«Noi tedeschi ci fidiamo dell'Italia» di Emanuele Novazio

★ * Il governo: partner affidabile, e come Bonn rispetta la tabella di marcia per l'Unione monetaria «Noi tedeschi ci fidiamo dell'Italia» «Un buon presidente Ue» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il governo tedesco non ha dubbi: «L'Italia è un partner affidabile nel campo della politica europea», un Paese che «esattamente come la Germania rispetta la tabella di marcia concordata per l'Unione monetaria europea». La rasserenante dichiarazione di Werner Hoyer, sottosegretario agli Esteri e responsabile per i problemi europei, segue di ventiquattr'ore appena l'intervento di Susanna Agnelli a Strasburgo con il quale il ministro degli Esteri italiano ha rassicurato gli eurodeputati sulla lealtà nei confronti di Maastricht e sulla continuità della politica europea del governo di Roma. Hoyer, che parlava davanti alla Commissione per gli Affari europei del Bundestag, ha sottolineato del resto che non si può arrivare a una «spaccatura» fra i Paesi che aderiranno fin dall'inizio alla terza fase dell'Unione monetaria - nel 1999, dunque, secondo la tabella fissata dal Trattato di Maastricht - e quelli che almeno in un primo momento non vi parteciperanno. Anche su questo punto «fra i due governi c'è un'eccellente cooperazione», ha garantito il sottosegretario tedesco, che ha illustrato ai parlamentari gli obiettivi principali del semestre di presidenza italiana: l'avvio della Conferenza intergovernativa per la revisione dei Trattati di Maastricht, che si aprirà a Torino alla fine di marzo; l'elaborazione di ulteriori passi per la terza fase dell'Unione monetaria; l'ampliamento dell'Unione, e la cooperazione nel Mediterraneo. Mentre l'Italia comincia il se- mestre della sua presidenza, molti settori politici ed economici tedeschi continuano ad interrogarsi sull'opportunità di rispettare la tabella di marcia fissata a Maastricht. Il leader dell'Spd, Oskar Lafontaine, ha chiesto di rinviare l'adozione della moneta unica: alla luce dell'indebolimento dell'economia europea, «le scadenze non dovrebbero essere un feticcio», ha dichiarato Lafontaine a Bonn, evocando altre prese di posizione affiorate nelle ultime settimane. Immediata la replica del sottosegretario alle Finanze Juergen Stark: non rispettare la lettera del Trattato di Maastricht e cambiare le regole, ha ammonito, significherebbe «uccidere l'Unione monetaria». Gli obiettivi di Maastricht del resto, secondo Stark, sono coerenti con le tendenze dell'economia europea. Quando ai debiti pubblici, vanno ridotti in ogni caso, «Maastricht o non Maastricht». Le scadenze, secondo il governo federale, vanno rispettate nonostante i timori sulla tenuta dell'economia - sempre più diffusi in ampi strati dell'opinione pubblica - una volta che il marco sarà sostituito dall'euromoneta. Il problema, secondo Stark, è anche quello di assicurare una corretta informazione: i cittadini devono sapere esattamente che cosa cambierà con l'introduzione della nuova valuta unificata e con la scomparsa delle monete nazionali. Per questo il governo federale avvierà a marzo una vera e propria campagna, sui giornali e in tv: contro l'euroscetticismo l'arma migliore è l'informazione, si dice a Bonn. Emanuele Novazio *** ★ ★ ★ ★ ★ * Il cancelliere tedesco Kohl con Dini a un recente incontro Il governo di Bonn dà fiducia all'Italia come partner e leader del semestre di presidenza europea Sotto, la sede dell'Ue a Bruxelles

Persone citate: Dini, Hoyer, Juergen Stark, Kohl, Lafontaine, Oskar Lafontaine, Stark, Susanna Agnelli, Werner Hoyer