Film d'avanguardia per un nuovo realismo giocando col montaggio e i primi piani di Gianni Rondolino

E AL CINEMA BALLAVA CON LE MACCHINE E AL CINEMA BALLAVA CON LE MACCHINE Film d'avanguardia per un nuovo realismo giocando col montaggio e i primi piani CRIVEVA Fernand Léger nel 1922, dopo aver film La visto il roue di Abel Gance: «La sola ragion d'essere del cinema è l'immagine proiettata (...]. Notate bene: questa formidabile invenzione non consiste nell'ùnitare i movimenti della natura, si tratta di tutt'altra cosa, si tratta di far vedere delle immagini e il cinema non deve cercare altrove la sua ragion d'essere»; e per essere più chiaro aggiungeva: «L'80 per cento degli elementi e degli oggetti che ci aiutano a vivere, nella vita quotidiana, li scorgiamo soltanto, mentre solo il 20 per cento li vediamo. Ne deduco che il cinema compie la rivoluzione di farci vedere tutto quello che scorgiamo soltanto. Proiettate questi elementi del tutto nuovi e avete i vostri drammi, le vostre commedie su un piano unicamente visivo e cinematografico». Nel corso dei due anni seguenti, con l'aiuto di Dudley Murphy, Léger realizzava Ballet mécanique che, terminato nel 1924, destò un interesse e un entusiasmo sorprendenti, almeno nell'ambito del cinema sperimentale e, più in generale, negli ambienti dell'avanguardia artistica e letteraria. Sergej Ejzenstejn, che lo vide a Mosca nel 1926, grazie a Ilya Ehrenburg, ne parlò come di uno dei rari capolavori del cinema francese. E quando, nel 1930, venne a Parigi, volle incontrare Léger e Alice Irine (la modella KiM di Montparnasse, che compare anche nel film e, in quella occasione, le fece un ritratto). Che Ballet mécanique sia un capolavoro del cinema francese di quegli anni non v'ò dubbio. Come poclù altri film d'avanguardia esso coglie dall'interno una delle peculiarità del linguaggio cinematografico, cioè la facoltà di «creare» una nuova realtà che non sia unicamente la replica di quella fenomenica. Ma c'è in più l'intuizione di quanto il montaggio possa trasfor¬ mare le immagini in ritmi visivi, gli oggetti in forme semoventi. Di quanto, a differenza della pittura, il cinema sia un mezzo che consente di esplicitare il movimento interno della composizione, purché non si limiti a riprendere gli oggetti, ma li collochi in questa nuova dimensione temporale. Ne era perfettamente cosciente lo stesso Léger che, a proposito del suo film, scrisse: ali Ballet mécanique è dell'epoca in cui gli architetti hanno parlato di civiltà delle macchine. C'è in quest'epoca un nuovo realismo che ho personalmente utilizzato nei miei quadri e in questo film. Esso è soprattutto la prova che le macchine, i frammenti e gli oggetti d'uso comune sono possibili e plastici. [...] Il fatto di dare movimento a uno o più oggetti può renderli plastici». E si dilungava sul carattere innovatore del film, sull'uso del primo piano («che è la sola invenzione cinematografica»), sul valore del frammento di un oggetto («isolandolo lo si personalizza))). Insomma, riassumeva la sua esperienza cinematografica collegandola con le ricerche che in quel tempo andava facendo nel campo della pittura, con quel «nuovo realismo» che si identificava con una nuova visione dell'oggetto. Da questo punto di vista Ballet mécanique acquista un significato che va al di là del cinema d'avanguardia: si pone come momento centrale di quel processo estetico che Léger seguì negli anni della sua più interessante produzione artistica. Gianni Rondolino f ' SU « S Una scena dal film «Ballet mécanique» del 1924

Persone citate: Abel Gance, Ballet, Dudley Murphy, Ilya Ehrenburg, Sergej Ejzenstejn

Luoghi citati: Mosca, Parigi