«Roma non cambierà idea sull'Europa»

9 Presentato all'Europarlamento il programma del semestre di presidenza italiana dell'Ue «Roma non cambierà idea sull'Europa» La Agnelli a Strasburgo: qualsiasi governo resterà fedele STRASBURGO DAL NOSTRO INVIATO L'avvio dei sei mesi di presidenza italiana dell'Unione europea ha visto ieri a Strasburgo l'inevitabile trasferimento del dibattito dalle questioni comunitarie al «caso Italia». Per fortuna la ricerca a Roma di un accordo sulle riforme istituzionali ha smorzato le polemiche tra i diversi gruppi politici italiani al Parlamento europeo, e la discussione, a parte le intemperanze di Bertinotti e Pannella, si è svolta in toni estremamente civili. Ma le differenze sono comunque emerse tra coloro i quali auspicano una maggiore integrazione (essenzialmente il centrosinistra), e chi chiede invece l'abbandono del Trattato di Maastricht e il ripensamento della moneta unica (Alleanza nazionale, Rifondazione e, in modo più velato, Forza Italia). Il compito di rappresentare il virtuale governo italiano, e di presentare il suo programma per il semestre di presidenza dell'Unione, è toccato al ministro degli Esteri Susanna Agnelli, che ha però subito sottolineato che è stato il Parlamento, il 5 dicembre, ad approvare le grandi linee della politica europea del Paese, il che, in teoria, assicura una certa continuità di linea. «Non credo che cambi qualcosa se c'è un ministro o un altro - ha detto la Agnelli -, l'importante è che il governo voglia l'Europa, e sono sicura che questo avverrà anche in futuro, chiunque vinca le elezioni». In quella che Achille Occhetto ha definito una «eccellente presentazione», dunque, il ministro ha affrontato in primo luogo il tema della riforma delle istituzioni europee, tema che verrà sviluppato nella Conferenza intergovernativa (si aprirà a Torino il 29 marzo). La scelta, ha detto la signora Agnelli, è tra «una integrazione realmente irreversibile» ed una «regressione verso un fragile spazio economico, all'interno del quale non tarderebbero ad apparire gli egoismi nazionali». Per questo bisognerà dar prova «di ambizione e di realismo», razionalizzando le istituzioni dell'Unione, rafforzando il ruolo del Parlamento europeo, mantenendo i poteri sovrannazionali della Commissione di Bruxelles, e trasferendo alle competenze dell'Unione ima serie di dossier che vanno dall'immigrazione alla lotta alla criminalità organizzata. L'altro punto fermo del programma italiano, ha detto la Agnelli, è la lotta alla disoccupazione. Secondo la Agnelli, «ci sono alcune forze politiche che dicono si debba necessariamente abbandonare Maastricht per lottare contro la disoccupazione. Noi crediamo invece il contrario». Il nostro governo si impegnerà per «un piano d'azione comune», ha aggiunto, e ha proposto un incontro tripartito tra sindacati, imprenditori ed istituzioni europee allo scopo di affrontare con tutta l'urgenza possibile un problema che riguarda 17 milioni di cittadini europei. Ha lanciato un appello per non fare del Trattato di Maastricht «il capro espiatorio di alcune gravi difficoltà che molti dei nostri Paesi incontrano». Anzi: il progetto di moneta unica va portato avanti senza esitazioni, pur ri¬ fiutando l'idea di «un nucleo blindato di pochi Paesi virtuosi». Il primo a prendere la parola è stato poi Occhetto (pds), che ha ricordato come «l'Italia sia il Paese che più di tutti ha dato sostegno allo sviluppo europeo». Il popolare Gerardo Bianco ha fatto una professione di fede federalista, ed altrettanto ha fatto Pier Ferdinando Casini, del Ccd. Il liberale olandese de Vrijes ha invece chiesto di risolvere la disputa che oppone l'Italia alla Slovenia, ed affermato che l'Unione monetaria senza l'Italia non è auspicabile, perché la lira, lasciata libera, danneggerebbe la moneta unica. Ed è a questo punto che sono iniziate a piovere le critiche. Il capogruppo di Alleanza nazio- naie, Cristiana Muscardini, ha infatti difeso il Trattato di Maastricht, dicendo che parta servando, sunt, ma era stata smentita dal suo leader già alla vigilia: Gianfranco Fini, in una riunione romana, aveva infatti detto che i criteri economici per l'adozione della moneta unica non sono compatibili con la giustizia sociale. Anche Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione, ha chiesto di «por fine alla menzogna», e di ammettere che «l'idea di costruire un nocciolo duro attorno alla moneta unica, è in realtà fallita». Pannella ha attaccato «il governo dei tecnici, l'Europa tecnica». Placida la Agnelli: «Pannella mi ringiovanisce, sono passati 16 anni ma non è cambiato». Un riconoscimento all'Italia è arrivato dal presidente della Commissione europea Jacques Santer, secondo cui «le incertezze politiche non hanno impedito al governo italiano di preparare la presidenza con determinazione ed efficacia». Ma la voce più accorata è stata quella di Graham Watson, liberale e unico federalista inglese. «L'Italia ha sempre spinto per l'Europa, ma ora mi chiedo se la fede non stia mancando anche a Roma. Mi dispiace che l'Italia rischi di non essere tra i primi a dar vita all'Unione monetaria. Il vostro programma è comunque migliore di quello del mio Paese, che crede ancora che la Manica sia larga quanto l'Atlantico. Fabio Squillante «Maastricht e la lotta alla disoccupazione sono compatibili» ***** ★ ★ lilii II ministro Susanna Agnelli presenta il semestre di presidenza italiana dell'Ue di fronte al Parlamento di Strasburgo