la maestra in classe lucrava sui buoni-mensa di Grazia Longo

la maestra in classe lucrava sui buoni-mensa A Rivoli indagine dei carabinieri coperta da stretto riserbo, l'insegnante nega: è un equivoco la maestra in classe lucrava sui buoni-mensa Per 10 anni si è fatta dare i soldi dai genitori, ma non li versava Una maestra «modello». Gentile e sorridente, ma anche ferma e risoluta, forte della sua professionalità. In 21 anni di servizio, in una elementare di Rivoli, si era conquistata la fiducia di alunni e genitori. Insomma, era diventata una «colonna» della scuola. I genitori si fidavano così tanto di lei da consegnarle il denaro per comprare i «buoni mensa». Ma lei, S. L., da dieci anni versava una parte dei soldi sul suo conto corrente bancario. «Arrotondava» lo stipendio di mezzo milione al mese. Dieci milioni all'anno. Accuse infondate? Maldicenza gratuita? L'insegnante da cinque giorni non va più a scuola, si è data malata. Con i carabinieri di Rivoli, che si stanno occupando del caso, continua a negare. «Sono innocente - giura -, si tratta di un equivoco». E il capitano dei carabinieri Lucio Pelizza non si sbilancia: «E' un'inchiesta molto delicata, non possiamo dire di più». Eppure pare che ci siano dei cedolini di versamenti bancari «sospetti». Il metodo che avrebbe adottato l'insegnante era collaudato: ritirava il denaro dalle famiglie, ne intascava una parte e con il resto acquistava i buoni mensa. In classe, poi, ai bidelli segnalava un numero di presenze al pasto molto inferiore alla realtà. Sono stati proprio i bidelli a denunciarla alla direttrice didattica, che ha avvisato il Comune: immediata la segnalazione ai carabinieri. E mentre proseguono le indagini di carabinieri, magistratura e Provveditorato agli studi di Torino, sul tavolo del sindaco pidiessino Nino Boeti c'è già un'interrogazione del capogruppo An, Valerio Calosso. «Come mai l'ufficio economato non se n'è accorto prima? La maestra aveva forse dei complici in municipio che la coprivano?». Boeti è indignato: «Ammesso che la maestra sia colpevole, il Comune non c'entra. I controlli sul rapporto tra i buoni pasto e presenza in refettorio sono sempre stati effettuati a campione. Abbiamo 5 mila alunni che mangiano alla mensa. Certo non potevamo contarli tutti insieme. In ogni caso indagheremo anche noi». I carabinieri, intanto, stanno interrogando tutti gli ex assessori alla scuola degli ultimi dieci anni. Grazia Longo Lo stipendio «arrotondato» di mezzo milione? Anche il sindaco apre un'inchiesta Il sindaco di Rivoli Nino Boeti: «Il Comune non c'entra»

Persone citate: Boeti, Lucio Pelizza, Nino Boeti, Valerio Calosso

Luoghi citati: Rivoli, Torino