Due ragazze hanno tradito gli assassini

Dopo essere state minacciate Delitto di Chivasso, al primo interrogatorio avevano negato di aver cancellato il sangue Due ragazze haano tradito gli assassini Dopo essere state minacciate TORINO. Non le ha fermate nemmeno una cruda minaccia di morte. E' stato il coraggio di due ragazze a incastrare la «comitiva degli assassini», responsabile di avere ucciso e derubato un amico, in una casa nelle campagne di Chivasso. A scardinare il teorema difensivo di Adamo Salatino, Gianluca D., Maurizio Restivo e Gino Saias sono state Sonia, 21 anni, di Chivasso e Alice, 22 anni, di Verolengo. Pesantemente minacciate ed intimidite, hanno «finto» solo per poche ore. Poi hanno deciso di vuotare il sacco di fronte ai carabinieri, e l'indagine è andata in discesa. Rappresentano il lato positivo di una storia complessivamente rivoltante. L'unico intenso momento di onestà di una vicenda costruita sulla più abietta crudeltà. Alice e Sonia, amiche da sempre, avevano accettato di fare le pulizie, due volte la settimana, nella casa eh Montegiove, affittata da Filippo Capasso: «Ce lo aveva chiesto Gianluca, che conoscevamo bene, anche per essere state conoscenti di suo fratello maggiore». Per via di questo incarico, per tutto dicembre, avevano frequentato quella palazzina color ocra: «Il lavoro non mancava, considerato il notevole disordine in cui vivevano Filippo e Adamo. Il 26, la penultima volta, ci siamo trovate di fronte addirittura il caos: c'era stata una festa, la vigilia di Natale, e c'era panettone e spumante dappertutto. Per far fronte a quel marasma avevamo comprato scope e detersivi per 100 mila lire». Il delitto avviene nella notte del giorno successivo: Filippo Capasso viene colpito da decine di colpi di mattarello e poi finito con una coltellata. Il sangue schizza ovunque, anche sui muri e nel caminetto, fino ad un'altezza di quasi due metri. Quando, il 28 pomeriggio, le due ra- gazze si ripresentano, si trovano davanti ad una scena che non sanno comprendere: «Gianluca, insieme ad un altro amico, avevano pulito perfettamente i pavimenti e si stavano accanendo sui muri. Avevano già passato tre mani di bianco, ma si notavano ancora quelle macchie». Alice, con un brivido racconta: «Ho intuito che potesse essere sangue ed ho esclamato, come fosse una battuta: "Ma avete ucciso qualcuno?"». La frase coglie solo parzialmente di sorpresa Gianluca, che prima parla di schizzi di vino Brachetto, ma che subito dopo, davanti all'incredulità delle ragazze, precisa: «Sì, abbiamo ucciso Eva, la nostra cagnetta». Risposta che convince parzialmente la ragazza, visto che Eva, un incrocio fra un bassotto ed un bastardino, da quel giorno è effettivamente sparita. Le ragazze spazzano, puliscono, aiutano a dare altre due mani di biacca al muro. Poi vanno al supermercato con Gianluca: «Ci siamo accorte che le scope, gli stracci e tutti gli attrezzi per la pulizia erano spariti. Fuori, in un angolo, c'era molta cenere. Abbiamo pensato che li avessero bruciati. Ci è parsa una stranezza». E' il giorno dopo, il 29, che cominciano a nascere i primi veri dubbi. Che esplodono il 30, quando si sparge la voce che Filippo è stato trovato cadavere, semicarbonizzato, a Pratoregio, un paio di chilometri dalla casa di Montegiove. Le ragazze sono spaventate, ne parlano con gli amici. Gianluca D. intanto è a Deux Alpes dove trascorre la notte di Capodanno sciando in mutande, felice e spensierato, sulle piste illuminate della elegante stazione sportiva. Torna a Chivasso l'I sera e il 2 pomeriggio, al Bar Posta, incontra le due ragazze. Sa che cominciano a sospettare e le affronta: «Se parlate di quelle macchie ai carabinieri, io vi uccido». Sonia ed Alice sono terrorizzate e il giorno dopo, meiooledì 3, interrogate dai carabinieri della compagnia di Chivasso, mentono con decisione: «In quella casa, il 28, era tutto a posto. Non c'era proprio nulla di sospetto». E' Alice la prima ad essere colta dal rimorso: passa tutta la notte a chiedersi se sia giusto quel che ha fatto. E conclude che no, non è proprio giustu. Così telefona a Sonia: «Dobbiamo cui e tutto ai carabinieri». L'arnica si ribella: ha troppa paura. Fra loro c'è persino un litigio. Ma poi, il giorno dopo, bussano insieme alla porta della caserma e al piantone spiegano di voler rivedere il maresciallo del Nucleo Operativo che le aveva interrogate: «Dobbiamo parlargli di nuovo, ieri abbiamo nieniitu». Angelo Conti Il capo della banda aveva festeggiato l'anno nuovo sciando in mutande AL PRIMO PIANO DELLA ' CASA DEL DELITTO, CE' UN SECONDO BAGNO E UNA CAMERA CON DUE LETTI ORE 24 I TRE ASSASSINI COLPISCONO CON IL MATTARELLO LA VITTIMA E LA FINISCONO CON UNA COLTELLATA AL COLLO, DERUBANDOLA DEI 10 MILIONI CHE AVEVA NEL PORTAFOGLIO. NEL FRATTEMPO IL MINORENNE SCAPPA SCONVOLTO AL PRIMO PIANO DELLA CASA, MENTRE SOPRAGGIUNGE IL QUARTO COMPLICE LA GANG COMPOSTA DA DUE MAGGIORENNI E UN MINORENNE ARRIVI ALLA CASA DELLA VITTIMA (CHE LI ATTENDE ALL'INTERNO CON UN AMICO), DOPO ESSERE STATA IN PIZZERIA Due degli arrestati: sopra Adamo Salatino, mentre partecipa ad una semifinale del concorso «Il più bello d'Italia». Sotto, a destra Maurizio Restivo. A sinistra la vittima Filippo Capasso

Luoghi citati: Bar Posta, Chivasso, Italia, Torino, Verolengo