Gli scudi umani tornano a casa di Foto Reuter

Gli scudi umani tornano a casa Gli scudi umani tornano a casa Oggi liberigli ostaggi di Pervomajskaja MOSCA NOSTRO SERVIZIO Oggi sarà il giorno della libertà per almeno 50 ostaggi sfuggiti al massacro di Pervomajskaja venerdì scorso insieme con i guerriglieri ceceni. La loro odissea, iniziata due settimane fa nella città daghestana di Kizliar, dove sono stati catturati dagli uomini di Salman Raduev e proseguita sotto le bombe russe nel villaggio di Pervomajskaja, si concluderà a Novogrozny, un villaggio nell'Est della Cecenia, il territorio controllato dai ribelli indipendentisti. Il comandante della guerriglia cecena Aslan Maskhadov ieri ha confermato la sua intenzione di consegnare i prigionieri nelle mani delle autorità daghestane. Senza alcuna condizione, salvo la richiesta di restituire in cambio i corpi dei guerriglieri uccisi a Pervomajskaja. I «prigionieri di guerra» invece - cioè 16 poliziotti di Novosibirsk - rimarranno per ora in mano ai ceceni, in attesa di venire scambiati con i guerriglieri catturati dai russi. Ma alla proposta di scambio Mosca per ora non ha risposto niente: il comando russo si è rifiutato perfino di ascoltare la proposta di Maskhadov. Non si sa con certezza quanti sono gli ostaggi che verranno liberati. Secondo i russi, mancano all'appello 48 persone. Ma i ceceni affermano di aver portato con sé almeno 60 uomini. Una quarantina viene tenuta sotto sorveglianza nei sotterranei di una base cecena nelle montagne nei pressi di Novogrozny. Ma paradossalmente, non si sentono prigionieri. Molti di loro sono convinti che i terroristi, che li avevano catturati per usarli come «scudi umani», alla fine hanno salvato loro la vita, portandoli via dal villaggio bombardato. Ieri un giornalista dell'agenzia di stampa francese France Presse riuscito a penetrare nel rifugio segreto dove i ceceni tengono gli ostaggi, ha assistito a un incontro tra loro e il comandante dei terroristi Salman Raduev, accolto dai prigionieri ormai come un vecchio amico. Strette di mani, abbracci e scuse da parte del terrorista: «Mi dispiace, è stata colpa del destino». Ma gli ostaggi non sono «collaboratori» degli indipendentisti, come aveva insinuato Mosca nei giorni scorsi. «Se abbiamo scavato le trincee per i terroristi - si giustificano - l'abbiamo fatto solo per salvarci dalle bombe». E Salman Raduev ha posto come condizione per il rilascio degli ostaggi la garanzia da parte delle autorità daghestane, che non verranno perseguiti. Ieri si è saputo qualcosa anche sulla sorte di altri 29 ostaggi, operai della centrale elettrica di Grozny, catturati dagli indipendentisti una settimana fa. Anche loro sono stati portati dalle parti di Novogrozny, sono tutti vivi e stanno bene, ospitati a gruppi di due-tre nelle case dei locali. Sul loro futuro non c'è ancora certezza: i ceceni garantiscono che li libereranno, ma alcuni comandanti dei ribelli propongono di rilasciarli senza condizioni, mentre altri vogliono in cambio la liberazione di 29 guerriglieri ceceni detenuti nei «campi di filtraggio» russi. Anna Zafesova Verranno rilasciati solo i civili: per i poliziotti russi chiesto uno scambio Eltsin ha sciolto i dubbi: si ricandida [FOTO REUTER]

Persone citate: Anna Zafesova, Aslan Maskhadov, Eltsin, Maskhadov, Salman Raduev

Luoghi citati: Cecenia, Grozny, Mosca