«I DISCHI » Abbado rilegge Mozart e Mahler

Abbado rilegge Mozart e Mahler 1 DISCHI =1 Abbado rilegge Mozart e Mahler 0P0 la baraonda delle feste natalizie, meglio riprendere alimentando lo spirito e godendosi alcune proposte musicali di gran livello. Due ghiotte occasioni le offrono la forza e l'intelligenza di un direttore come Claudio Abbado, proponendo due temi utili a confortarci affrontando le nostre realtà: la fantasia e l'amore. La prima è una penetrante riproposta di «Le nozze di Figaro» (Deutsche Grammophon, 3 Cd) con un cast che comprende i Wiener Philarmoniker, il Wiener Staatsopernchor, Cheryl Studer, Cecilia Bartoli, Lucio Gallo, Sylvia McNair, Bqje Skovhus. La brillante compagnia ridipinge questo affresco di Mozart, un capolavoro di equilibrio strumentale e vocale, ricco di fantasia e dotato di straordinaria varietà melodica, ritmica ed armonica. Nelle sue «Memorie» il librettista Da Ponte scrisse: «Concepii facilmente che l'immensità del suo genio domandava un soggetto esteso, multiforme, sublime». Fu lo stesso Mozart u proporre a Da Ponte come soggetto la commedia di Beaumarchais «Le mariage de Figaro». Un'opera celebre, della quale si conosce tutto. A partire dal ruolo avuto nello sviluppo della nuova commedia musicale settecentesca espressa dalla Vienna di Giuseppe II e finendo al «caso politico» del compromesso che ha permesso la rappresentazione dell'«estratto» operistico della pièce in cambio dell'eliminazione di quell'accusa di Figaro alla nobiltà e il contemporaneo elogio del «terzo stato». Abbado sa condurre i brillanti collaboratori a rispettare l'equilibrio formale di questa musica che tocca il vertice della perfezione «razionalistica» nell'aderire ai caratteri e alle situazioni. Accanto ad Abbado restano Cheryl Studer e Sylvia McNair nella riproposizione della «Sinfonia n. 8» (Deutsche Grammophon, 2 Cd) di Gustav Mahler. Racconta lo stesso compositore che fu investito dallo Spirito Creatore che anima questa sinfonia mentre nel giugno del 1906 stava perfezionando la strumentazione della Settima. L'Ottava nacque da due schemi preparatori, entrambi aperti dall'inno medioevale «Veni, creator spiritus», però ben presto completati dall'idea di musicare, quale seconda parte della Sinfonia, l'ultima scena del «Faust II» di Goethe. Due testi lontani circa un millennio ma che Mahler vede legati da precisi luoghi teologici. Un'opera pervasa dall'estremo desiderio di totalità, l'idea dell'amore come spiri- to generatore. Anche qui Abbado proferisce non tradire lo spirito di candido fervore e simbolismo cercato da Mahler. Gli interpreti (tra cui Anne Sofie von Otter, Rosemarie Lang, Peter Seiffert), i tre cori (Rundfunkchor Berlin, Prager Philarmonischer, Tòlzer Knabenchor), insieme ai Berliner Philarmoniker, seguono le intuizioni e il rigore del direttore, confezionando un'interpretazione esemplare. Ancora opere ben conosciute in nuove interessanti riletture. Innanzitutto seguiamo Leila Josefowicz con i «Violin Concertos» di Ciaikovskij e Sibelius (Philips, 1 Cd), accompagnata da Neville Marriner e l'Academy of St. Martin in the Fields. La giovane solista canadese ò già una realtà del panorama concertistico internazionale. Chi l'ha seguita più volte e ammirata dal vivo, assicura che ha conservato tutta l'intensità di presenza scenica che sapeva irradiare a nove anni. Nel disco sa farsi ammirare per la dol| cezza e la precisione dell'eseI dizione fin dal Concerto per | violino in re maggiore op. 35 di Ciaikovskij (eseguito con il j «Ruby» Stradivarius del 1708). Una sensibilità che si accentua con la composizione di Sibelius, Concerto in re I minore op. 47, eseguito con l'«Ebersolt» Guarneri del Gesù del 1739. Le sfumature tonali, date dai due eccelsi strumenti, arricchiscono le doli della dolce, rigorosa, bionda diciassettenne Leila. Speso il cinema ha avvicinato il grande pubblico a grandi pagine classiche. In misura minore rispetto a casi come «Arancia meccanica» e «Amadeus», anche il «Trio per violino, violoncello e pianoforte» di Ravel ringrazia «Un cuore in inverno» di Claude Sautet. Questa composizione apre il disco (Decca, 1 Cd) di Vladimir Ashkenazy (piano), Itzhak Perlman (violino), Lynn Harrell (violoncello). Oltre alla miniatura caleidoscopica di Ravel, questo brillante trio ci regala anche due suggestive sonate di Debussy. Un disco in cui i cambiamenti di colori si intrecciano con concezioni innovative nel riunire i suoni dei tre strumenti. Alessandro Rosa »sa^J

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