L'Austria santabarbara della Cia di Tito Sansa

7 I MISTERI DI GLADIO L'Austria, santabarbara della Cia L'ambasciatrice Usa: 79 depositi segreti di armi VIENNA. L'Austria è in allarme: armi, munizioni ed esplosivi per equipaggiare tra i 12 e i 16 mila combattenti sono nascosti in un'ottantina di depositi segreti sparsi sul territorio della Repubblica. La dislocazione degli arsenali è nota soltanto al servizio segreto americano Cia, che nell'immediato dopoguerra ha occultato 79 santabarbare in luoghi sicuri. Tanto sicuri che fino a ieri l'altro a Vienna non ne sapeva nulla né il governo né il controspionaggio. La rivelazione è stata fatta inaspettatamente dalla ambasciatrice degli Stati Uniti in Austria, signora Swance Hunt, che sabato sera ha informato contemporaneamente il presidente della Repubblica Klestil, il cancelliere Vranitzky e i ministri degli Esteri, degli Interni e della Difesa, chiedendo «personalmente scusa al popolo austriaco» per i cinquantanni di ritardo con cui dava la sensazionale informazione. Brusca è stata la reazione del cancelliere, «meravigliato» che gli austriaci non abbiano saputo nulla per tanto tempo, e ha osservato che questo segreto «non si addice alle buone relazioni tra i no¬ stri due Paesi». Ma l'ambasciatrice ha spiegato che neppure la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato americano, ma soltanto la Cia, sapevano dei depositi di armi ed esplosivi. La scoperta della loro esistenza è stata fatta di recente da una commissione del Congresso Usa che indagava su dubbie attività della Cia. E sabato il quotidiano americano «Boston Globe» ha diffuso la notizia, obbligando così l'ambasciatrice Hunt a informare in tutta fretta gli austriaci. Armi automatiche, munizioni ed esplosivo (e pare anche oro) sarebbero dovuti servire per armare e finanziare una sorta di «Gladio» austriaca, una organizzazio¬ ne di partigiani anticomunisti da opporre all'armata rossa sovietica nel caso in cui questa avesse invaso le regioni centrali e occidentali dell'Austria (quelle orientali erano, e lo rimasero fino al 1955 zona di occupazione sovietica). Ognuno dei 79 arsenali era sufficiente per armare tra i centoventi e i centocinquanta uomini. Da re¬ clutare tanto tra ex collaboratori degli alleati quanto tra i reduci di guerra che avevano servito nella «Wehrmacht» germanica. L'importante era che fossero tutti anticomunisti, e abili nel maneggio delle armi. Doveva dunque esistere una organizzazione segreta austriaca manovrata dalla Cia, i cui membri hanno taciuto per tutti questi anni. Lo ha confermato l'editore Fritz Molden (imparentato con Allan Dulles, il creatore della Cia) che durante la guerra aveva fatto parte della resistenza antinazista, rivelando che l'esistenza della «Gladio» austriaca e degli arsenali militare era a conoscenza del defunto cancelliere Leopold Figi, del ministro degli Esteri Karl Gruber (quello dell'accordo con De Gasperi per l'Alto Adige) e di «almeno altri tre membri del governo austriaco», per «difendere la liberta contro la dittatura rossa». A Vienna si aspetta ora che il governo degli Stati Uniti riveli i nascondigli. I quali secondo le rivelazioni del «Boston Globe» - conterrebbero oltre che armi automatiche, pezzi anticarro lanciagranate ed esplosivo anche cassette piene di monete d'oro con le quali finanziare la resistenza. I «tesori» sarebbero sepolti in cimiteri del Salisburghese, e addirittura della Bassa Austria e del Burgenland a quei tempi sotto occupazione dei sovietici, che evidentemente non si accorsero di nulla. Grande preoccupazione vi è ora a Vienna per una «incontrollata corsa all'oro» da parte della popolazione austriaca. Tito Sansa Una strategia decisa 50 anni fa per resistere a una invasione sovietica Il Cancelliere austriaco Vranitzky ha duramente polemizzato con Washington per la rivelazione di Gladio

Persone citate: Allan Dulles, De Gasperi, Fritz Molden, Hunt, Karl Gruber, Klestil, Swance Hunt, Vranitzky