Davigo: «Tonino ambiguo»

Davigo: «Tonino ambiguo» Davigo: «Tonino ambiguo» Berlusconi: ad Arcore parlò del suo futuro DUE VERITÀ' IN CONFLITTO MILANO 0 avuto modo di incontrare il dottor Di Pietro, credo il 18 febbraio '95. L'incontro è avvenuto nella mia casa di Arcore, dopo che lui aveva già incontrato numerosi esponenti del mondo politico». Esordisce così, Silvio Berlusconi, nel verbale reso (da testimone) il 25 luglio scorso ai magistrati bresciani Fabio Salamone e Silvio Bonfigli. Incontro importante, quello. Incontro su cui - oggi - si hanno due versioni contrastanti. «Fu un incontro tra me e lui», precisa Berlusconi. Due partecipanti per due racconti antitetici. Di Pietro dice ai magistrati bresciani che allora si parlò solo di temi generali. Non di incarichi di governo, men che meno dell'avviso di garanzia inviato dal pool all'ex presidente del Consiglio. Ma Berlusconi nega. E a pagina 3 della sua deposizione, rivela: «Di Pietro mi precisò che si sentiva in grado di ricoprire gli incarichi nel suo particolare settore di competenza. Oltre al ministero dell'Interno manifestò ima disponibilità a ricoprire gli incarichi di capo della polizia o dei servizi segreti». Di Pietro - giura l'ex presidente del Consiglio - affrontò a lungo anche il tema di quell'avviso mandato a Berlusconi. (Avviso che ritenevo del tutto ingiustificato», specifica Berlusconi. E aggiunge: «Trassi l'impressione dal suo comportamento e dalle sue risposte che Di Pietro condivideva le mie parole al punto che gli domandai come mai avesse anche lui firmato quell'invito». Sorprendente, la versione che dà della risposta di Di Pietro il Cava- liere: «Mi pare di ricordare che mi rispose di essere stato all'estero quando all'interno del pool fu decisa l'iniziativa e di avere poi firmato perché era consuetudine». Conclude, sul punto, Silvio Berlusconi: «Il successivo aprile partecipai alla trasmissione "Tempo reale". Riferii quelle parole di Di Pietro». Andò così? Di Pietro nega con forza. Ma qualche dubbio arriva da un suo collega di pool, da Pierca- millo Davigo, il magistrato che - via lui - salirà al posto di comando del pool. Per Davigo, così come per il procuratore capo Borrelli, fu proprio Di Pietro a spingere per mandare quell'avviso di garanzia. Però Davigo un dubbio ce l'ha. E lo riferisce a Salamone e Bonfigli che l'hanno ascoltato (come testimone) il 29 giugno. Fa mettere a verbale Davigo: «Grande sorpresa mi suscitò la mancata ed energica smentita da parte di Di Pietro su quanto affermato da Silvio Berlusconi nella trasmissione "Tempo reale" di Santoro, circa l'asserito disaccordo di Di Pietro nell'inoltro dell'avviso di garanzia a Berlusconi». I dubbi di Davigo non finiscono qui. Ci sono - e.grandi - quelli sull'addio alla toga di Antonio Di Pietro. Su questo il «dottor Sottile» non usa mezzi termini: «Io rimasi sorpreso da alcune sue ambiguità dopo l'annuncio pubblico di voler lasciare la magistratura». Una cosa, Silvio Berlusconi dice di non sapere: le manovre di Gorrini della Maa, i suoi contatti con il fratello Paolo, l'ispezione segreta chiusa in grande fretta il giorno dopo le dimissioni di Di Pietro. Spiega Berlusconi: «Il nome di Gorrini mi è noto solo per le notizie di stampa. E apprendo solo ora che ci fu una inchiesta riservata nei confronti di Di Pietro». Ad un'altra domanda dei due pm bresciani risponde l'ex presidente del Consiglio. Vogliono sapere dei suoi rapporti con Bettino Craxi. Che Berlusconi non rinnega: «Sono stato e sono amico di Craxi che è stato testimone delle mie nozze e padrino di battesimo di due mie figlie. Dell'onorevole Craxi ho sempre ammirato la statura di statista». E ancora: «Ho avuto alcuni colloqui con Craxi dopo l'inizio dell'inchiesta Mani pulite e posso dire che questi era particolarmente turbato. Riteneva che Di Pietro conduceva l'indagine in modo eccessivo e inopportuno e che l'inchiesta fosse orientata quasi esclusivamente sui partiti di governo e non sul pei». Fabio Potetti «Si dichiarò disponibile a ricoprire anche incarichi di governo» Piercamillo Davigo A ds. Fabio Salamone

Luoghi citati: Arcore, Milano