Guerra del canone, contrattacco Fininvest

Guerra del canone, contrattacco Fininvest Gli spot con Charlot e Fiorella Pierobon per ricordare che la loro concorrenza è gratis Guerra del canone, contrattacco Fininvest «La Rai non fa il suo dovere di servizio pubblico» ROMA. In questi giorni gli italiani stanno facendo la < fila alle Poste per fi | pagare il canone d'abbonamento al- - ' ! la Rai-tv e non si segnalano né incidenti né proteste: il popolo che protestò vibratamente per gli aumenti del telefono - non s'è quasi accorto della piccola rivalutazione di qui Jt'altro balzello, passato in dodici mesi da 158 mila lire a 161.450 l'anno. I sondaggi confermano che il pubblico non vive il canone con sofferenza e anche i dati sull'evasione sono relativamente confortanti: l'85 per cento paga, la punta più alta di evasione si registra in Campania (41 per cento di morosi), ma anche il Piemonte non scherza: settimo nella graduatoria nazionale è al primo posto per evasione nel Nord (uno su tre non si abbona, la regione meri- dionale più corretta è invece la Puglia, undicesima in graduatoria, col 16 per cento di evasori, la regione più onesta in assoluto è la Toscana (11,7 per cento) seguita dall'Umbria (12,9). Una vecchia questione è se sia giusto o no pagare il canone. L'aggettivo «giusto» è doppio: il canone infatti sarebbe secondo alcuni o «illegittimo» oppure politicamente «iniquo». Sull'il¬ legittimità c'è pcco da dire: chi ha fatto causa alla Rai, ha perso perché l'insieme delle norme che regolano la materia riconoscono il diritto dello Stato di esigere un balzello. La cosa si è spinta fino al punto di trasformare in agente della Rai il venditore di apparec** chi, che ha l'obbligo quando vende un televisore - di compilare una scheda con nome e cognome del cliente. In questo modo l'italiano ha meno possibilità di fuga. Infatti, chi non paga entro aprile rischia fino al pignoramento dell'apparecchio. L'altro problema, se cioè il canone sia o no politicamente iniquo, si intreccia con la questione se la Rai, incassando il canone, ha poi il diritto di trasmettere quello che trasmette. E' l'argomento della Fininvest, che sta per mandare in onda i suoi consueti spot di risposta alla campagna Rai (ci saranno Charlot in fila alla posta per pagare il canone, poi tutto contento per aver compiuto il suo dovere e Fiorella Pierobon con una burla alla «Scherzi a parte»). La Fininvest in buona sostanza dice: tu hai ragione a volere il canone, ma devi «fare servizio pubblico», cioè trasmettere cultura, musica seria, dibattiti, conferenze, lezioni di astrofisica, eccetera. Tutta roba che ha poca audience. Se invece mandi in onda Pippo Baudo, la Carrà, i balletti, i comici, le canzonette, allora non fai servizio pubblico, ma sei una televisione come le altre e perciò non hai più diritto al canone. Argomentazioni sottintese da Canale 5, Italia 1 e Retequattro nella serie di spot pensati abilmente per rispondere alla campagna Rai che va avanti da un mese. Per il resto, il servizio pubblico esige un canone anche negli altri Paesi, tranne gli Stati Uniti e la Spagna, la cui Rtve vive di sovvenzioni pubbliche. Anche le altre tv accoppiano canone e spot, senza troppi scandali. Quello che rende tutto più difficile, in Italia, è lo sviluppo abnorme - in termini di reti e in termini di audience - del servizio pubblico. Tanto è vero che qualcuno ha anche pensato, in passato, di riformare il sistema per la scorciatoia dell'abrogazione del canone o per una sua diversa giustificazione giuridica. Record assoluto, in questo campo, forse la proposta del senatore Speroni, che presentò una legge in cui si proponeva di criptare due canali Rai su tre e di trasformare il canone in abbonamento simile a quello che si paga per la pay-tv. Giorgio Dell'Arti < fi | - ' ! ** Raffaella Carrà tornata su Raiuno Pippo Baudo è l'uomo simbolo della Rai

Persone citate: Carrà, Fiorella Pierobon, Giorgio Dell', Pippo Baudo, Raffaella Carrà

Luoghi citati: Campania, Italia, Piemonte, Puglia, Roma, Spagna, Stati Uniti, Toscana, Umbria