Arte & pubblicità il vero equivoco

Un saggio dell'americano Danto Un saggio dell'americano Danto Arte & pubblicità il vero equivoco l| ARTE nel perseguire la li/ nea della Purezza e dei suoi eccessi si è esclusa dalla possibilità di contare, di es- Isere cioè in relazione col mondo reale. Persino i tentativi di sostituire la linea dell'aristocratico silenzio con quella del «quasi tutto va bene» della teorizzazione postmoderna si son rivelati incapaci di portar l'arte allo scoperto. Uno dei nodi fondamentali sta nell'irrisolto incontro tra Arte Alta ad Arte Bassa, questione che si trascina dall'età romantica e che sembra oggi richiedere risposte urgenti. Il filosofo americano Arthur C. Danto in un caustico saggio dal titolo Beyond the Brillo Box affronta l'argomento in marnerà decisiva, in un lungo capitolo sul rapporto tra arte e pubblicità, territorio di relazioni e scontri privilegiati tra HighArt e Low-Art. Prende in esame due mostre, (Art & Publicité» tenuta al Pompidou di Parigi e «High & Low» al Moma di New York. Per Danto già i due biglietti d'invito e le copertine dei cataloghi rivelano atteggiamenti diversi se non opposti. L'invito francese è dominato dall'uso di una raffinata tecnica del collage e del montage che urla Arte e che invita a pensare all'arte come fenomeno alto. Tra Art & Publicité la &• proclama il raggiunto accordo nonostante l'ideologia passata e corrente per la quale «o sei un artista o vendi» e quindi ti realizzi come fenomeno commerciale con tutti i sensi di colpa del caso. Anche nell'invito del Moma c'è la &, ed anche in questo caso non si tratta di un gesto innocente. Barthes dice che «nulla in pubblicità è innocente». La grafica americana s'ispira direttamente a quella usata da El Lissitskij per il libro di poesie di Majakovskij del 1923 e fa quindi esplicito riferimento ad un artista che non disdegnava l'arte applicata. Gli autori americani proclamano una sorta di precedente storico. Mentre l'invito francese sposa e benedice le due entità, quello americano genera dubbi e nel citare esplicitamente i modi di un grande artista rivoluzionario compie un gesto dal sapore postmoderno. Danto individua tre distinte relazioni tra Arte e Pubblicità. La prima riguarda l'ingresso degli artisti nel territorio della pubblicità che lo stile fin-de-siècle col suo decorativismo, le semplificazioni, i piani netti di colore, aveva portato ad una sorta di perfezione. Il paradigma è Toulouse-Lautrec. La seconda riguarda l'appropriazione da parte dei pubblicitari di immagini di arte alta. Negli Anni 50 Mondrian o Mirò o il Bauhaus divengono emblemi della modernità. Ad essi volentieri i pubblicitari associano i loro prodotti che - ed è ciò che conta - non hanno nessuna relazione con quelle immagini. Arthur Danto ricorda che questa era l'attitudine verso il Moma negli Anni 50, inteso come tempio di forme pure e di astratta bellezza. Pubblicità o arte applicata era qualcosa da fare per campare, l'arte era invece il destino di una vita (life non living). Ma, si sa, la storia è bizzarra. Proprio negli Anni 50 un pittore informale fallito di nome James Harvey disegnò la scatola del Brillo (paglietta metallica per pulire le pentole). Harvey era uno di quelli che scindeva l'arte dal Brillo. Amara ironia per lui che Andy Warhol nel 1964 con tocco leggero e non ancora oggi pienamente inteso abbia semplicemente portato la scatola Brillo attraverso la barriera che pareva insuperabile, ma già travalicata dagli artisti art-nouveau e dai futuristi italiani. Warhol così facendo esemplifica quella che Danto individua come terza relazione e che cancella il confine fra arte alta ed arte bassa. Il fallito Harvey tentò senza successo di perseguire legalmente Warhol, il quale aveva trasformato in arte quello che il suo autore aveva dall'arte separato. Per Danto la fine del modernismo non è la fine dell'Arte Alta né quest'ultima si degrada nel mostrare affinità con l'arte Low. Quella che al filosofo pare morta è l'idea per cui l'arte è Alta quando è «solo» alta. In questo modo lancia un pon te verso un nuovo e vitale atteggia mento degli artisti, un invito a la sciarsi contaminare, a fare i conti col mondo reale, a praticare prò getti di arte applicata. Un modo per dar vita e sangue all'anemia mor tale dell'arte. Ugo Nespolo

Luoghi citati: El Lissitskij, New York, Parigi