. Del resto, i fatti parlano chiaro: al di là degli innegabili benefici ricavati, sul piano dell'incisività, dall'innesto di Weah (e di Roberto Baggio), il primato del Milan è, per adesso, un inno alla difesa: 12 gol subiti, l'ultimo, su rigore, a opera di Rizzitelli il 17 dicembre). Passano gli anni, non cambia il timbro. Certo, quel Savice vie che da elzevirista insigne si trasforma in oscuro tipografo, se da una parte è un delitto di le sa estetica, dall'altra costituisce il trionfo del verbo capelliano, sordo ai canti delle occasionali sirene, sensibile, esclusivamen te, al gocciolio della classifica. Roberto Beccantini La Fiorentina s'inceppa contro il Vicenza Il Parma si fa raggiungere dall'Inter Un punto importante per il Torino a Bari A sinistra la rovesciata «alla Vinili» con cui Ciro Ferrara ha realizzato il secondo gol della Juve al Piacenza In alto il milanista Boban in azione a Udine Qui sotto la gioia dei granata dopo il gol realizzato da Rizzitelli
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