le First lady, croci e delizie

le First lady, croci e delizie le First lady, croci e delizie Presidentesse e mine vaganti elettorali L'ALTRA META' DELLA CASA BIANCA B WASHINGTON UY one and get two», ne comprate uno e ne prendete due. Durante la campagna elettorale che lo portò alla Casa Bianca, Bill Clinton ottenne molti applausi con questa battuta che era anche una promessa: voi votate un Clinton e noi ve ne diamo due, più conveniente di un detersivo in offerta speciale. E' così che, avendo comprato tutto il pacchetto, gli americani adesso si sentono in pieno diritto di criticarne l'intero contenuto, Hillary compresa. Del resto, era stata Hillary che, con l'efficace e appassionata difesa del marito in tv dopo l'esplosione del caso Gennifer Flowers, aveva riportato in auge la candidatura di Bill che sembrava ormai sull'orlo del collasso. Molti, conquistati dalla determinazione di Hillary, ricordarono che già in passato, nell'Arkansas, qualcuno aveva detto che dei Clinton quello bravo era Hillary e non Bill. Così, astutamente, Bill sventolò la moglie per rilanciare la sua candidatura. Ma, quasi alla fine della sua presidenza (o, perlomeno, del primo termine), Clinton si trova amaramente a concludere che quello che riteneva essere un «turbo» per la sua immagine politica sta invece diventando una pesantissima zavorra. Hillary, che la copertina di un settimanale presentò come la nuova Giovanna d'Arco, è invece ormai vista da molti americani come LadyMacbeth. Iniziò il suo lavoro di First Lady di gran carriera, facendosi nominare coordinatrice di quello che avrebbe dovuto essere il fiore all'occhiello della prima amministrazione Clinton, la più volte promessa riforma sanitaria. Prima che la First Lady e la sua farraginosa commissione presentassero la bozza di riforma, il 75% degli americani la sostenevano già. Ma quando finalmente Hillary presentò il suo gioiello, i sondaggi indicarono che il 75% degli americani era contro. Fu così che la riforma venne massacrata e sepol ta in Congresso quando ancora maggioranza era democratica in entrambi i rami. La riforma aveva, spaventato tutti perché, oltre a far sballare tutti i bilanci, avrebbe costruito un imponente ingessatura burocratica. Hillary cambiò immagine, ritirandosi in un ruolo di First Lady più tradizionale, ma su di lei emersero nuove rivelazioni spesso sgradevoli. A torto o a ragione, Hillary è sospettata di impicciarsi in cose che non la riguardano, come il controverso licenziamento dell'ufficio-viaggi; di avere un carattere autoritario e ipocondriaco, che la porta a maltrattare i sottoposti; di essere avida e di aver compiuto traffici azionari in odore di «insider trading»; di avere ordinato di nascondere, dopo il suo suicidio, parte delle carte di Vincent Foster, l'amico avvocato sospettato di essere stato a lungo il suo amante e di essersi ucciso perché da lei alla fine scaricato; e, infine, di aver mentito sotto giuramento alle domande degli investigatori nel caso Whitewater. Questo spiega perché un recente sondaggio le attribuisce un incredibile indice di disapprovazione del 51%, di gran lunga il più alto nella storia dei sondaggi suH° Lady, addirittura il 20% in più della traversa con¬ Nancy Reagan. Non che il mestiere di First Lady sia facilissimo: «Ti criticano se non fai niente e ti criticano se fai troppo», si è lamentata recentemente la stessa Hillary. Molte First Ladies hanno avuto i loro problemi. Abigail Adams, moglie di John, il primo presidente che si trasferi a Washington, venne spesso criticata perché non nascondeva il suo disprezzo per l'arretratezza culturale della nuova capitale. Mary Todd Lincoln, moglie di Abraham, veniva considerata con compassione una povera donnetta incapace di tenere la posizione di First Lady durante periodi difficili come la Guerra Civile. Helen Herron Taft, moglie di William, attirò su di sé fulmini e grandine perché, dopo il discorso di «inaugurazione» del marito, pretese di essere riaccompagnata in vettura alla Casa Bianca, violando un immacolato rituale che impone alla nuova Prima Coppia la passeggiata a piedi tra la folla attraverso Pennsylvania Avenue. Ma queste erano tutto sommato sciocchezze rispetto alle critiche che sollevò Ellen Bolling Gali Wilson, seconda moglie di Woodrow, che venne accusata, dopo la paralisi che colpì il marito, di governare in vece sua e alle sue spalle. Fu allora che venne coniata l'espressione, irripetibile ai giorni nostri, «governo in sottoveste». Ma anche Eleanor Roosevelt, con il suo appassionato impegno sociale e le ripetute prese di posizione pubbliche, attirò su di sé, e per molto tempo, accuse di indebito interventismo. Il contrario di quanto accadde a Bess Truman, che non lasciò mai la casa in Missouri per trasferirsi alla Casa Bianca, o a «Mamie» Dowd Eisenhower, che veniva considerata incapace di, intraprendere ogni iniziativa superiore alla sostituzione di una lampada. Ma poi Betty Ford fece probabilmente perdere la rielezione al marito Gerald per avere espresso opinioni molto progressiste in materia di sesso e aborto. E Nancy Reagan attirò su di sé dolorosi strali quando impose il licenziamento del capo della segreteria del marito, Donald Regan. Ma nessuna First Lady si è mai trovata di fronte al rischio di essere accusata di spergiuro e intralcio alla giustizia dal Gran Giurì di una Corte criminale. Hillary, naturalmente, può ancora convincere gli americani di non aver fatto nulla di male e di essere semplicemente vittima di una campagna politicamente motivata. Se ce la farà, entrambi i Clinton otterranno probabilmente un altro contratto d'affitto di quattro anni alla Casa Bianca. Ma se non ce la farà, molti rifletteranno sul fatto che, in fondo, tutto quello che di male Hillary può aver fatto riguarda vicende in cui era innanzitutto coinvolto il marito. E lo slogan potrebbe essere: ne bocci uno e ne mandi a casa due Paolo Passarmi ca sta antisdi un me la nvece ricani il suo n caroordibe dohiello zione ssa rihe la ginosa ro la degli à. 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Luoghi citati: Arkansas, Missouri, Pennsylvania, Washington