La chiamavano Mimi e aveva un'anima lieve

La chiamavano Mimi e aveva un'anima lieve B A R N U M BOHEME La chiamavano Mimi e aveva un'anima lieve COSI' Rodolfo chiese. Chi è?, e una voce, da dietro alla porta disse: Scusi... Ed era una voce di donna. Disse anche che le si era spenta la candela. Molto tempo dopo si sarebbe detto: scusa, c'hai d'accendere? Son poi sempre li stessi, i trucchi, in quel genere di cose. Rodolfo andò ad aprire e si trovò davanti quella ragazzetta, con la sua candela spenta e tutto il resto. Una ragazzetta niente male, a essere precisi. Lui non lo sapeva ancora, ma era Mimi. La chiamavano Mimi: ma il suo nome era Lucia. Si guadagnava la vita facendo la fioraia e ricamando per le ricche signore della capitale. Viveva da sola, in ima stanzetta qualche porta più in là, un altro di quei sottotetti che sono un inferno, però sei vi¬ cino al cielo: e a primavera ti entra il sole dentro che è una felicità, se solo c'hai un'anima abbastanza lieve da sapere cos'è la felicità. Lei ce l'aveva. Un'anima lieve. Era una ragazza semplice, di quelle che sognano dietro ai libri e alle poesie, e se la vita è carogna non importa, una ragione buona per sorridere la trovi comunque. Era un tipo così. Ed era carina, questo bisogna dirlo. Non del genere vistoso, quelle che ti giri a guardarle. Più semplice. Ma aveva qualcosa che ti accalappiava, niente da dire, ce l'aveva. Come una specie di limpidezza, di trasparenza. Era quel tipo di donna che quando ce l'hai tra le braccia, sai che lei è lì, proprio tra le tue braccia e da nessuna altra parte. Non so se avete presente. Ma è una cosa rara. E bellissima, nel suo genere. Insomma: Rodolfo la vide e pensò che come regalo di Natale non era niente male: e le chiese se voleva entrare un attimo. Solo che poi accadde una cosa un po' tragica e un po' comica, e cioè che lei entrò e fece giusto in tempo a balbettare qualcosa che sveni alla grande, lunga e tirata, per terra, una cosa imbarazzante. Tu, solo, in una mansarda, un articolo da scrivere e una sconosciuta che ti sviene prima ancora di essersi presentati. Che se lo racconti, nemmeno ti credono. Per fortuna dopo un po' le passò: Rodolfo l'aveva sistemata su una sedia, accanto al fuoco. Le diede un bicchiere di vino, lei aveva l'aria di vergognarsi da morire, si sarebbe seppellita, per la figuraccia. Così si fece accendere la sua candela e fece per andarsene. Però non era destino che finisse lì. Aveva appena messo il piede fuori dalla porta che si fermò e tornò indietro: non trovava più le chiavi di casa. Ce l'aveva in mano, quando era entrata. E adesso, sparite. Quel genere di cose che se le fa tua moglie la impiccheresti: ma se lo fa una sconosciuta giovane e carina è una cosa adorabile. Si misero a cercare le chiavi, e tempo qualche minuto erano tutt'e due a quattro gambe, nel buio, con le candele spente un po' apposta un po' per caso, a far finta di cercare 'ste chiavi, ma in realtà a cercarsi, loro, a sfiorarsi, a trovare il modo di toccarsi. C'era la luna, che entrava dall'abbaino. E Natale intorno. E non c'era una ragione, una sola, anche a cercarla, per non baciarsi. Malauguratamente Rodolfo non era uno particolarmente sciolto in quel tipo di situazione e così rese tutto un po' macchinoso. Prese la mano di Mimi e perse un bel po' di punti uscendosene con una frase tipo Che gelida manina, ve la voglio riscaldare, una cosa così, e da lì non si fermò più, iniziò con una tirata delle sue, sapete quelli che iniziano a parlare e non smettono più, si fanno le domande e poi si rispondono, fanno tutto da soli: quella cosa lì. Insomma la tirò così alla lunga che a un certo punto arrivarono da fuori le voci dei suoi amici che urlavano e volevano sapere se era morto, per caso, e cosa aspettava a scendere. Un'altra donna, magari, si sarebbe scoraggiata. Ma Mimi no. Può sembrare incredibile, ma quel ragazzo che parlava da poeta, e forse lo era davvero, le era entrato nel cuore. Così invece di filarsela con una scusa, si lasciò prendere tra le braccia, e senza pensare a nulla, proprio a nulla, si lasciò baciare, da quel ragazzo che conosceva appena, in una casa che non aveva mai visto, in una sera che aveva sempre sognato. E lui le disse Ti amo, Mimi. E lei disse Ti amo. Perché alle volte le cose più complicate diventano incredibilmente semplici, e nemmeno tu sai il perché, succede e basta, a loro successe, e basta. Così l'articolo per il Castoro lui non finì mai di scriverlo. Se ne andarono insieme al Momus, facendosi ingoiare dalla folla che festeggiava per la strada aranci, datteri, caldi marroni, ninnoli, croci, torroni e caramelle, fiori alle belle - bancarelle dappertutto, tutti a far casino, loro due che scivolano in mezzo all'allegria altrui facendosela colare addosso, sotto l'impermeabile di quel loro amore senza ragione e sfolgorante. - Sei felice? - Tanto. E tu? - Tanto. Potevi cercare nelle tasche più segrete di quella sera, e non avresti trovato traccia del destino fottuto che li stava aspettando. Alessandro Baricco [2. Continua] Non c'era ragione per non baciarsi Ma Rodolfo era un po' macchinoso Il I ° febbraio la Bohème compie 100 anni. In attesa della grande rappresentazione lirica al Regio di Torino, Alessandro Baricco ne ha «riscritto» a puntate trama e personaggi.

Persone citate: Alessandro Baricco

Luoghi citati: Torino