E il «caso» spacca il Tgl
E il «caso» spacca il Tgl E il «caso» spacca il Tgl Frajese: battute da non riportare Rossella: è un dovere riferirle PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Chiuse le ostilità Italia-Francia su sfondo di puntualizzazioni dell'Eliseo, si è aperta ieri pomeriggio una piccola, inattesa guerra civile fra il direttore del «Tgl», Carlo Rossella, e il suo corrispondente da Parigi, Paolo Frajese, divisi sul «caso Chirac». Nel telegiornale delle 13, Frajese aveva sottolineato che le controverse frasi del Presidente francese erano state pronunciate «al volo» e in forma non ufficiale. Fa¬ cendo capire che è costume, in casi del genere, non farne menzione o perlomeno non virgolettarle. Pronta la replica di Rossella, il quale in un commento per «l'Unità» (che con «Il Giornale», «Il Secolo XIX» e «La Stampa» ha reso di pubblico dominio le battute chiracchiane) osserva, precisando di aver visto solo in differita il servizio del «Tgl»: «Benissimo ha fatto il collega Siegmund Ginzberg a riportare quelle frasi. Le considero un grosso scoop per il giornale. Contrariamente a quanto ha detto Frajese, secondo cui non si possono prendere le battute al volo e riferirle, dico che queste vanno prese e riferite: è un dovere di chi fa il giornalista». Il complimentato si schermisce. E non nasconde il suo stupore per la polemica. «Vengo dalla scuola giornalistica americana - spiega dove una simile querelle sarebbe impensabile. Basti pensare a Sam Donaldson, il reporter divenuto celebre per le domande che lanciava con voce tonante a Reagan mentre quest'ultimo stava per salire in elicottero. Le risposte, brevi, non sempre chiarissime, ma efficaci finivano regolarmente in pagina e sul teleschermo». Egualmente critico verso i censori è Alberto Toscano, il responsabile della Stampa Estera, anche lui presente al «botta e risposta» di Chirac. «Un Presidente che si rivolge a un gruppo di giornalisti nel quadro di un incontro ufficiale con i media può logicamente aspettarsi di venire citato. Controprova, discorrendo alcuni minuti più tardi con due corrispondenti russi fra cui l'ex portavoce gorbacioviano Graciov dopo un apprezzamento ha precisato: "Questo, però, rimanga inter nos". In casi simili, contravvenire all'avvertenza può costituire una violazione deontologica. Ma essendosi astenuto da tale formula con noi, Chirac è parso non voler esigere il silenzio». Parere che condividiamo. Rimane, tuttavia, il nodo dell'interpretazione. Sparare la battutaccia, presunta o reale, dandole grande rilievo nella titolazione sino a trasformarla, quasi, nel «fatto del giorno» è legittimo? Toscano è cauto: «Menzionarla, d'accordo, ma occorre un certo criterio nel renderne conto ai lettori», [e, bn.]
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