Hussein a Tel Aviv, amore a prima vista
Osanna al re nella città dove non era mai apparso in pubblico: «E' il più simpatico degli arabi» Osanna al re nella città dove non era mai apparso in pubblico: «E' il più simpatico degli arabi» Hussein a Tel Aviv, amore a prima vista Ad accoglierlo Peres, Leah Rabin e migliaia di israeliani Il premier libera 800palestinesi e dice, pace totale in 4 anni TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Re Hussein di Giordania ha impresso ieri una nuova spinta al processo di normalizzazione dei rapporti con Israele recandosi per la prima volta «alla luce del sole» a Tel Aviv dove ò stato accolto con il calore riservato ai grandi amici dello Stato ebraico. La visita del re è coincisa con l'inizio di una nuova spola diplomatica del segretario di Stato Usa Warren Christopher fra Israele e Siria. «Si tratta della sua missione più importante nella regione» ha stimato il negoziatore capo israeliano Uri Savir. Dietro l'angolo ci sono la ripresa dei colloqui, in Maryland, fra alti ufficiali israeliani e siriani e (forse) l'inizio delle trattative sul ritiro dal Golan. «Lavoreremo senza tregua - ha confermato Peres, in una conferenza stampa congiunta con re Hussein - e penso che entro quattro anni riusciremo a conseguire una pace generale». A completare l'atmosfera positiva della giornata è giunto il rilascio dei primi 800 dei 1200 detenuti palestinesi che Israele si è impegnato a rilasciare prima delle elezioni nei Territori del 20 gennaio. Fra quanti beneficiano dell'amnistia, 400 islamici di Hamas. In una Tel Aviv presidiata da seimila agenti dislocati nei principali incroci e sui tetti delle case re Hussein è atterrato con grande disinvoltura pilotando lui stesso l'elicottero «Black Hawke» dell'aviazione giordana che in 14 minuti lo ha portato da Amman fino alla riva del Mediterraneo. Peres e la vedova di Yitzhak Rabin, Leah, non hanno lesinato sforzi per farlo sentire a casa. Si è trattato di una visita organizzata in pochi giorni - in occasione dell'inaugurazione di un nuovo padiglione del centro medico Ichi- lov dedicato alla memoria di Rabin - e caratterizzata da grande informalità. «Nonostante i 17 anni di pace con l'Egitto - ha detto ieri un funzionario israeliano - sarebbe stato impensabile organizzare una visita del genere con Hosni Mubarak». Migliaia di israeliani si sono affollati sui marciapiedi della centrale via lbn Gvirol per vedere almeno per un attimo quello che - secondo uno dei passanti - è «il personaggio politico più simpatico del Medio Oriente». Per lui Peres - che è anche ministro della Difesa - ha voluto fare un gesto senza precedenti: spalancargli i cancelli della Kirya, la sede del ministero della Difesa e dello stato maggiore, il cervello operativo delle forze amiate israeliane. Ancora cinque anni fa gli Scud del presidente Saddam Hussein (con cui allora re Hussein era alleato) cercavano di colpire la Kirya: ieri la spianata antistante il ministero era addobbata con decine di bandiere giordane. A questo ritmo, hanno osservato i giornalisti, tutto è possibile: quando vedremo Hafez Assad varcare anch'egli i cancelli della Kirya? Peres e Hussein non si sono voluti impegnare: «Puntiamo a una pace generale, lavoriamo con grande impegno», hanno detto all'unisono. Affrontati brevemente i problemi più urgenti (i negoziati con la Siria, gli ultimi sviluppi nel regime saudita) Peres e re Hussein hanno reso un appassionato omaggio a Yitzhak Rabin recandosi nel centro medico Ichilov dove il 4 novembre si è spento (due ore dopo l'aggressione nella piazza del Municipio) e dove ieri è stato inaugurato un centro per gli eventi traumatici che porta il suo nome. Sia Leah Rabin sia il monarca hashemita hanno parlato col cuore in mano, sotto un grande ritratto del premier scomparso. A tratti re Hussein sembrava avere gli occhi umidi. Assieme alla gioia per l'incontro la cerimonia è stata caratterizzata da una grande melanconia. Preoccupato di non irritare il mondo arabo, re Hussein approfondisce a piccole dosi la normalizzazione delle relazioni con Israele: la prima visita ufficiale fu, un anno fa, sul lago di Tiberiade. La seconda a Gerusalemme, in occasione dei funerali di Rabin. La terza in un centro medico di Tel Aviv. A quan- to pare, i tempi per una sua visita nel posto che più gli sta a cuore - la Spianata delle moschee di Gerusalemme, dove 43 anni fu assassinato suo nonno Abdallah - non sono ancora maturi: per poterla realizzare dovrà forse attendere il conseguimento di un accordo israelo-pale- stinese sul controllo dei Luoghi santi di Gerusalemme. Aido Baquis La storica visita di Re Hussein di Giordania a Tel Aviv Il sovrano e il premier israeliano Shinion Peres sono al centro in prima fila [FOTO REUTER
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