«Mamma o papà? Decida il bambino» di F. S.

«Mamma o papà? Decida il bombino» BRUXELLES iS Roma firma la convenzione: i figli non saranno esclusi dalle cause di divorzio «Mamma o papà? Decida il bombino» IPaesi europei sanciscono i diritti dei minori BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ricordate il film Kramer contro Kramerl II giudice decide di affidare il bambino a Meryl Streep, anche se è stata lei a lasciare marito e figlio. Dustin Hoffman vuole fare ricorso, ma l'avvocato lo avverte: guardi che allora dobbiamo giocare duro, tirar fuori storie di infedeltà, magari anche far parlare il bambino in aula. Dustin Hoffman a questo proprio non vuole arrivare, e rinuncia. Nel film poi tutto va per il meglio, come al solito. Ma è proprio giusto che i bambini non possano dire la loro su cose che li riguardano tanto da vicino? Il Consiglio d'Europa non la pensa così, e con una «Convenzione sull'esercizio dei diritti dei bambini», ha stabilito che i minori hanno il diritto di essere informati durante i processi che li riguardano, di essere ascoltati, e in certi casi anche di decidere con quale dei due genitori andare a vivere. Il mondo visto dai bambini non è sempre un bello spettacolo, anzi. Anche nella vecchia Europa le storie di violenze e soprusi si sprecano, e non solo in Bosnia. L'adesione alla Convenzione è volontaria, ed anche i Paesi che decideranno di firmarla non avranno dei veri e propri obblighi. Ma a Strasburgo parlano di un inizio, non di un successo. Finlandia, Grecia, Islanda, Italia, Lussemburgo e Svezia sono stati i primi, ieri, a firmare. Pochi, tenendo conto che sono 38 i Paesi che siedono al Consiglio d'Europa (non si tratta dell'Unione europea, ma del foro che raccoglie tutte l'Europa occidentale, più i Paesi dell'ex Patto di Varsavia, e da ieri anche la Russia). Ma altri seguiranno. In realtà alcuni, come l'Italia, sono già abbastanza «garantisti». Da noi, per esempio, in caso di divorzio è obbligatorio ascoltare l'opinione del bambino che ha almeno 12 anni. Se invece ne ha più di 14, il suo parere è determinante nei casi di adozione. Ma molti sono assai più indietro. E del resto è la prima volta che viene sancito il diritto del bambino a nominare un proprio rappresentante nei casi di conflitto con i genitori, e ad essere informato ed ascoltato «a meno che ciò non sia manifestamente contrario ai suoi interessi superiori». Cosa vuol dire? Che il giudice non deve mostrare a un bimbo di magari cinque anni papà e mamma che litigano in aula. Non lo deve mettere di fronte a scelte traumatiche. Ma se il minore è in grado di discernere, allora avrà diritto di dire la sua sulla custodia, la residenza, il diritto di visita, l'adozione, la tutela, l'amministrazione dei beni, eccetera. Preoccupati? Ammettiamolo: spesso con i nostri figli non ci comportiamo da ex bambini, [f. s.]

Persone citate: Dustin Hoffman, Meryl Streep