Ucciso ul casello dell'autostrada

A Scarmagno, sulla Torino-Aosta: vittima il cognato di Ringo, all'ergastolo per la morte di una quindicenne A Scarmagno, sulla Torino-Aosta: vittima il cognato di Ringo, all'ergastolo per la morte di una quindicenne Ucciso ul casello dell'autostrada Regolamento di conti tra ricettatori L'assassino gli ha sparato a bruciapelo, a meno di un metro di distanza. Poi è scappato sull'auto ancora con il motore acceso, ferma davanti al casello di Scarmagno dell'autostrada Torino-Aosta: direzione Ivrea. Gianni Lagaren, 23 anni, si è accasciato vicino alla sua macchina: una grossa macchia di sangue sul petto, senza forze. Quando sono arrivati i soccorsi era già morto: il proiettile gli ha sfiorato il cuore, ha tranciato l'arteria e si è fermato nel costato. Carabinieri e polizia cercano adesso il killer: ci sono due testimoni oculari che potranno identificarlo; erano amici del morto. E c'è anche una pista per questo delitto: il mondo della ricettazione di automobili rubate. «Un omicidio d'impeto - dice il vicequestore di Ivrea, Maurizio Celia -, l'assassino è un uomo braccato che ha le ore contate». Potrebbe trattarsi di un personaggio con una serie di precedenti per furti e per questo già noto agli inquirenti. Il film dell'assassinio dura pochi istanti. Giovanni Lagaren, un nomade sinto del campo di Ivrea, arriva verso le 15 al casello in compagnia di due conoscenti. «Aveva - dicono gli investigatori - un appuntamento con qualcuno legato al mondo della ricettazione. Auto rubate, ma non si esclude altro». Anche l'incontro è brevissimo: tra i due scoppia una discussione: parole grosse, qualche spintone. E' un attimo: l'assassino tira fuori una pistola e spara: un solo colpo puntato dritto al cuore di Gianni Lagaren. Nessuno interviene; chi ha sparato scappa, pare su una Punto, dove lo sta aspettando un complice. L'allarme lanciato dal telefono del casello, l'arrivo dell'eliambulanza del 118, sono le fasi successive. Ma è inutile. E in un attimo arrivano a Scarmagno anche decine di parenti e amici del morto: sinti del campo di Ivrea ma anche di Torino, San Giusto, Montalenghe, Novara. C'è chi piange, chi impreca contro il mondo e i poliziotti che non fanno spostare il cadavere e chi ha propositi di vendetta. E per carabinieri e poliziotti c'è un gran daffare a tenere tutti lontano dal cadavere: «Lasciatecelo vedere per l'ultima volta, era un bravo ragazzo, non un delinquente». Quando arrivano i genitori, Vincenza De Glaudi e Alessandro Lagaren, arriva anche la sposa-bambina della vittima: Barbara Messonier, 18 anni appena compiuti, che un anno fa gli aveva già dato un figlio, Daris. Per gli investigatori e il magistrato incaricato delle indagi- ni, il sostituto procuratore di Ivrea Lorenzo Fornace, trovare elementi utili a fare luce sul delitto non è un'impresa facile. A Ivrea, invece, i carabinieri interrogano per un paio di ore i due testimoni oculari: hanno fornito molti elementi utili per l'identificazione dell'assassino. Abbandonata, dopo le prime ore, l'ipotesi che il delitto fosse in qualche modo legato ad un altro fatto di sangue che ha visto protagonista un membro della famiglia Lagaren: l'omicidio di Manuela Petilli, la quindicenne di Strambino uccisa e bruciata in un casolare nell'a- gosto di tre anni fa. Per quella vicenda è stato arrestato e condannato all'ergastolo Pietro Ballarin (Ringo), uno dei cognati di Gianni Lagaren. Ma l'ipotesi è stata scartata dopo i pri¬ mi interrogatori dei testimoni oculari. Roberto Lagaren, uno dei fratelli dell'ucciso, parla e piange disperato. «Su di noi dice - c'è una maledizione che non ci permette più di vivere con un po' di tranquillità. Al campo, adesso, c'è un altra donna sola, con un bambino ancora piccolo da allevare. Prima mia sorella Loredana, adesso Barbara. E' una maledizione di cui non riusciamo proprio a liberarci». Lodovico Poletto Gli investigatori sulle tracce dell'assassino e del complice I A sinistra la disperazione dei parenti della vittima, Gianni Lagaren, 23 anni. Il giovane era il cognato di Pietro Ballarin, in carcere perché riconosciuto colpevole dell'omicidio Petilli La scena del delitto al casello di Scarmagno, sull'autostrada che da Torino va ad Aosta