Gheddaffi lobbista a Washington

7 Milleseicento miliardi per condizionare le presidenziali e creare una breccia nel nemico americano Gheddaffi lobbista a Washington Ingaggia Farrakhan, l'ultra nero antisemita WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il colonnello Mohammar Gheddafi vuole partecipare alle elezioni presidenziali americane. Non come candidato, ovviamente, ma come «lobbista», come principe elettore, come centro di influenza. E il suo agente, la sua «longa manus» negli Stati Uniti, non sarà altri che Louis Farrakhan, il capo della Nazione dell'Islam, il contestato erede di Malcolm X, che si è recato nei giorni scorsi in visita al dittatore libico a Tripoli. «Agente» è la parola giusta. Infatti, in base alle leggi che regolano l'impegno di cittadini americani a favore degli interessi di cittadini stranieri, Farrakhan ha ricevuto subito una lettera dal dipartimento di Stato che gli ingiunge di registrarsi subito come «agente straniero». Fu la stessa cosa che successe a Billy Carter, fratello del presidente Jimmy, e sempre a causa di Gheddafi. «Ho incontrato mio fratello, il colonnello Mohammar Gheddafi - ha dichiarato solennemente Farrakhan dopo il colloquio - per il grande disegno di unificazione di arabi, musulmani, neri e delle altre comunità oppresse in America, in modo che esse possano giocare un ruolo forte e significativo non solo nelle prossime elezioni americane, ma anche nella politica estera del loro Paese». Non si sa come dovrebbe articolarsi «il grande disegno», ma il visionario Gheddafi ha confermato la sua esistenza. «Finora - ha dichiarato il colonnello mentre aveva accanto Farrakhan - il nostro scontro con l'America è stato come la lotta dall'esterno contro una fortezza, ma oggi abbiamo individuato una breccia per penetrare dentro la fortezza e piegarla». La «breccia» è naturalmente il predicatore accusato di antisemitismo da quasi tutti i bianchi e anche parecchi neri. Gheddafi, comunque, è stato genero¬ so con Farrakhan e gli ha messo a disposizione un miliardo di dollari (mille e seicento miliardi di lire) per piegare la fortezza. Ma non si ha alcuna idea di come questi soldi verranno impiegati, né del tipo di influenza che il duo Farrakhan-Gheddafi intenda esercitare. Difficile immaginare che Gheddafi si possa schierare per Clinton, ma sembra ancora più difficile che prenda posizione a favore del candidato repubblicano. «Il grande disegno» si limiterà a cercare di favorire qualche candidato scelto nelle elezioni parlamentari? Oppure Farrakhan pensa di mandare in pista un terzo candidato per le presidenziali, un candidato dei neri e delle minoranze, che finirebbe per togliere voti a Clinton? «Dato il suo acume di giudizio e l'abilità che ha dimostrato in passato - ha commentato sarcasticamente il portavoce della Casa Bianca Mike McCurry dubito che alla fine Gheddafi troverà che i suoi soldi sono stati spesi bene. Farebbe meglio a usare quel danaro per fare qualcosa che allevi le miserabili condizioni in cui la sua leadership ha fatto precipitare il popolo libico». Ma il dipartimento di Stato ha preso la visita di Farrakhan a Gheddafi con meno senso dell'umorismo. In particolare, il portavoce Nicholas Burns ha sottolineato «l'estrema gravità» del fatto che Farrakhan, in quanto eminente cittadino americano, non abbia sollevato con Gheddafi il problema dell'attentato di Lockerbie e non gli abbia chiesto di consegnare i suoi due agenti ritenuti responsabili, come gli ha da tempo imposto la comunità internazionale. La visita di Farrakhan in Africa sta suscitando anche altre polemiche. In particolare i giornali sudafricani sono inferociti con Nelson Mandela perché mentre predica la riconciliazione tra le razze, ha accettato di ricevere un «razzista» come Farrakhan. [p. p.] Lusso e orgoglio etnico nel ristorante-cult La palazzina moresca nuova di zecca si leva in mezzo a edifìci fatiscenti Accanto, la pasticceria, la libreria i giornali e le case editrici del movimento Unico bianco il taxista che durante il pranzo aspetta fuori con la pistola accanto Sopra il colonnello Gheddafi a fianco il leader degli ultra neri d'America Farrakhan e sotto la marcia dei neri a Washington

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