Atti di libidine su due bimbe subito libero

A Caselle Atti di libidine su due bimbe: subito libero A Caselle Faceva ascoltare alle bambine di 9 e 7 anni telefonate erotiche del «144». E poi, per più di un anno, ha compiuto atti di libidine su di loro. In carcere non è mai andato, né ci andrà mai (a meno che commetta altri reati nei prossimi 5 anni). Si chiama Salvatore Puci, 24 anni, di Caselle: l'altra mattina ha patteggiato la condanna a un anno e sei mesi di carcere di fronte alla prima sezione del tribunale, presieduta da Sandra Casacci, e ha ottenuto la sospensione condizionale della pena. Difeso dagli avvocati Giorgio Bissacco e Marco Moda, lui (che è stato riconosciuto seminfermo di mente) ha sempre negato ogni cosa. La vicenda venne denunciata dai genitori delle bambine nel gennaio del '95. La bimba più grande raccontò al babbo di una «telefonata con una donna che parlava d'amore». Di qui venne fuori una serie di squallidi episodi di cui sono rimaste vittime le bambine. Il pubblico ministero Francesco Fassio aveva inizialmente negato il patteggiamento, anche in considerazione di una perizia psichiatrica eseguita da Maria Carpi Liboni che riconosceva a Puci la seminfermità mentale, e lo indicava come socialmente pericoloso. I genitori della bimba (che non hanno avuto alcun risarcimento) si erano costituiti parte civile con l'avvocato Marisa Ferrerò. Ieri si sono detti «soddisfatti perché è comunque stata emessa una condanna, e si eviterà alle bambine di dover ripetere quanto è accaduto ad un processo. Ma la pena prevista dalla legge è troppo bassa. Un anno e mezzo è la condanna prevista anche per un furto. E quello subito dalle bimbe ci pare un reato con conseguenze ben più gravi». lg. fav.l