De Niro e Al Pacino duello finale

De Niro e Al Pacino, duello finale PRIME CINEMA In «Heat» s'incontrano per la prima volta, e solo nelle scene cruciali, i due grandi attori De Niro e Al Pacino, duello finale Le vite malinconiche del criminale e del poliziotto R OBERT De Niro e Al Pacino, criminale e poliziotto. Jn «Heat», bel film-caccia di Michael Mann, sono insieme i due massimi divi cinquantenni, tutt'e due italoamericani, tutt'e due eredi di meridionali emigrati negli Stati Uniti all'inizio del secolo, tutt'e due nati e cresciuti a New York ma in famiglie diverse: padre e madre di De Niro erano pittori, intellettuali, e in 53 anni lui non ha mai fatto altro lavoro che l'attore; Pacino, 56 anni, figlio d'un muratore, ha faticato nei mille mestieri dei giovani poveri. Tutt'e due, in momenti differenti dei Sessanta, hanno studiato recitazione con Lee Strasberg, ricavando dallo stesso maestro insegnamenti opposti: lo stile d'interpretazione di De Niro è tutto interiore, minimalista, profondo; quello di Pacino è tutto esteriore, gridato, furente. Stabilire quale dei due sia più bravo è questione di gusti: anche se Pacino è più manie¬ rato e più ostentatamente narcisista, troppo truccato specialmente agli occhi, e se la magrezza disidratata da pre-sessantenne in tiro gli dà un tocco patetico. Si sa che i due grandi attori si amano poco: erano stati insieme nel cast del «Padrino - Parte II» di Coppola, ma senza mai incontrarsi nella stessa scena. Stavolta, durante le due ore e tre quarti di «Heat», sono uno accanto all'altro unicamente in un paio di scene cruciali: un incontro al caffè in cui criminale e poliziotto debbono riconoscersi simili nella malinconia di vite perdute e nella contemplazione sfiduciata del mondo, facce differenti d'un analogo destino di morte, paure, violenze, inseguimenti, solitudine; e il duello finale nel quale uno soltanto può restare vivo. De Niro è a capo d'una piccola banda di rapinatori, non intende tornare in prigione mai più e vuol compiere un ultimo colpo decisivo prima di ritirarsi dal crimine, di andare lontano insieme con la ragazza di cui s'è innamorato. Pacino è il poliziotto logoro, infelice nella vita privata, che gli dà la caccia con instancabile accanimento nevrotico. De Niro rispetta la competenza delinquente e l'amicizia virile, si perde per punire uno spione, ha un principio: «Non far entrare nella tua vita niente da cui tu non possa sganciarti in trenta secondi netti». Pacino rispetta la professionalità, non ammette la sconfitta, è insofferente: «Comprensione? L'abbiamo finita ieri. Oggi non abbiamo tempo». Il soggetto e la sceneggiatura scritti dal regista Michael Mann sono belli: ma quante volte non li abbiamo già visti realizzati? La qualità di questo poliziesco strutturato come un western non sta tanto nella storia struggente o nell'interpretazione eccellente, sta nei suoi valori puramente cinematografici. La se¬ quenza iniziale di rapina è fantastica per ritmo e montaggio. E' molto interessante l'uso del suono, tutto avviene in un silenzio rotto appena da rumori funzionali, senza musiche invadenti, senza parole né dilatazioni sonore: questa inconsueta afonìa dà alle operazioni criminali e poliziesche il senso d'una efficienza veloce, sicura, e insieme la solennità del rito più spesso celebrato nelle metropoli contemporanee. Sono ammirevoli il sentimento e la luce con cui la fotografia di Dante Spinotti racconta Los Angeles, una delle città più brutte del mondo: il panorama urbano che, visto come dall'alto di un aereo, diventa nel buio uno scintillante arazzo di minime luminosità palpitanti; il riflesso opaco dei metal detector all'ingresso della discoteca; il neon acido delle strade di notte, azzurro sulfureo, rosso sangue; il vuoto notturno dei grattacieli di uffici; i riflettori lividi che nella scena finale sulla pista dell'aeroporto rivelano stoppie, contenitori, le due facce dannate; e le fiamme purpuree delle esplosioni o delle sparatorie, come ultimi fuochi della civiltà. Lietta Tornabuoni HEAT - LA SFIDA di Michael Mann con Robert De Niro, Al Pacino Val Kilmer, Jon Voight Poliziesco. Usa, 1995 Cinema Lux di Torino; Adriano, Atlantic 1, Broadway 1, Golden, Gregory, New York, Ritz di Roma Robert De Niro è il capo di una piccola banda di rapinatori nel bel film di Michael Mann

Luoghi citati: Los Angeles, New York, Roma, Stati Uniti, Torino