Un giallo sul nuovo Padre Nostro

Avvenire anticipa la revisione, ma il vescovo di Ancona la corregge: modifiche più lievi Avvenire anticipa la revisione, ma il vescovo di Ancona la corregge: modifiche più lievi Un giallo sul nuovo Padre Nostro Due versioni della preghiera ROMA. Cambia il Padre Nostro, l'unica preghiera insegnata direttamente da Gesù ai suoi discepoli. Cambia, si intende, per i fedeli italiani, dato che la Conferenza episcopale ha messo a punto una traduzione di tutto il Nuovo Testamento che rivede e aggiorna le espressioni linguisticamente superate o che si sono scoperte non esatte alla luce delle nuove acquisizioni della filologia. Ma se le motivazioni sono comprensibili, sul nuovo Padre Nostro si è aperto il giallo. Il quotidiano cattolico «Avvenire» ieri ha reso noto il nuovo testo che suona così: «Padre nostro che sei nei cieli, sia benedetto il tuo santo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e perdona a noi le nostre offese come noi perdoniamo a chi ci ha offeso e non lasciarci cadere in tentazione ma liberaci dal maligno». Mons. Franco Festorazzi, vescovo di Ancona e responsabile del gruppo di biblisti che ha lavorato alla traduzione, precisa che il giornale dei vescovi non ha pubblicato l'ultima versione. Insomma in mano ai cardinali Ruini, Saldarmi, Martini e Biffi, da qualche giorno c'è una preghiera in cui si dice «sia glorificato il Tuo Santo nome»; resta intatto il «rimetti a noi i nostri debiti come noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori» si cambia appena un po' alla fine con un «non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male». Qualche differenza c'è, tale da suscitare perplessità tra i fedeli. Mons. Festorazzi smonta ogni possibile polemica e spiega che «si è cercato di modificare il meno possibile»: per questo motivo «è stato lasciato "dal male" anche se sarebbe stato forse più esatto dire "dal maligno"». Stesso discorso per la parte che riguarda il perdono: «sarebbe di più facile comprensione parlare di remissione dei peccati che di debiti. Nel testo di Matteo si parla però di debiti e noi abbiamo voluto essere più fedeli possibile al testo originale». Fine del giallo, almeno per il vescovo di Ancona e inizio invece di una lunga fase di studio da parte di tutta la Conferenza episcopale per capire se e quando varare la nuova versione dei Vangeli, dopo aver ascoltato il parere vincolante del Vaticano: toccherà alla Congregazione del Culto Divino esprimersi in merito. E così ne sapremo eli più alla fine del 1997, magari dopo un periodo di sperimentazione tra gruppi di fedeli appositamente scelti. I cambiamenti nelle preghiere costituiscono sempre delle novità, un po' come avvenne dopo il Concilio Vaticano II quando si passò all'uso delle lingue nazionali al posto del latino nella Messa e venne sostituito il Catechismo con la sua forma stereotipata a domande e risposte, eredità del Concilio di Trento. Per i teologi non si tratta certo di introdurre elementi nuovi, anzi. Per mons. Piero Coda, docente all'Università Lateranense di Roma, siamo di fronte ad un «ritocco della tradizione, per esprimere meglio il contenuto dell'unica preghiera insegnata direttamente da Gesù». Un'altra preghiera che ha risentito dell'evoluzione dei tempi è l'Ave Maria, formatasi lentamente nei secoli insieme al crescere della devozione alla Madonna. Solo alla fine dell'Ottocento, nel Rosario venne ag¬ giunta la litania a Maria Immacolata, dopo l'introduzione del relativo dogma e ugualmente in questo secolo ci furono adattamenti specifici dopo la proclamazione del dogma dell'Assun¬ zione. Le modifiche più rilevanti sono avvenute dopo il Concilio Vaticano II ed hanno dato luogo a diatribe e allo scisma dei tradizionalisti di mons. Lefebvre, che mai hanno accet¬ tato l'abolizione del latino. Quanto al Padre Nostro, già in Francia e Spagna sono state operate delle revisioni e se si tiene presente che l'attuale formula è vecchia di appena due secoli, appare evidente che anche nella Chiesa e perfino nelle preghiere, nulla esiste di immutabile. Luca Tornasi IL «NUOVO» PADRE NOSTRO Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e noti ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. SJONE PROPOSTA Padre nostro che sei nei cieli sia benedetto il tuo santo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e perdona a noi le nostre offese come noi perdoniamo a chi ci ha offeso e non lasciarci cadere in tentazione ma liberaci dal Maligno. ■ ■ Una «rivoluzione» si annuncia in chiesa: cambia il testo del «Padre Nostro»

Luoghi citati: Ancona, Francia, Roma, Spagna, Trento