Mamma-detenuta i giudici ci ripensano
Mamma-detenuta, i giudici ci ripensano Roma: l'altro ieri aveva ottenuto solo 4 ore per i funerali dei 2 ragazzi morti in uno scontro Mamma-detenuta, i giudici ci ripensano Concessi 4 giorni di permesso: andrà dalla figlia in coma ROMA. E alla fine il tribunale di sorveglianza ha ceduto: Vispa Indiati, 30 anni, detenuta del carcere femminile di Rebibbia a Roma, avrà ora diritto a quattro giorni di permesso: le serviranno per andare in ospedale, al Policlinico Umberto I di Roma ad assistere la figlia minore, Giordana, 6 anni, l'unica superstite dell'incidente stradale nel quale, tre giorni fa, sono morti i suoi due figli maggiori, Donato e Valentina, di 19 e 12 anni. Il caso di Vispa Indiati, l'altro ieri, aveva fatto scalpore: l'«Arci-Ora d'aria», un'associazione che opera nelle carceri, aveva denunciato «la sconcertante ingiustizia di cui la donna è stata vittima», e «tutto lo sdegno contro questa disumana decisione, che nega ad una madre il diritto di stare vicina all'unica piccola figlia sopravvissuta, e toglie alla bimba il conforto della presenza mater¬ na». Dopo la tragedia, avevano spiegato, i giudici del tribunale di sorveglianza avevano concesso a Vispa soltanto un permesso di 4 ore, per andare ad Aprilia, dove si svolgevano i funerali dei figli maggiori, e poi correre in ospedale, a Roma, dalla più piccola, in fin di vita. «Un'ingiustizia - aveva commentato l'operatrice Giovanna Pugliese - generata più dalla lentezza burocratica e dalla disattenzione che dalla cattiveria». La Pugliese aveva anche dichiarato: «A Rebibbia femminile i permessi vengono dati con il contagocce, e di solito arrivano in ritardo. Lo stesso tribunale ha negato ad una detenuta tossicodipendente il permesso per recarsi al funerale della sorella». Ma il dramma, per la donna, restava. Il marito Salvatore, in carcere anche lui, ma a Prosinone, aveva ottenuto un per¬ messo di quattro giorni, per organizzare i funerali e occuparsi della piccola Giordana. Vispa invece ha potuto salutare le bare dei figli solo da dietro il vetro blindato della macchina con scorta che la accompagnava. Ieri, al termine di una lunga riunione alla quale ha partecipato anche il presidente del tribunale di sorveglianza di Roma, i giudici hanno aggiornato la loro decisione: Vispa Indiati, hanno detto, potrà godere anche lei di quattro giorni di permesso per stare vicina alla sua bambina, ancora in pericolo di vita nel reparto di rianimazione del Policlinico Umberto I. Ma i giudici, con una nota diffusa nella jtarda mattinata, hanno voluto anche «fare chiarezza» su quanto è avvenuto. Le notizie riportate dalla stampa, hanno affermato, «sono state parziali». «Il permesso senza scorta - è detto nella nota - può essere concesso solo al termine di un'istruttoria», procedimento, hanno spiegato, che nel caso di Vispa Indiati non c'è stato tempo di completare. Da qui la necessità di fare uscire la detenuta con la scorta. «E in casi come questo - precisano i giudici - i permessi sono stati sempre solo di poche ore». Diverso, secondo i magistrati del tribunale di sorveglianza romano, il caso di Salvatore, marito di Vispa: «A lui - si legge nella nota - il permesso di quattro giorni senza scorta è stato concesso in considerazione del fatto che lo stesso già in precedenza godeva di permessi premio ed era stato quindi già sottoposto ad ampia istruttoria e alle verifiche positive dei permessi premio». [r. cri.]. Vispa Indiati, 30 anni, condannata a un anno di reclusione per ricettazione
Persone citate: Giordana, Giovanna Pugliese, Umberto I
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