La gente forza l'assedio russo ai ceceni di Anna Zafesova

La gente forza l'assedio russo ai ceceni CAUCASO Per i daghestani l'esercito cerca la strage. Ultimatum di Mosca: resa incondizionata subito La gente forza l'assedio russo ai ceceni Un corridoio umano per fare fuggire guerriglieri e ostaggi MOSCA NOSTRO SERVIZIO Sempre più tesa la situazione attorno agli almeno 130 ostaggi detenuti da ormai 4 giorni a Pervomajskaja, nel Daghestan, dai guerriglieri ceceni. Le trattative per il loro rilascio sono arrivate in un vicolo cieco e una soluzione pacifica sembra sempre più difficile. Un ultimatum per le 8 di stamattina è stato lanciato ieri sera dalle autorità militari ai sequestratori. E nel frattempo il dramma comincia a coinvolgere anche gli abitanti del Daghestan. La gente locale accusa Mosca di non volere la liberazione degli ostaggi e di star preparando un assalto armato contro Pervomajskaja. E ieri mattina una folla di daghestani ha sfondato l'accerchiamento dei militari ed è entrata nel villaggio per intervenire nei negoziati. I daghestani chiedono che gli uomini di Saiman Raduev liberino gli ostaggi e abbandonino la loro terra. Pur di sbloccare la situazione, si sono dichiarati pronti a formare un «corridoio umano» lungo diversi chilometri, fino al confine con la Cecenia, per aprire ai guerriglieri la strada verso casa. Secondo il complesso e rigido codice d'onore dei popoli caucasici, il capo dei terroristi con il suo raid nel territorio daghestano e il sequestro non solo dei comuni nemici russi, ma anche di caucasici, ha offeso un popolo imparentato con quello ceceno. Molti abitanti del Daghestan sostengono la causa dell'indipendenza cecena, ma non vogliono un massacro sulla propria terra. E il massacro diventa sempre più probabile. Le trattative con i terroristi infatti sono ormai palesemente in un vicolo cieco. I russi chiedono di liberare immediatamente gli ostaggi, i ceceni di tenerli fino all'arrivo in Cecenia. Ma questo è un punto sul quale i russi si ri¬ fiutano di discutere. Anzi, ieri nel bel mezzo delle trattative il comando delle truppe russe ha chiesto all'improvviso che i terroristi si arrendano senza condizioni. E ieri il deputato Ramazan Abdulatipov, mio dei negoziatori russi, ha esplicitamente accusato Mosca di stare provocando la strage e ha chiesto al Cremlino di intervenire direttamente nelle trattative. Raduev aveva anche chiesto di sostituire gli ostaggi con alcuni politici, tra cui Javlinskij, Gaidar e il generale Alexandr Lebed, il quale ieri gli ha fatto una controproposta. Il generale, uno dei favoriti alle prossime presidenziali, vuole avere da Eltsin il comando di tutte le truppe concentrate attorno a Pervomajskaja e carta bianca per agire. In cambio promette di risolvere il problema. In altre parole, di fare Raduev a pezzi. Eltsin per ora non ha accettato i servigi del generale. Uno dei negoziatori russi - che sono quasi tutti leader locali del Daghestan - ha detto di aver parlato con Eltsin, il quale avrebbe confermato che per lui la liberazione degli ostaggi viene prima della punizione dei terroristi. Ma se una delle parti non cede non rimarrà altro che mandare all'assalto le truppe, provocando inevitabilmente un bagno di sangue. Raduev è in trappola e se ne rende conto. Anche se toma sano e salvo a casa, non lo aspetta una corona d'alloro. Ieri il comandante delle forze di Dudaev, Aslan Maskhadov, ha promesso che il comandante dei terroristi verrà processato secondo le leggi dell'Islam per la sua maldestra e tragica sortita. Le trattative sono state interrotte fino a stamattina. I militari russi hanno convinto a fatica i daghestani ad andarsene. Molti sono rimasti e pregano, inginocchiati sulla neve, per la vita degli ostaggi. Gli altri se ne sono andati, ma torneranno oggi, ancora più numerosi e decisi. Anna Zafesova m Salman Raduev, capo dei sequestratori ceceni, con alcuni dei suoi ostaggi [FOTO ANSA]

Luoghi citati: Cecenia, Daghestan, Mosca