«Verri» morte di un apripista di Mirella Serri

i l c a s o. Addio alla storica rivista di Anceschi: vuol rinascere, ma tutta diversa i l c a s o. Addio alla storica rivista di Anceschi: vuol rinascere, ma tutta diversa «Verri», morte di un apripista Per 50 anni laboratorio dell'avanguardia BOLOGNA A DDIO, caro, vecchio Verri. /I Era esattamente 40 anni fi fa, nel 1956, quando a Mi* VI lano, fondata dal quarantacinquenne Luciano Anceschi, pubblicata dall'editore Mantovani, vedeva la luce la rivistina colorata, Il Verri, dall'aria smilza e timidina. Dopo qualche sporadica uscita a singhiozzo (la periodicità non è mai stata il suo forte) la pubblicazione, a cui collaboravano Nanni Balestrini, Antonio Porta, Giuseppe Pontiggia, Renato Barilli, Edoardo Sanguineti, Umberto Eco, Alfredo Giuliani, Angelo e Guido Guglielmi, era pronta a decollare. Nasceva il battistrada, la rivista apripista per la valanga avanguardistica e sperimentale che avrebbe divelto gli argini della letteratura e delle arti a partire dagli Anni 60. Oggi, a distanza di quasi un anno dalla scomparsa del suo fondatore, per il vecchio periodico si chiude un'epoca. Se mai continuerà ad uscire, cambierà faccia e perderà la storica veste con cui ha così profondamente segnato la cultura italiana. E' appena apparso l'ultimo numero che era stato messo in cantiere dallo stesso Anceschi. Con il gioco dei colori bianco-nero in copertina sembra listato a lutto e avverte: «Dal prossimo numero II Veni esce in una nuova formula che accentuerà la sua vocazione multidisciplinare». Firmato Giovanni Anceschi, studioso di arte e di grafica, che il padre Luciano ha lasciato erede della testata. L'attuale coordinatore della rivista, Marco Macciantelli, assessore provinciale alla Cultura di Bologna, dice che «necessariamente si chiude un ciclo e un progetto culturale legato alla figura di Anceschi». La rivista, su cui ha scritto gran parte deH'intelligencija italiana da Eco, che vi ha pubblicato il Diario minimo, a Manganelli, Arbasino, Scialoja -, risente, come ricorda Macciantelli, di una «frattura e di strade che divergono» tra una parte dell'attuale redazione e la proprietà, ovvero Giovanni Anceschi. Quest'ultimo, però, assicu- ra: «Il Verri continuerà. Abbandoniamo l'editore Mucchi e stiamo cercando un nuovo interlocutore per la pubblicazione. In ogni caso non si chiamerà più rivista di letteratura ma di cultura e avrà un'apertura interdisciplinare». Intanto le iniziative intorno alla figura di Anceschi si stanno moltiplicando: sta per uscire da Pratiche l'ultimo suo libro di saggi, L'esercizio della lettura, e a maggio si annuncia un convegno bolognese sulla figura del critico militante. Sarà seguito in autunno da una mostra dedicata ai pittori che sono stati influenzati dalle sue teorie sull'arte. In tutto questo fervore si lavora anche al progetto per rimettere in pista il Verri. Al di là delle polemiche, sembrano disposti a scendere in campo e a formare un maxi comitato di direzione, ex avanguardisti come Sanguineti, Balestrini, Guglielmi, Maldonado, Agosti, Barilli, Fabbri (forse Eco), Gramigna, Lorenzini, nonché lo stesso Anceschi jr. e altri ancora. Tra le case editrici pronte a rilevare II Verri vi sareb¬ be la Costa e Nolan. Il desiderio, per alcuni almeno, sarebbe quello di riappropriarsi dell'impronta battagliera che gli aveva dato Anceschi. Negli anni ruggenti comparivano per la prima volta, proposti in Italia dal Verri, autori fino allora mai presi in seria considerazione, da Beckett a Robbe-Grillet. Si rivalutavano i futuristi, la poesia di Palazzeschi e di Pound, odiati sia dalla critica marxista che da quella crociana. Sulla rivista che, come dice Sanguineti «rappresentò una fase eversiva della cultura italiana» si buttavano alle ortiche l'ermetismo e il neorealismo e si mettevano in risalto le nuove tendenze. In questo modo si preparava il terreno su cui sbocciava l'antologia dei Novissimi. Poesie per gli Anni 60, a cura di Giuliani, che raggruppava le voci nuove della poesia italiana. E, sempre dalle fertili zolle del Verri, spuntava l'aggrovigliato cespuglio del Gruppo 63 e della neo avanguardia. Mirella Serri La copertina dell'ultimo numero de «Il Verri»; a destra, Edoardo Sanguineti; in alto Luciano Anceschi fondatore della rivista letteraria

Luoghi citati: Bologna, Ddio, Italia, Pratiche