«Mia moglie Mia scelta il guru»

LE NUOVE RELIGIONI E LA SESSUALITÀ1 Un adepto: troppe unioni fallivano attorno a me, ho scelto la Chiesa dell'Unificazione «Mia moglie Mia scelta il guru» Così il reverendo Moon costruisce famiglie felici STORINO UL pullman che lo portava da Torino alla Germania, in un giorno del 1981, Gino era sereno e. sicuro: di lì a poco avrebbe conosciuto la donna della sua vita, Nessun presagio, una certezza. Non stava scritto nell'oroscopo o nei tarocchi, sarebbe stato così, semplicemente perché lui si era preparato per questo. E come lui gli altri cinquanta uomini sprofondati nei sedili che guardavano la strada passare e gli ideali venire loro incontro. Tutti preparati e ora pronti all'incontro e poi alla creazione di una famiglia. Il resto, pensava con sollievo ognuno di loro, non sarebbe stato affidato al capriccio individuale: per ciascuno avrebbe provveduto il reverendo Moon. Quando Gino arrivò, andò in camera a cambiarsi d'abito e pensò che era un uomo fortunato. Era partito da una famiglia di contadini in Sicilia, poi era emigrato a Torino. Nella grande città, dove lavorava per l'azienda tranviaria, aveva visto dileguarsi i valori in cui aveva creduto: colleghi che cercavano avventure sessuali come il pane quotidiano, famiglie di conoscenti che si sfasciavano per incomprensioni e adulteri. Lui questo non l'avrebbe mai ammesso. Ma non sapeva dove trovare le certezze che cercava. Era stato tre giorni in montagna a meditare. Al ritorno un amico gli aveva parlato della Chiesa dell'Unificazione e l'aveva accompagnato a un incontro dei suoi seguaci. Aveva visto visi sorridenti e sentito parole sulla famiglia vera, sul rispetto tra gli esseri umani, sulla fratellanza universale. Aveva concluso: sì, anch'io voglio essere così. Erano passati solo quattro mesi, necessari per la sua purificazione, e adesso era lì, in Germania, dove sarebbe stato celebrato il suo fidanzamento. Non cercava la «donna ideale» perché gli avevano insegnato che l'importante è trovare «l'ideale» e due persone che hanno riconosciuto 10 stesso non possono che essere perfette l'una per l'altra. Si pettinò, uscì e andò nel salone, dove c'erano più di mille persone: uomini da una parte, donne dall'altra. Si mise al bavero della giacca 11 cartellino con il nome, la provenienza e l'età, si guardò intorno e aspettò. Kazue (il cui nome significa «Pace per sempre») entrò dalla parte opposta e salì sul palco dei cantori. Aveva fatto un lungo viaggio per arrivare fin lì. Le tappe erano state molte non soltanto nel mondo (Francia, Ungheria, Austria e, ultimamente, Inghilterra), ma soprattutto dentro di sé. Aveva cercato una via e l'aveva trovata diventando missionaria della Chiesa dell'Unificazione. Da allora era molto cresciuta. Il suo sogno era semplice: imparare ad amare tutti come figli di Dio, diventare una persona ideale, così da poter essere una moglie ideale per un uomo che avrebbe considerato, prima che un marito, un fratello. Fin da bambina non le era piaciuto sce- gliere, aveva sempre preferito che i genitori lo facessero per lei. Un marito non l'avrebbe saputo scegliere mai, meglio che fosse un altro a farlo per lei: lei non cercava un uomo bello, né un uomo ricco, ma qualcosa di più difficile da trovare: qualcuno con cui stare bene insieme e con cui creare qualcosa. Pensò che quel giorno il reverendo Moon glielo avrebbe indicato, chiuse gli occhi e cominciò a cantare avviando il coro. Gino, in fondo alla sala, sentì la voce e pensò: «Mi toccasse una donna con la voce così», poi scacciò il pensiero, perché qualunque donna gli fosse stata assegnata sarebbe stata perfetta, dato che credeva nei suoi stessi valori. Quando il canto finì guardò il reverendo Moon passare tra le due schiere e cominciare a indicare «fratelli» e «sorelle» e a unirli. Vide la mano protendersi verso di lui e lo sentì dire: «Questo fratello è meraviglioso, ora occorre trovargli una sorella meravigliosa». E lo vide girarsi verso il palco e fare cenno proprio alla cantante. Lei si avvicinò, il reverendo unì le loro mani, loro si inchinarono mentre la folla applaudiva e qualcuno commentava: «Si assomigliano perfino, saranno perfetti». Uscirono insieme nel giardino, accompagnati da un interprete, parlarono dei loro principi di vita, si trovarono in accordo su tutto, rientrarono e comunicarono che accettavano il fidanzamento. Sono passati più di quattordici anni. Adesso vivono a Collegno, alle porte di Torino. Lui fa l'erborista e si fa chiamare Gino-San. Lei gli ha dato tre figli. Il primo ha undici anni e si chiama Giovanni (secondo nome Hyoil, fede unica); il secondo ha tre anni e si chiama Doriano (secondo nome Hyowhan, fede completa), la terza è una bambina di sette mesi e la madre ha ottenuto in dono di poterla chiamare con im nome giapponese, Shinhai che significa vero amore. «Dopo il fidanzamento - ricorda Gino - trascorse ancora un anno prima del matrimonio. Lei stava a Londra, io a Torino, ci sentivamo ogni tanto per confermare il nostro impegno. Le nozze vere e proprie sono state celebrate a Seul. Eravamo seimila cop- pie, tutte dentro lo stadio, una cosa che ti toglieva il