Chirac: non sono in guerra con l'Italia

Acqua sul fuoco delle polemiche: erano dichiarazioni private, tra noi solo malintesi Acqua sul fuoco delle polemiche: erano dichiarazioni private, tra noi solo malintesi Chirac: non sono in guerra con l'Italia Ma Parigi ribadisce: a Roma incontrerà solo il Papa PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Colto di sorpresa dalla loro pubblicazione su quattro giornali italiani, fra cui «La Stampa», l'Eliseo ha ridimensionato ieri - ma senza smentirle - le battute di Jacques Chirac sulla prossima udienza papale («Non vado a Roma, bensì in Vaticano») e il vertice europeo di Torino («Ignoro se ci sarò, ma con quello che sta accadendo in Italia mi domando se avrà luogo»), negando qualsiasi intenzione polemica. La messa a punto di un portavoce - affidata all'«Ansa» - rievoca il contesto non ufficiale delle brevissime «dichiarazioni private» («fatte ad alcuni giornalisti italiani in margine alla tradizionale cerimonia degli auguri d'inizio anno», scrive l'agenzia), deplorando siano state rese pubbliche. Malgrado il Presidente non abbia chiesto esplicitamente - come in altri casi - ai suoi occasionali interlocutori di ritenere il colloquio «off records», vale a dire confidenziale, l'Eliseo lascia intendere che le circostanze in cui si è svolto dovevano farlo presagire. Quanto all'interpretazione anti-italiana di entrambe le frasi, la si giudica un sostanziale travisamento interpretativo. In questo clima confuso, ieri, per alcune ore è circolata una battuta attribuita a un portavoce dell'Eliseo: «La questione della riunione di Torino sarà risolta non appena l'Italia avrà un ministro degli Esteri». Il centralino della presidenza è stato tempestato di telefonate da parte dei giornalisti fino a quando non sono arrivate secche smentite, ribadite da un comunicato dell'ambasciata di Francia a Roma: «E' evidente che l'Italia ha un ministro degli Esteri - è scritto nella nota - tanto è vero che riceverà il nostro a pranzo qui a Roma». La presidenza francese ha comunque riconfermato che «la visita di Jacques Chirac e della moglie Bernadette al Pontefice» - in programma il 20 gennaio - «non sarà utilizzata come occasione per incontrare responsabili italiani». Più articolato il distinguo sul rendez-vous torinese, che ha richiesto una seconda puntualizzazione nel tardo pomeriggio. Parigi, nella convinzione che «tra Italia e Francia vi siano stati soprattutto malintesi» più d'un vero e proprio contenzioso organico, ricostruisce con puntiglio la già controversa storia dell'mcontro. Nell'eurosummit tenutosi a Madrid il 15-16 dicembre vemie sì fissata per marzo la conferenza di Tornio, incaricata di riformare Maastricht, ma senza deciderne il livello. In altre parole, lasciando nel vago la presenza dei capi di Stato, gradita a Palazzo Chigi. Secondo gli accordi madrileni, sarebbe spettato ai titolari degli Esteri dei Quindici trovare un'mtesa. «La nostra posizione rimane questa» spiega l'Eliseo, aggiungendo che sta all'Italia fare la mossa successiva. «Il livello dell'incontro di Torino - dichiara Jerome Peyrat, uno dei portavoce chiracchiani - sarà quindi deciso da Roma» (che presiede l'Unione Europea sino al 30 giugno) «sulla base dei contatti fra i ministri interessati». E sempre alla parte italiana toccherà «far pervenire gli inviti ai partner europei. Quando lo avremo ricevuto, la Francia farà conoscere la sua risposta» conclude l'Eliseo. Come si può vedere, nessuna traccia degli accenni all'instabilità politica italiana, evocata 24 ore prima da Jacques Chirac. Né all'eventuale difficoltà di trattare con un governo dimissionario, in carica per gli affari correnti ma sprovvisto di legittimità politica sul lungo termine. A quattro giorni dal téte-à-tète con Giovanni Paolo II, Chirac non ha 0 minimo interesse a coltivare le querelle con Dini e la Agnelli. [e. bn.] Secca smentita di una battuta attribuita a un portavoce «Tutto si risolverà quando avrete un ministro degli Esteri» ll medico: dal '94 non poteva più governare Due immagini «rubate» della salma Da destra: Carlo Rossella, direttore del Tgl, Paolo Frajese, corrispondente da Parigi, e il presidente francese Jacques Chirac