«Sinistra misogina e ingrata»

PONTIGNANO FEMMINILE PONTIGNANO FEMMINILE «Sinistra misogina e ingrata» Rivolta delle parlamentari progressiste SROMA INISTRA misogina e anche ingrata. Snobba le donne e le tiene lontane dal potere e, soprattutto, sembra decisa a «fare a meno del loro sapere». Ma le parlamentari progressiste, una trentina, che hanno organizzato ieri mattina il «contro-ritiro» femminile - non in un convento, ma alla Casa della Cultura di Roma - più che indignate sono preoccupate. «Non riusciamo a capire il vantaggio che viene alla sinistra dalla scelta di non interloquire con le diverse componenti femminili presenti al suo interno, come nel resto della società». Il rischio? «Perdere la sintonia con la realtà». Già la maggiore visibilità delle donne del Polo aveva provocato un diffuso malessere tra le progressiste da tempo impegnate a contendere, con fatica e scarso successo, spazio e potere ai colleghi. Un malessere prima sommerso che sta diventando un fiume in piena. La «miccia»: la scarsa presenza feinminile al convegno di Pontignano, voluto da D'Alema per riflettere sul destino dell'Ulivo. Un ennesimo campanello d'allarme che ha spinto le parlamentari a reagire, fra cui Carol Tarantelli, Franca Chiaromonte, Giovanna Melandri, Paola Gaiotti, Alberta De Simone, Nilde lotti, Miriam Mafai. Assente giustificata, Livia Turco (tra le poche invitate a Pontignano) perché impegnata in un convegno a Reggio Calabria della «Commissione Pari opportuiùtà» di cui è presidente, da dove ha ribadito l'urgenza di «una maggiore rappresentanza femminile». Ma non è tempo di gemiti e lamenti sul «destino crudele», bensì di attacco. Melandri propone mi «governo ombra» di sole donne da affiancare a quello istituzionale. De Biase Gaiotti lancia una parola d'ordine: ((Avanzare proposte dirette al Paese, da donne a cittadini, al di là e al di sopra della politica virtuale dell'oggi e degli uomini, priva di contatti con il reale». La «Pontignano femminile» è stata pure l'occasione per una coraggiosa autocritica. Claudia Mancina, della segreteria del pds, ha gettato un sasso nello stagno: «Smettiamo di parlare di misoginia della politica, cerchiamo di essere presenti den¬ tro la politica, interessandoci alle sue fonne e ai suoi contenuti, mettendo al primo posto il funzionamento delle istituzioni». Come dire: interroghiamoci sulle nostre «défaillances». Ad esempio, come rammenta Alberta De Simone, i maschi stretti in «un patto sottile riescono a confrontarsi tra di loro senza che uno dei contendenti finisca distrutto e totalmente devalorizzato». Già, e invece «l'avversario femmina può e quasi deve essere distrutto, polverizzato». E dito puntato contro una politica dove prevale la personalizzazione estrema, che somiglia ad un allenamento senza scopo e senza agganci con la realtà. «Quella realtà che noi donne sappiamo cogliere al volo, sapendo cosa fare e come intervenire». Già, ma come, senza il potere? «Quest'incontro segna un importante passo avanti - dice convinta Miriam Mafai -. Ora noi siamo coscienti di avere diritto a) potere e la capacità di esercitarlo. Se non hai potere fai ben poco!». Stefanella Campana Da sinistra: Giovanna Melandri e Claudia Mancina

Luoghi citati: Pontignano, Reggio Calabria, Roma