LE CATENE DEL TEMPO

LE CATENE DEL TEMPO LE CATENE DEL TEMPO I L passaggio dal primo al secondo Mille cristiano fu incomparabilmente meno angoscioso. C'era poco mondo abitato, la gente dispersa in campagne, violenze di ladri e di monaci non le turbavano troppo, la paura delle eclissi durava il tempo dell'eclisse, la fame c'era anche prima, gli inverni rigidi anche. L'ossessione temporale, che oggi travolge gli umani, comincia soltanto con lo sviluppo ferroviario, cogli orari stampati a grossi caratteri e gli orologi sulla facciata delle Stazioni. Il primo romanzo, mi pare, dominato dall'allucinazione dell'Ora, fino al minuto culminante, con la puntuale comparsa di Phileas Fogg vittorioso, è II giro del mondo in 80 giorni. In realtà (è la sorpresa del finale) questo vittoriano demente fece in 79 giorni il suo giro di 80! E più pazzo di lui, il fedele Passepartout lo sveglia il mattino delle nozze per comunicargli che sarebbe stato possibile compiere il giro in 78. Per nostra sciagura, oggi qualunque imbecille senza avventura può farlo in meno di 24 ore, saltando da un'aeromobile all'altra. Ma coi mezzi di terra e d'acqua, il viaggio di Phileas Fogg non sarebbe ripetibile: frontiere chiuse e violente! terreni minati, guerriglie feroci, controlli, sequestri, degradanti divieti! Non ti basterebbero 800 giorni. O ti stenderebbero prima della quarta settimana. Il tempo resta il nostro dominatore assoluto, finché non si abbia la forza di detronizzurp Cronos, che ci renderebbe davvero sicut Dii... Siamo poveri stronzi, invece, che guardano incessantemente le lancette, per attaccamento delirante alla schiavitù. Si potrebbe riscrivere la malfamata Storia di O come «Storia di O-rologio». L'orologio è la nostra catena delle catene. Non so che cosa ne pensino quelli del New Age. Sicuramente hanno l'orologio al polso. Nel nuovo eone promesso, nell'età dell'Acquario, avrà una tregua questa scellerata misurazione continua del tempo? Se una setta passabilmente onesta sarà in grado di far crollare il mercato degli orologi da polso e di controllo, di fare accogliere un cronometro sublime d'oro con brillanti, da una vergine sottile, come un pacchetto di merda, varrà la pena di regalargli per i suoi riti la cupola di San Pietro e le torri di Notre-Dame. Intanto però cronometrare resta l'alfa-omega di tutte le nostre turpi giornate. Il tempo ci viene misurato anche da morti: il medico legale stabilisce che la povera maccabea ha incontrato il sadico alle 22,31 di quindici giorni prima; il funerale della zia è fissato per le 14,20, non un minuto di più, perché alle 14,30 il prete ne ha un altro da benedire. Anche il dialogo seguente è Gioacchino da F ore dei più comuni: - Quanto è durato? - Due ore e venti... Troppo: avevo un appuntamento alle 11,45 e sono arrivato alle 12! - Coi mezzi che abbiamo, possibile che non si riesca a finire in un quarto d'ora? (L'argomento: una cremazione). Insignificante quanto una mosca per il formichiere è la questione se il sedicente Terzo Millennio cominci quando lo vogliono i programmi turistici (mezzanotte del Duemila) oppure, com'è computo tradizionale, un anno dopo. Il Vaticano, rispettando l'evangelico «quel che hai da fare fallo subito» ha deciso che per la messa in scena del Giubileo 2000 va bene la data turistica e Rutelli è già al lavoro per dare il colpo di grazia all'infelice Roma, con Cronos che gli morde i polpacci, rabbioso. Ma giustamente il Vaticano non ne ha tenuto conto perché non c'è nulla di più opinabile di un millennio n. 3 fatto zampillare da una semplice opinione teologica resa obbligatoriamente anche storica come la battaglia di Waterloo. Contro l'immane slavina di trovate, detergenti, ciberfottiture, abominii fiscali, leuceobenzine, supervalutazioni dell'Usato, neocostituzioni, televirus, superpentiti, zanzakiller, mega tatuaggi, maxistupri, zapping, feeling, gloves e altra lingua italiana, tutto e tutti da Terzo Millennio, non c'è che un paravento: rinnegarlo, non pensarlo esistibile, vederlo come pura e torva illusione mentale, non aspettarlo per niente, buttare del nero sulle previsioni e le anticipazioni, lasciare la Statistica sputtanarsi da sola, e che almeno la gravità, la spietata durezza del tempo in cui siamo oggi più o meno vivi non sia insudiciata da macchie di futuro... Certo, per riuscirci, occorre essere uno yogin, e allenato bene. Può essere ùi aiuto anche pensare a far datare gli anni da altro e da altrove: secondo il calendario ebraico o mussulmano, oppure dalla fondazione di Roma, come fu fino in epoca barbarica: in tal caso dovremmo essere entrati, se non sbaglio, nel Quarto Millennio all'epoca dei tre moschettieri, e di questi nostri anni miserandi avremmo un'idea meno dolciastra e meno velenosa a un tempo. L'unica faccenda che vorrei far scorrere più velocemente nel tempo è questa pirlesca Seconda Repubblica di Untori. Passiamo alla Quarta, saltando la Terza, prima delle campane, ovviamente elettroniche, annunciatrici di un millennio che, solidale con me, fieramente rinnegherebbe anche Gioacchino da Fiore. Guido Ceronetti Gioacchino da Fiore

Persone citate: Guido Ceronetti Gioacchino, Quarta, Rutelli

Luoghi citati: Roma