Torna «'O zappatore», e stupisce di Silvia Francia

Torna «0 zappatore», e stupisce Merola e la sua compagnia al Teatro di Torino, repliche fino a domani Torna «0 zappatore», e stupisce Sentimento con bravura, su tutti Marcelli e De Cicco Torna Merola e stupisce. Il «re» della sceneggiata napoletana ripropone, in questi giorni al Teatro di Torino (repliche sino a domani) un titolo emblematico, «'0 zappatore» ripreso a 14 anni dall'ultimo allestimento. Lo spettacolo, che ha inaugurato il Festival di Todi ed è stato presentato nei giorni scorsi al Mercadante di Napoli, è degno di nota. Quanto meno, perché segna una rivoluzione in un genere spettacolare che si credeva immutabile. Sentimenti semplici e mai ambigui che stimolavano, sino a ieri, clamorose reazioni nel pubblico: lanci di confetti e rose per gli «eroi», insulti (o bellicosi assedi da- vanti al camerino) per il «cattivo» di turno. Potenza delle passioni che si manifestò ancora a Napoli, nel '76, in un'Arena Flegrea gremita e persino nella «fredda» Torino dei primi Anni 80. Chi si aspetti, oggi, un simile spettacolo (tanto sul palco quanto in platea), resta sconcertato. Così si assiste piuttosto alla «rivisitazione» di un modello storico di teatro popolare (fondato su canzoni di successo, come appunto «Zappatore» di Libero Bovio e Ferdinando Albano). Genere a lungo demonizzato, che sembra trovare redenzione, riproponendosi in versione soft: a mezza strada tra citazione storica e contaminazione di- vulgativa. Gli ingredienti tradizionali non mancano, innestati sopra la storia-archetipo di una coppia di contadini che fatica per far studiare il figliolo e ne è mal ripagata. Il giovane, entrato nel giro della Napoli «bene» grazie alla nuova fidanzata, disconosce la famiglia, finché il genitore non lo riconduce a ragione con una convincente filippica. Al repertorio tradizionale non manca nulla: fondali dipinti, qualche approssimazione d'intreccio, psicologie embrionali, sentimenti forti e catarsi finale. Ma il palinsesto della sceneggiata si manifesta, qui, in schegge di spettacolo, «citazioni» mondate degli umori estremi (merito anche di un Merola misurato nel gesto e ben calibrato nell'oratoria solenne e dolente) e assemblate dentro un musical dove non mancano echi di farsa e di commedia, vaudeville e varietà. Nella contaminazione si attenua persino l'inevitabile naiveté della sceneggiata. Il nuovo che avanza non risparmia neppure «'0 Zappa- tore»: e la sceneggiata fruibile oggi come una telenovela kitsch, segna la misura di un mutamento culturale. Applaudita la Compagnia, fra cui brillano Rino Marcelli (anche regista), Rosaria De Cicco, vivace e bravissima contadina e cameriera, Rossella Serrato, madre inconsolabile. Nel cast (35 in tutto, compresi alcuni musicisti) pure Nando Maddaloni, Aldo Riva e Rosa Miranda. Silvia Francia Mario Merola in una scena delia sceneggiata a Torino sino a domani

Luoghi citati: Napoli, Potenza, Todi, Torino