fiato. Il reverendo Moon e sua moglie hanno letto i tre voti e per ciascuno di essi abbiamo risposto gridando il nostro sì. Poi lui e la moglie si sono distanziati e tutte le coppie sono passate sfilando in mezzo a loro ricevendo l'acqua benedetta. Quindi abbiamo pregato, tutti insieme, invocando la benedizione di Dio sulle famiglie che stavano per formarsi». In realtà il matrimonio valido per la legge doveva ancora essere celebrato. L'80% delle coppie fidanzate dal reverendo Moon arriva alla cerimonia del matrimonio di massa, il 98% a quello effettivo. «Noi ci arrivammo dopo sei mesi, a quel punto dovevamo celebrare il rito in cui ci si ciba del frutto per tre giorni, si consuma il rapporto, insomma. Bisogna prepararsi spiritualmente e trovare un luogo adatto per far¬ lo. Nel nostro caso fu un albergo di Varese, dove per i prescritti tre giorni pregammo e ci buttammo addosso l'amore di Dio, senza mai usare anticoncezionali, perché dal nostro amore nascesse il bene. L'amore è così, genera il bene o genera il male, ma è la fonte di tutto». Il loro è stata la fonte di Fede Unica, Fede Completa e Vero amore, che cresceranno imparando il rispetto delle generazioni e l'ideale della fratellanza, che giocano con altri bambini figli di coppie internazionali e che tra quelli troveranno i loro futuri «fratelli» e «sorelle». I matrimoni della Chiesa dell'Unificazione (presente in 160 Paesi, creata dal reverendo Moon dopo che, all'età di sedici anni, raccontò che gli era apparso Gesù) sono giunti ormai alla seconda generazione. «Se non sarà lui - dice Gino - saranno le coppie da lui create a scegliere i compagni per i loro figli. I miei sono comunque liberi di scegliere, ma gli faccio frequentare solo figli di appartenenti al movimento. Li educhiamo a essere ragazzi e a prepararsi per diventare uomini, il nostro scopo è creare tre generazioni unite e diffondere la fratellanza nel mondo». Lo dice e sorride. Pace per sempre mette in tavola un cesto di frutta. Nel videoregistratore scorre una cassetta in cui si vede il reverendo Moon accanto a Gorbaciov, a George Bush, a Menerai. Lo si vede in uno stadio immenso, l'agosto scorso, mentre unisce 360 mila coppie. Nel novembre del '97 a Washington vuole arrivare a tre milioni e seicentomila. Se interessati, ci sono ancora posti disponibili. Nelle immagini della registrazione tutti dimostrano entusiasmo. Gino e Pace per sempre guardano e annuiscono. Sembrano circondati di serenità, ma bisognerebbe conoscere la materia per affermarlo con certezza. Poi lui prepara una tisana di erbe, lei va a prendere la chitarra e annuncia: «Ti regalo una canzone giapponese». Gli psicologi dicono che è una tecnica d'approccio del movimento: bombardamento, d'amore. Sarà. Lei canta con una voce che ti fa capire quello che provò Gino in Germania 14 anni fa. Le parole dicono: «Mi fai dimenticare una tristezza che ho sentito ieri, mi proteggi con una piccola felicità». In questo almeno si può credere: in una piccola felicità che dura il tempo di una canzone. Gabriele Romagnoli IL MONDO DELLE SETTE 3 - LA FAMIGLIA LE NUOVE RELIGIONI E LA SESSUALITÀ1 PURITANI (etica sessuale rigorosa; in genere no all'aborto, ai rapporti prematrimoniali, all'omosessualità) Pentecostali Testimoni di Geova Mormoni Chiesa dell'Unificazione Hare Krisbha PERMISSIVI (etica sessuale per certi versi meno rigorosa rispetto alle grandi religioni; caute aperture in tema di aborto, rapporti prematrimoniali, omosessualità) Soka Gakkai Scientologia (contraria però all'aborto) Movimento Sathya Sai (discepoli di Sai Babà) LIBERTARI (valutazione positiva della sessualità; rivendicazione di una maggiore libertà sessuale rispetto alle grandi religioni) The Family (già Bambini di Dio) New Age Damanhur ANARCHICI (forte rivendicazione della libertà sessuale; critica dell'etica sessuale delle grandi religioni; uso del sesso a fini terapeutici o magici) Arancioni e altri discepoli di Osho Rajneesh Gruppo Prometeo Raeliani Wicca (o neo-stregoneria) Fonte: CENSUR - Prof. Massimo Introvigm, 1996 «Dopo la cerimonia ci siamo isolati per 3 giorni a pregare e fare l'amore» «I nostri tre figli troveranno i loro compagni di vita nel movimento» «Il matrimonio fu celebrato a Seul: nello stadio ci ritrovammo in seimila coppie tutte messe insieme dal santone» IL DECALOGO DEL SANTONE CITAZIONI DA SCRITTI DI SUN MYUNG MOON: • Io sono il vostro cervello. • // mio desiderio deve essere il vostro. • Di tutti i santi mandati da Dio, io penso di essere quello che ha più successo. • Tempo verrà.... quando le mie parole saranno come una legge. Se io chiedo una cosa questa sarà fatta. • // mondo intero è nelle mie mani e io voglio conquistare e soggiogare il inondo. L'obiettivo del guru è di arrivare a unire 3 milioni e 600 mila coppie tra un anno «Prima di entrare a far parte del movimento ho dovuto attendere quattro mesi per purificarmi» Sotto padre Moon, che ha fondato la Chiesa dell'Unificazione. La setta conta seguaci in 160 Paesi. Al centro uno dei matrimoni di massa celebrati dal reverendo

Persone citate: Gabriele Romagnoli, George Bush, Gesù, Gino-san., Gorbaciov, Hare, Sathya Sai, Sun Myung Moon