Di Pietro: mi massacrano poi mi cercano

L'ex pm si sfoga: «Tutti hanno paura di un mio eventuale ingresso in politica. Illusi» L'ex pm si sfoga: «Tutti hanno paura di un mio eventuale ingresso in politica. Illusi» Di Pietro: mi massacrano, poi mi cercano «Ora la frittata èfatta» MILANO. Uno sfogo duro, pesante. Tutto il contrario, tanto per intenderci, di certe riflessioni più politiche del recente passato. Eh no, altri toni. Altri aggettivi. Altri termini. Tocca difendersi, adesso, all'ex magistrato Antonio Di Pietro, meglio deporre il fioretto e usare lo spadone. E intingere, se necessario, la penna nel veleno. E così, eccolo i! contrattacco di Tonino, affidato alle pagine del settimanale «Oggi», solita rubrica («Dalla parte dei cittadini»),' insolita durezza. «I criticoni strombazzanti - picchia Di Pietro - siano meno ipocriti e dicano le cose come stanno, si vuole trasformarmi in un fenomeno da baraccone con uno scopo ben preciso: fa paura a tutti un mio eventuale ingresso in politica e bisogna usare ogni mezzo per screditarmi». Ogni mezzo, sottolinea l'ex magistrato simbolo di Mani pulite: usano qualsiasi mezzo. A cominciare dalle telefonate intercettate, spiate, riferite sui giornali: «Qualcuno vuole spiegarmi per quale ragione fatti privati, che nulla hanno a che fare con le mie vicende processuali, carpiti ascoltando i miei telefoni, vengono spiattellati ai quattro venti, sviscerati, analizzati, interpretati (liberamente e fantasiosamente), senza alcun ritegno verso la dignità della mia persona e il mio sacrosanto diritto alla riservatezza?». Si appella al buon senso dei lettori, Tonino: «Ascoltatele, ascoltatele pure le mie telefonate, vedrete che non nascondono alcunché di illecito né di disprezzabile». Sembra di vederlo, mentre scrive, arrabbiato come non lo è mai stato in vita sua: «Queste telefonate occupano le prime pagine dei giornali, vengono ritenute più importanti dei massacri della ex Jugoslavia e addirittura della crisi del governo in atto, della disoccupazione e di tutti gli altri gravi problemi che affliggono il nostro Paese». Perché lo fanno? Non ha dubbi Di Pietro nella sua risposta a distanza coi lettori: è ovvio il perché, «perché tutti mi vogliono screditare». Tutti, sottolinea Tonino, proprio tutti. Basta leggere i resoconti delle famose telefonate: «Nessuno mi risparmia frecciate in pubblico ma poi, in privato, tutti mi cercano! Tutti con lo stesso intento: se riusciamo, massacriamolo, ma comunque teniamocelo buono perché piuttosto che vederlo andare dall'altra parte politica, è pur sempre meglio che stia con noi». Ecco perché a tutti sta bene, insiste più arrabbiato che mai, trasformare l'ex simbolo di Mani pulite in un fenomeno da baraccone: per impedire il mio ingresso in politica, perché hanno paura di Di Pietro politico. «Illusi»... Replica così, Di Pietro, con un «illusi» che è una premessa al resto: «Io non vado da nessuna parte», aggiunge forte e chiaro. «Resto fermo, ancorato all'assoluta certezza d'aver fatto il mio dovere e alla determinazione di dover prima portare a termine la mia battaglia contro il mare di fango che mi viene vomitato quotidianamente addosso». Si difende appellandosi ai lettori: «Riflettete, non per me, ma per voi, per una giustizia più giusta». Ma un peso dallo stomaco se lo vuol togliere. «Certo - sospira sarebbe stato più agevole difendermi se i magistrati a cui mi sono rivolto per chiedere giustizia avessero evitato questo polverone delle telefonate». Già, quel polverone Salamone e Bonfigli, i due pm bresciani che mesi e mesi hanno indagato su di lui, potevano evitarlo: la legge parla chiaro, tutte quelle intercettazioni non erano «penalmente indispensabili». Già, ma ora la frittata è fatta: «Anche se un domani qualcuno riconoscerà che quelle telefonate non c'entrano niente con il processo, nessuno potrà più toglierle dalla memoria storica di chi ne ha avuto conoscenza. Praticamente di tutti. Chi mi ripagherà i danni?». [a. z.] ^ L'ex magistrato Antonio Di Pietro

Persone citate: Antonio Di, Antonio Di Pietro, Bonfigli, Di Pietro, Salamone

Luoghi citati: Jugoslavia, Milano